lunedì 24 settembre 2018

Due eroi del nostro tempo: Piero e Alberto Angela

Alzi la mano chi non è un Angelas dipendente
Io lo sono diventata negli anni Ottanta, quando l'Angela senior faceva incetta di ascolti con una serie di trasmissioni su un argomento specifico, poi nacque Quark, e da questo Superquark.

Ero adolescente e cominciai a collezionare puntata su puntata, non muovendomi da casa a ogni appuntamento, come fosse stato uno di quei serial di cui non ti perdi una scena. 
Piero Angela mi ha letteralmente catapultata in mondi a me sconosciuti, dallo spazio alla savana africana, dai segreti degli alimenti a curiosità su eventi storici, dalla psiche ai numeri, alla musica. Insomma, si direbbe tutto lo scibile o quasi. 

Il nostro, oggi novantenne da otto lauree honoris causa, era allora un uomo di mezza età, elegante nei modi e nell'eloquio, con un passato di giornalista Rai di quella vecchia guardia che ha fatto la gavetta vera. Figlio di un medico antifascista, fu plasmato da un'educazione rigida, in cui si dedicò anche allo studio della musica, e di fatto è stato un pianista jazz. Folgorato dal giornalismo, fu assunto in Rai e si occupò agli esordi del programma Apollo, culminato nel 1969 nell'allunaggio di cui fece una cronaca in diretta dagli Stati Uniti.
Posseggo una fornita collezione di dvd del Superquark di inizio anni Duemila, la puntata sull'allunaggio entusiasma sempre i ragazzi a scuola. L'intera collezione è materiale utilissimo durante l'anno scolastico. I ragazzi prendono appunti, sono molto attenti. Direi rapiti da ogni puntata.
Vorrei avere abbastanza tempo per mostrarne tutti i filmati, ma non è mai possibile. 

Piero Angela negli anni Sessanta

Chi non ricorda i deliziosi disegni di Bruno Bozzetto, piccoli corti in cui ogni tema veniva ironicamente rappresentato da un mini cartone animato che vivacizzava il discorso?
Oppure gli ospiti in studio, alcuni dei quali sono scomparsi, come Danilo Mainardi e Carlo Cannella
In quegli appuntamenti fissi, erano diventati volti familiari. Oggi, ci delizia lo storico Alessandro Barbero, che non è da meno con quel suo entusiasmo da fanciullo. 


Per non farsi mancare nulla, il buon Piero fonda assieme ad altri soci il Cicap, un osservatorio e centro studi che si occupa della confutazione delle pseudoscienze. Il principio è quello di stimolare lo spirito critico e offrire una chiave per spiegare certi fenomeni paranormali divenuti noti. 

Negli anni Novanta comincia a fare la sua apparizione suo figlio Alberto, fin da giovanissimo enfant prodige della paleoantropologia, che ha modo di approfondire negli Stati Uniti. 
Dapprima fra gli autori di Quark e di tutti i suoi annessi, Quark Atlante, Speciale e Passaggio a nord ovest, compare come inviato e poi come conduttore in studio, perfettamente a proprio agio con qualsiasi tema trattato. Insomma, degno figlio di cotanto padre. 

Questo affascinante divulgatore ammalia platee di milioni di telespettatori. L'ultima fatica, Stanotte a Pompei, ne ha messo insieme quattro milioni, di sabato sera su Raiuno. 
In questo periodo non proprio roseo del nostro tempo, portare spettatori dinanzi a una trasmissione che ha lo scopo di arricchire la nostra conoscenza, di divulgare cultura, arte, bellezza, è un'impresa enormemente difficile. Ebbene, ci riescono facendo numeri tali da muovere schiere di sociologi ed esperti di televisione a domandarsi il segreto di tanto successo. 

Alberto Angela a Pompei, l'ultimo grande successo andato in onda su Raiuno

Qual è il segreto degli Angela?
Si tratta di un amalgama di elementi tutti imprescindibili, frutto di anni di lavoro impeccabile.
Anzitutto, la preparazione. Entrambi hanno studiato e studiano ancora e ancora, nel momento in cui col proprio staff scelgono un argomento da trattare lo sviscerano senza lasciare nulla al caso.
Non si improvvisano mai. È la base di ogni divulgazione vera. 

Poi l'idea che alla base di una comunicazione efficace debba esserci la volontà di semplificare. Sembra facile, ma la semplificazione che non deve scadere nella trattazione superficiale non lo è.
Comunicare in modo efficace significa coinvolgere, interessare, appassionare
E se lo si vuole ottenere, deve essere coinvolto e appassionato lo stesso divulgatore.

Avete notato come siano emozionati per prima loro nel trattare un argomento? E soprattutto come Alberto Angela lo sia varcata qualsiasi soglia? Questa emozione traspare, e coinvolge. 
A questo tipo di comunicazione si unisce un modo sempre elegante e signorile di esporre un argomento, senza alcuna superbia, ciò fuga ogni rischio di distanza fra lo spettatore e il comunicatore

Last but not least, gli Angela sono persone schive, discrete, lontane dai riflettori, ecco un altro elemento vincente. Lo spettatore fidelizzato sa che li non vedrà mai esporsi troppo, e di fatto entrambi accettano di rado di farsi intervistare e per nulla di comparire in trasmissioni che non siano garbate o che siano di puro intrattenimento. Anche i tre giovanotti di ultima generazione hanno profili blindati sui vari social. È una politica ben pianificata, direi ammirevole di questi tempi. 

Siete anche voi Angela addicted? 

18 commenti:

  1. Non mi ero mai chiesta quali fossero i punti di forza di questi due professionisti, ma condivido le tue conclusioni. Il loro modo "elegante e signorile", in particolare, mi piace molto, ma se non fossero preparati non sarebbe sufficiente a tenere il pubblico incollato allo schermo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti la preparazione vera è la base di questo altissimo livello di divulgazione.

      Elimina
  2. Ammiro Piero sin da bambino, rapito dalle vhs di Quark e poi da Super Quark.
    Onore al fatto che sia tra i membri del Cicap, tra l'altro.
    Alberto l'ho seguito di meno ma lo apprezzo allo stesso modo, ricordo le sue prime trasmissioni ma davvero ora è designato successore del padre.
    Quoto in tutto quel che hai detto di loro: mitici e preparatissimi.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È una fortuna che questo tipo di divulgazione non si concluda col sommo Piero ma abbia un proseguimento in suo figlio.

      Elimina
  3. Adesso un po' meno perché praticamente non guardo più la televisione, però li considero due rari esempi positivi in un contesto come quello televisivo attuale in cui dominano squallore, volgarità, cinismo, ignoranza e maleducazione. Magari averne altri in tv come Piero e Alberto Angela, probabilmente ricomincerei a accendere la tv più spesso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Troppo poco spazio viene dedicato a questo tipo di trasmissioni, che poi si rivelano invece suscitare grande interesse nel pubblico. Sarà che vige la vecchia regola secondo cui non è bene dare troppo spazio alla cultura.

      Elimina
  4. Non sono un'accanita fan degli Angela, anche se non disdegno le loro trasmissioni all'occasione. Piero Angela è forse un po' lento nella narrazione (non dico adesso, per l'età, ma anche ai primi tempi), oppure il figlio Alberto ha un timbro di voce che tiene particolarmente l'attenzione del pubblico. Lasciando poi stare tutte le foto e i commenti delle mie amiche su Facebook che l'hanno eletto l'uomo più sexy del pianeta...
    e vorrei proprio interrogarle per sapere quanto ricordano davvero dell'ultimo documentario! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Indubbiamente il fascino di Alberto Angela è innegabile.
      Sarà che l'abbinamento fascino e cultura funziona sempre. :)

      Elimina
  5. Seguo volentieri i programmi di divulgazione scientifica degli Angela, esempi di tv sana e utile. La serata di sabato ne è un esempio e la bella notizia sono gli ascolti: 4 milioni di sabato sera! Un successo incredibile. Spero che la RAI ripeta l'esperimento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che ormai abbiano inaugurato un filone che proseguirà, visto quanto si è rivelato remunerativo sotto ogni punto di vista.

      Elimina
  6. Piero Angela è stato il mio nonno televisivo. Grazie a lui ho rimediato una sgridata in terza elementare perché, a detta della maestra, il termine "ominide" non esisteva. Già molto prima avevo imparato a famigliarizzare con l'ornitorinco e a considerare i lupi artici quasi di famiglia.
    Credo che uno dei segreti del loro successo sia il modo in cui si pongono, che non è "ora ti spiego io", ma "questa cosa è meravigliosa, sarei felice se mi permettessi di condividerla con te". Ecco questa idea che è bello condividere la conoscenza mi piace tantissimo e sogno di riuscire a trasmetterla ai miei alunni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ... che è uno degli aspetti vincenti di cui parlo nel post.
      Credo anch'io di aver conosciuto un'infinità di cose grazie alle tantissime trasmissioni viste. E crescere letteralmente vedendo in molti anni questo tipo di trasmissioni lascia ben sperare che ci sia ancora in una forma di comunicazione televisiva in cui investire il proprio tempo.

      Elimina
  7. Io purtroppo non ho visto la trasmissione non guardando la TV, ma ne ho sentito parlare molto bene e ora leggendo qui da te ne ho la riconferma. Sono di certo due professionisti, educati, piacevoli e spiegano in modo chiaro un mondo sconosciuto ai non addetti ai lavori. Temo siano inimitabili soprattutto per l'eleganza ed educazione. Il loro format non prevede parolacce e non è trash, dunque semi irraggiungibile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appartengono a un'educazione impeccabile, che decisamente ha dato i suoi frutti.
      È bello poter pensare a delle qualità messe a disposizione di un pubblico.

      Elimina
  8. Sì, anch'io sono Angela Addicted, purtroppo ho perso la puntata su Pompei perché ero fuori, ma quando sono in casa adoro vedere le loro trasmissioni, il loro modo di trasmettere la conoscenza e la cultura è davvero coinvolgente, anche su argomenti apparentemente ostici. Mi è capitato spesso di iniziare a vedere una puntata e non riuscire più a staccarmi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ho comprato il primo dei 5 dvd di speciali, sono decisamente da possedere queste perle. :)

      Elimina
  9. Interessante questo tuo articolo!
    Ricordo di essere venuta a conoscenza dell'esistenza del signor Piero Angela perché la mia professoressa di matematica e scienze delle scuole medie ne era una grande fan, e dunque ci portava le videocassette dove lui si calava all'interno dell'apparato digerente e mostrava quali fossero i rischi legati alla cattiva alimentazione e all'abuso di sostanze nocive. Da lì non me lo sono più dimenticato! :P
    Ti dirò, conosco diversi studenti universitari di archeologia che hanno intrapreso quel percorso proprio perché ispirati da queste due personalità! :)
    È vero, quando si deve divulgare il sapere bisogna farlo in modo semplice così che possa essere recepito da tutti, un po' riprendendo l'idea di base di Dante e del suo Convivio! :)
    Un abbraccio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ogni volta che l'alunno di una qualsiasi scuola è stato colpito da un documentario degli Angela, allora noi insegnanti possiamo dirci soddisfatti.
      Grazie per aver apprezzato!

      Elimina