domenica 17 settembre 2023

Michela Murgia (o del perché possiamo continuare ad ascoltarla)

Michela Murgia (1972 - 2023)

Poco più di un mese fa Michela Murgia moriva, il 10 agosto 2023, in un giorno di piena estate e mentre mi trovavo in vacanza a Riva del Garda. Aveva 51 anni. Ero stata distratta riguardo ai social e in quei giorni non mi ero resa conto che non si avevano sue notizie da un po', la sua pagina Instagram non veniva più regolarmente aggiornata da tempo. Poi, ripercorrendo l'ultimo suo post avevo letto fra i commenti di una certa preoccupazione perché persone vicine a lei sapevano che aveva avuto una gravissima ricaduta a fine luglio. 
Michela è morta a casa, nel suo appartamento a Trastevere comprato da poco, nel quale aveva riunito nelle ultime settimane tutta la sua famiglia allargata, la sua famiglia "queer", per un lungo ultimo addio. 
Della sua morte ho saputo al mattino, quando accendendo il cellulare ho visto un messaggio di mia sorella.

"Michela Murgia è morta", parole che non avremmo voluto leggere né pronunciare, ma inevitabili per una morte annunciata da lei stessa mesi fa, nell'intervista rilasciata sul Corriere ad Aldo Cazzullo il 6 maggio
Leggerla è un'esperienza di quelle rare, in particolare per quello che riguarda il suo modo di affrontare la malattia e l'imminenza della morte, potete recuperarla qui
La notizia sconvolse la compagine dei suoi estimatori, suscitò un certo movimento anche fra chi non l'ha mai stimata, innescò un dibattito sul delicatissimo tema della morte e sul modo di intendere una malattia terminale come un carcinoma renale al quarto stadio con metastasi al cervello. Incurabile. 
Com'era prevedibile, c'è stato anche chi ha continuato a odiarla, dileggiarla, gettarle fango, anche dinanzi agli ultimi mesi di una vita intensa e spesa tutta nella riflessione, nella messa in discussione delle cose "storte", nel lavorio continuo su temi di politica, diritti civili, femminismo. 
C'è stato chi ha visto nel suo racconto del ritenere il cancro parte di se stessa e di andare serenamente verso la fine di tutto un modo per mettersi in mostra. L'ultimo canto di un cigno che agli occhi di tanti è stato un brutto uccello deforme, una donna senza fascino né attrattive, un "orco" inguardabile. 
Perché noi viviamo in un paese di odiatori e odiatrici di donne che sanno pensare e discutere. Un fronte che non tollera che una donna non bella secondo i comunissimi canoni si metta a blaterare e mostrare il coraggio di smontare un sistema. Michela era donna e secondo molti insomma troppo brutta per prendere la parola. 
La stampa di destra negli anni è stata terribile verso di lei - Libero in primis, con quel grottesco Vittorio Feltri, ma anche altre testate come Il Giornale, Verità - costantemente orientata verso il suo aspetto esteriore e il suo essere donna e pensante: "brutta come una strega", "brutta come l'orco", (entrambe di Feltri), "paffutella", "sovrana del cessismo" (questa di Filippo Facci), "frustrata", "aggressiva", sono solo alcuni dei termini di questo giornalettismo fascista. Mi è piaciuto questo commento di Vittorio Sgarbi, che mi è parso equilibrato pur proveniente da un uomo di destra, perlomeno senza quel livore e odio tipici di questa parte politica. 

I libri di Michela Murgia sul mio scaffale
Per Avvenire, il noto quotidiano di ispirazione cattolica, non c'è stato bisogno di qualificarla come blasfema e "strega", neppure dinanzi a libri come Ave Mary e God save the queer: Michela era una credente e studiosa di teologia, aveva insegnato Religione, sapeva il fatto suo. Non c'è bisogno di aggiungere altro a riguardo, basti leggere questo bellissimo articolo. 
Un donna colta e intelligente, pensante e combattiva non è gradita a molti, la lezione è stata chiarissima. E quei "molti" non sono in grado di guardare la luna, fissano il loro sguardo miope sul dito, si rifiutano di andare oltre, approfondire, leggere, informarsi. Preferiscono attenersi alla stampa denigratoria e il loro orizzonte resta quello, non intendono conoscere, giudicano, colpiscono, odiano. 
La loro limitata intelligenza e capacità di lettura della realtà non li porta neppure a individuarne aspetti che avrebbero avuto il potere di commuovere chiunque, anche da un fronte opposto. Ma tant'è. 

Io sono stata e resto fortunata. Perché sono fra i moltissimi altri che l'hanno amata, apprezzata, stimata oltre ogni dire. Michela Murgia ha avuto su di me un potere ipnotico nei mesi di lockdown, quando ebbi tutto il tempo di ascoltare, affidarmi, capire. Posso dire di doverle una visione più ampia, l'aver saputo che esistono cose prima totalmente ignorate. 
Mi ha insegnato cosa siano i "bias cognitivi", per esempio. In una bellissima puntata di Buon Vicinato con Chiara Valerio mi ha insegnato le "geografie" (quanta bellezza in quei colloqui!) e mi ha fatto ridere di gusto dinanzi ai tantissimi passaggi in cui prende un dettaglio e lo smonta fino all'osso, assieme alla sua coltissima sodale, in uno scambio dialettico che chi ama la parola e l'argomentazione ironica può solo amare. Ho gustato puntate dedicate a temi svariati: il cambiamento, la pedagogia, la fede, la gentilezza, la democrazia, la solitudine, Tolkien, e perfino Lady Oscar, Harry Potter, Babbo Natale, Dracula, libro o film, e tantissimo altro. 

In barba a chi l'ha definita senza simpatia e sempre "arrabbiata". Michela Murgia era divertente e amava divertirsi, aveva una passione smodata per una band di giovani coreani, stava imparando il coreano studiandone sonorità e costrutti, adorava cucinare, cantare, non aveva il pollice verde e ci faceva un'ironia sopra davvero molto divertente. 
Aveva un grandissimo senso dell'onestà in amicizia, per di più ha creato una vera e propria famiglia di amici, raccogliendo attorno a sé persone conosciute in incontri del tutto casuali eppure "potenti", rivelatori.
Lei che non aveva avuto la fortuna di una famiglia in cui vige amore e protezione, ma al contrario aveva vissuto la violenza di un padre-padrone, ha trovato un altro modo di formare una famiglia, obbedendo a quel sano principio che "il mondo non è poi così brutto, dipende dal mondo che ti fai". 
Uno dei suoi più grandi amici è stato Roberto Saviano, che ha voluto accanto a sé nelle ultime ore prima del trapasso, ritenuto un fratello prima che amico. 
Ha condiviso con una madre l'educazione di un figlio, conosciuto bambino durante la presentazione di Accabadora e poi mai più lasciato, ha "adottato" il giovane Alessandro Giammei conosciuto in anni di gioco di ruolo, ha accolto come "figli d'anima" giovani per i quali è stata madre, sorella maggiore, compagna di vita. Ha lasciato a tutti loro l'eredità di un luogo in cui continuare a riunirsi, ha scritto un testamento in cui ha diviso tutto ciò che ha raccolto fra i componenti della sua famiglia. 
Che non metto fra virgolette, perché una realtà come questa lo è, legittimamente, famiglia. 
L'omaggio di tutti durante e dopo i funerali è stato vibrante di bellezza, a partire dalle attesissime parole di Chiara Valerio durante le esequie, che sceglie di parlarne al futuro. Saviano ha menzionato il vigore politico di Murgia, e naturalmente è stato attaccato il giorno dopo - Libero ha parlato molto elegantemente di "macabro show" - perché non si sa tacere nemmeno dinanzi alla morte. I soliti detrattori hanno parlato di tifo da stadio, ma era inevitabile, così come lo è stata tutta l'energia di chi ha pianto e applaudito e urlato il nome di Michela quel giorno. Poi Chiara Valerio ha trovato le parole giuste anche per questo:
Utilizzare le parole pronunciata da Roberto Saviano  al funerale di Michela Murgia, per screditare Roberto stesso, è la misura di quanto i giornali di regime temano una piazza dove garrivano bandiere italiane, bandiere arcobaleno e palloncini a unicorno.
In questo mio blog mi è capitato di parlare di Michela Murgia, trovate qui la recensione di Accabadora e qui un post riguardante un suo confronto con Luca Sofri sul teatro e sulle criticità dei teatri durante la pandemia. 
Tornerò a scrivere di lei, perché nel frattempo continuerò a leggerla. 
A Riva del Garda mi sono infilata in una libreria e ho preso e poi letto Chirù, che contiene passaggi indimenticabili, poi pian piano leggerò tutto quello che ha scritto. 
Continuerò a leggerla e ad ascoltarla, perché Michela Murgia era e resta un'eccellenza del panorama intellettuale italiano, al di là di ogni polemica politica ciò è innegabile. 
Lascerò che mi insegni nuove visioni, nuove parole, nuovi modi di osservare la realtà, continuerò a imparare come si può imparare solo dai sapienti. 

La sua ultima intervista è piena di bellezza. La consiglio davvero a tutti. 




Mi piacerà leggere i vostri commenti se vorrete scriverne.

26 commenti:

  1. Condivido la sua analisi e aggiungo che l’odio riservatole da tali correnti politiche è direttamente proporzionale alla potenza dei suoi messaggi. Una donna di tale levatura spaventa e all’uomo che non può competere intellettualmente e attraverso contenuti con tanta ricchezza usa l’unica arma che conosce, sposta l’attenzione sull’aspetto fisico. Povero quell’uomo che non sa che la bellezza va oltre i suoi stupidi canoni e che per noi altri la Murgia appariva meravigliosa, affascinante per come sapeva (e sa ancora) scuotere le nostre menti.

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    1. Questa cosa dell'aspetto fisico è stata la più disarmante di tutte. Disarma perché non ci sono argomenti sostenibili con chi pensa al corpo piuttosto che alle parole, alle idee, a tutto quello che ha potuto offrire. Poi continuo a dire: c'è una Michela Murgia politicamente e culturalmente schierata, va bene, ma c'è anche l'intellettuale e una come lei sarà sempre una risorsa per chi vuole imparare cose nuove anche e soprattutto al di fuori dalla politica stessa. Il mio apprezzamento per le sue idee politiche, infatti, è arrivato solo molto tempo dopo.

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  2. Una donna forte e speciale.
    Bel post e bel video.
    Grazie Luz.

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  3. Gente come Feltri o Gasparri sono talmente squallidi che non vanno neppure considerati, sarebbe come aspettarsi umanità da chi umano non è. Loro e i loro accoliti sono veramente inqualificabili.
    Se posso fare un appunto alla blogger ;-) definire l'Italia come un paese di odiatori di donne mi pare eccessivo.

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    1. Magari li si potesse non considerare. Alimentano l'odio verso chi non la pensa come loro. Non argomentano, lanciano proclami che pretenderebbero di essere perfino ironici, strizzano l'occhio al gregge che li segue e li applaude. Greta Thunberg definita "gretina" fa ridere i cretini come loro, mettono carne al fuoco e promuovono un giornalettismo sanzionabile. Eppure sono lì, purtroppo non li si può ignorare.
      Scrivi "definire l'Italia come un paese di odiatori di donne mi pare eccessivo". Non l'ho scritto da nessuna parte e non lo penso, non sarei mai così tranchant. Nella mia argomentazione ci sono parole come "molti", "un fronte di", "stampa di destra", "c'è chi". Non corrisponderebbe a verità che tutti siano stati odiatori di Michela Murgia o di donne come lei. Mi sa che ti sei perso l'insieme del post. ;)

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    2. Veramente nel post è scritto proprio come ho letto:
      "L'ultimo canto di un cigno che agli occhi di tanti è stato un brutto uccello deforme, una donna senza fascino né attrattive, un "orco" inguardabile.
      Perché noi viviamo in un paese di odiatori e odiatrici di donne che sanno pensare e discutere".
      (sono sempre io, sto commentando in modo anonimo perché non riesco a accedere al mio account).

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    3. Sì, ma quel passaggio se decontestualizzato può generare l'idea che sia una frase tranchant, all'interno di un'argomentazione più ampia, no. È come ho già scritto "accompagnato" da espressioni che ne definiscono l'ampiezza.

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  4. Una donna che ha scardinato idee correnti sbagliate e che ha messo a nudo i difetti di una società come la nostra forte con i deboli e debole con i forti. Una società dove l'odio ormai sta invadendo la vita pubblica in un paese dove spesso sento dire che "è colpa degli altri".

    La sua forza stava nel mostrare a tutti le questioni che da tanto tempo erano sotto i nostri occhi ma che per tanti motivi continuano ad esistere. I ciarlatani del talk show televisivo politico di vario genere non li vedo e non li ascolto più da tanto tempo. Ho disgusto per certe facce politiche e non solo quelle. Il mondo dell'informazione è stato (come dire) "formattato" dal nuovo potere. Ad esempio basta vedere che fine ha fatto RAI NEWS24 un canale televisivo interessante, che mostrava le varie facce delle notizie italiane ed estere. I nuovi dirigenti per prima cosa hanno eliminato le informazioni a loro scomode per trattare solo i temi politici che gli convengono (ad agosto la redazione ha contestato ma non è servito a nulla).

    Salviamoci, manteniamo una mente libera e pronta a cogliere il meglio come una mente libera era Michela Murgia.
    Un salutone e alla prossima

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    1. Stiamo in effetti vivendo un periodo infelice sotto tanti aspetti. È come se fosse stata sdoganata l'idea che odiare e mostrare chiaramente di farlo sia normale, possibile, perfino auspicabile verso certe realtà. Sembra essersi spento quel pudore che portava, prima, a essere prudenti, a non manifestare pensieri negativi. La libertà di parola e di espressione rimane sacrosanta, ma viene scambiata per libertà di manifestare senza freni il disprezzo di minoranze, del genere femminile, dell'intelligenza altrui. Sono del tutto convinta che i social, diventati endemici ormai da un quindicennio almeno, abbiano "guastato" la comunicazione. Il loro libero accesso, normato solo in minima parte se pensiamo a certi fenomeni come il cyberbullismo, è stata la porta dalla quale sono entrati i leoni da tastiera per vomitare il loro livore. Quando li si denuncia e vengono chiamati a risponderne, dicono che era uno scherzo, o che non immaginavano di offendere, si scusano come agnelli innocenti, inconsapevoli del danno. Perché l'effetto a catena è una cosa davvero molto pericolosa. Basta guardare cosa succede dopo la prima risposta violenta sotto un post "X". E questo è solo la cassa di risonanza del web, nella realtà stiamo assistendo a una violenza senza precedenti fra gli adolescenti, e poi in un rinato fascismo molto pericoloso.
      Michela Murgia non è stata colei che ha sparato a zero senza contenuti, senza argomentare, il punto è che argomentava eccome, dimostrando mediante un solido convincimento e con termini inequivocabili quello che sta accadendo. In tal senso abbiamo perso una voce che era preziosissima. Ma possiamo recuperarne i tanti contenuti. Ne ho conservato uno proprio sul revival fascista, voglio dedicarci un post prima o poi.
      Hai ragione, salviamoci. Possiamo farlo.

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  5. Dico la verità: come scrittrice la conosco ancora poco. Ho acquistato solo Noi Siamo Tempesta (da leggere) e vorrei recuperare altri suoi libri, a partire da Accabadora. Da tempo ho però cominciato ad apprezzarla per i suoi numerosi interventi come libera pensatrice nel dibattito culturale e sociale del nostro paese. E soprattutto, l'ho ammirata per la forza e la dignità che ci ha saputo dimostrare e trasmettere in questi ultimi mesi di vita, per lei penosissimi. Sulle critiche squallide e grottesche da lei spesso ricevute, la penso come te. Chi lo ha fatto sistematicamente con l'intenzione di screditare lei e le sue idee in qualsiasi modo che non non prevedesse l'uso dell'intelligenza, penso tutto il peggio possibile.
    Grazie Luz per questo bel ricordo.

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    1. La Murgia scrittrice e la Murgia impegnata politicamente a volte sono due identità poco affini. Nei suoi romanzi sento una capacità e sensibilità da scrittrice, nei suoi saggi la forza argomentativa con cui sosteneva le sue idee. Diciamo che conoscerla come narratrice amplia il quadro ma non è del tutto necessario attraversare la sua narrativa, può invece servire per completarne la visione. Era una donna complessa, stratificata, straordinaria. Grazie per il tuo commento e benvenuto, Stefano. :)

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  6. Il fetore della destra fascista è diventato insopportabile.
    Michela, una donna straordinaria che questa società non meritava.

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    1. Meno male che possiamo continuare a leggerla e a prenderne esempio. La cosa veramente triste è che non ci sarà mai più qualcuna come lei. Possedeva una serie di combinazioni troppo particolari. Peccato.

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  7. Io la amo, l’ho sempre amata e sempre l’amerò. Oltre che una bravissima scrittrice è stata una vera intellettuale che non si è mai sottomessa né conformata al potere, ma lo ha sempre criticato. Questo ha dato tanto, tanto fastidio ai giornali di destra che non hanno comunque potuto distruggerla. Ha fatto rinascere il femminismo in Italia e ha sempre lottato per i diritti civili, per la messa in discussione di certi costumi basati sul pregiudizio. Noi che l’abbiamo amata abbiamo imparato tanto da lei. Era necessaria a questo paese, è andata via troppo presto. Quando seppi della sua malattia, leggendo il suo post di Instagram, piansi a dirotto. Sono stata malissimo per due/tre giorni. È stata una donna meravigliosa fino alla fine. E il fatto che sia stata molto odiata significa che Michela ha fatto bene il suo lavoro, smuoveva le acque. E anche vero che è stata odiata perché donna. La sua esperienza, la sua storia ci ha fatto toccare con mano il maschilismo imperante che vige in questo paese.

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    1. Condivido ogni tua parola, Caterina. È stata esattamente quello che hai scritto e ha generato esattamente questo. Possiamo non perderla di vista. Percorrere i suoi numerosi post, i libri, le conferenze, rivederla, riascoltarla e rilanciare mille volte le sue idee. Sento in me la gratitudine di avere imparato molto.

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  8. Non l'amavo come scrittrice, Accabadora non mi è piaciuto molto e di Chirù ho anch'io parlato in un vecchio mio post: una scrittura precisa, perfetta, ma con qualcosa di farraginoso che non ho saputo apprezzare. Come donna ne avevo, invece, una bella concezione: arguta, intelligente, con le parole non la fregava nessuno, esprimeva in modo impeccabile ogni suo pensiero. Ho seguito anch'io delle puntate del podcast con la Valerio, tutte divertenti, dove bravura, competenza e preparazione venivano fuori in un modo fantastico. Quando ho saputo della sua malattia mi sono dispiaciuta molto e la sua morte mi ha toccata profondamente. Non ero d'accordo con tutte le sue idee e una volta l'ho perfino trovata insulsa, quando ha elaborato quel test per cui se rispondevi in un certo modo risultavi essere fascista e tu lo sai, io sono di idee prevalentemente conservatrici, ma francamente del fascismo ho ben poco! Ho pensato che anche lei fosse schiava del pregiudizio. Però, ho sempre trovato sgradevoli gli epiteti a lei indirizzati e sgradevole anche certo giornalismo provocatorio e squallido. Ho seguito il suo funerale on line e mi sono commossa.

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    1. Conosco il tuo pensiero riguardo ai romanzi, ricordavo le letture che citi. Sono andata a leggere il tuo post su Chirù e ho scoperto quel profilo Fb, non lo conoscevo! Eh sì che nel 2015 ancora non avevamo ancora incrociato i nostri passi. È stato una rivelazione. Ho letto alcuni post del profilo e ho riconosciuto lei dietro ogni parola. È evidente che sia stato un esperimento andato a buon fine, ha detto spesso di avere sperimentato coi social, lei che in anni di fatica per sconfiggere i cattivi pensieri trovò in rete e nella finzione dei personaggi un modo per affrontare la giornata.
      In generale, questa donna è riuscita a commuovermi. È strano quello che ha generato in me, non lo avrei creduto possibile. Possedendo un buon livello di empatia, mi ha colpito la sua storia personale, la sua sofferenza controbilanciata con una forza d'animo davvero rara. È stata una ragazza sola, poi una donna sola. S'è inventata mille modi per stare al mondo e aveva fame di vita. Non è stata una privilegiata, non è mai appartenuta a quella borghesia di sinistra che pure ieri, durante l'incontro con Mencarelli è stata citata come un cattivo esempio di fare cultura. A Michela Murgia pure questo devo. Io mi ritengo persona di sinistra ma lei mi ha insegnato che esiste una sinistra non rispondente all'ideologia più pura della lotta di classe, dell'impegno civile. Me ne accorsi quando parlò a uno spocchioso Luca Sofri di teatri che nelle borgate e periferie difficili salvano letteralmente la gente dalla strada. Sofri ignorava totalmente quelle realtà, lui che fa parte dell'intellighenzia rossa. Questa mancanza di coerenza mi ha fatto guardare a nuovi scenari, a stare più attenta a chi urla aiuto, a schierarmi meglio dalla parte di chi ha bisogno, a non lasciarmi incantare da una politica da lustrini e paillettes che ha tradito se stessa e le idee migliori del passato. Ma ancora ho moltissimo da imparare. Posso partire da chi è stata un'eccellenza e ha saputo dire le parole giuste.
      Sono felice di leggere le tue parole, Mari', denotano grande sensibilità da parte tua.

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  9. Hai scritto un post davvero bellissimo. Io sono una di quelle persone che ha sofferto tantissimo per la morte di Michela: era (è!) una delle mie scrittrici preferite, ha sempre saputo toccare le corde del mio cuore... In più abbiamo avuto qualcosa in comune: giocavamo allo stesso gioco di ruolo, anche se lei ne uscì davvero poco tempo prima che ci entrassi io. Non ci siamo incrociate per un soffio, ma abbiamo vissuto quella stessa terra fatta di fantasia, parole, emozioni. E per quanto possa sembrare strano, l'aver condiviso qualcosa del genere me la fa sentire come un pezzetto della mia famiglia, nonostante tutto.
    Amo il suo modo di scrivere, a volte non ho condiviso alcune sue idee o pensieri, ma questo non significa che non abbia comunque apprezzato. Se fossimo tutti uguali, sai che noia!
    Quel che non sopporto è questo continuo criticare attaccandosi esclusivamente all'aspetto fisico delle persone... Come quando da bambini si litigava con qualcuno e gli si diceva: "Sei brutto e cattivo!" perchè, in realtà, non sapevamo come argomentare. Certe persone, ahimè, son rimaste a quello stadio infantile e purtroppo godono pure di responsabilità che solo gente umile dovrebbe avere.

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    1. Posso solo immaginare come sia stato per lei fare quel gioco di ruolo. In diverse interviste ha detto che le ha permesso di capire e ideare l'idea della narrazione, l'intreccio. In questo ho visto la possibilità di ritenere un'attività ludica, un puro passatempo, come opportunità. Immagino quali personaggi appassionanti avrà saputo creare.
      Grazie per aver apprezzato questo mio post. L'ho rimaneggiato nei giorni, nel frattempo mi sono venute in mente tante cose, e probabilmente non le ho esaurite tutte.

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  10. Ho sofferto molto per la morte di Michela Murgia, mi piaceva moltissimo il suo modo di argomentare e controbattere gli argomenti più spinosi, trovavo il suo pensiero molto in linea con il mio, con la differenza (non da poco) che io non avrei saputo trovare parole altrettanti efficaci ed eleganti da usare.
    Mi ha davvero nauseato il livore con cui è stata osteggiata, tuttavia credo che, al di là di questi assurdi individui, lei lascerà un segno nella storia.
    Negli ultimi tempi ho recuperato i video di molte sue interviste che mi hanno dato sempre più conferma del suo valore.

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    1. Anche a me ciò che ha sorpreso di più di lei è il fatto che abbia sempre posseduto tutte le parole. Una competenza dialettica veramente d'eccellenza. Concordo con te, resterà. Impossibile che sia stata una meteora.

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  11. Sono contenta che tu abbia trovato parole così belle e decise per Michela Murgia, io sono rimasta così scioccata dalla sua vicenda, che hai riassunto così bene che non avrei saputo fare altrettanto.
    Qualche volta sono portata a pensare che di fronte all'orrore che le persone portano dentro non c'è cura né rimedio. Invece lei ha dimostrato il contrario, ha praticato il contrario. Non so se la famiglia queer che ha costruito continuerà la sua strada insieme o se Michela ne era il collante, ma in ogni modo ha dimostrato che i confini sono solo nella nostra mente. Leggerò Tre ciotole e Stai zitta. Grazie per questo ricordo

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    1. Mi chiedo anch'io che ne sarà della sua famiglia. Sto notando un certo riserbo ed è giusto così. Alessandro Giammei, uno dei suoi "figli d'anima", continua a rappresentare il pensiero della sua amica e madre putativa con la forza dialettica che li fece incontrare molti anni fa. Ma lui è anche un docente universitario oggi, si è costruito una carriera su questo suo talento.

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  12. Come scrittrice, ho molto apprezzato il suo esordio "Il mondo deve sapere", scoperto grazie al film "Una vita davanti", soprattutto la genesi di quel libro, nato in forma di blog vero e proprio. Ma poi non l'ho più seguita, e quando è diventata "famosa" mi è sembrata cambiata, sapeva svilupparmi un'antipatia a pelle, di cui ancora oggi non comprendo la provenienza. Vero è che probabilmente ha dovuto tirare fuori gli artigli per rispondere a quegli epiteti... inorridisco a leggerli! Mi vergogno che nel mio Paese ci sia questa dialettica offensiva (e poi ci sorprendiamo di certi atti del branco minorenne?! Se questo è l'esempio degli adulti...) Non so nemmeno perché la consideravano brutta, sinceramente. L'ho sempre trovata curatissima e con un suo particolare charme. Rossetto acceso e perfetto, immancabile. L'articolo che le ha riservato l'Avvenire dice molto, è davvero fatica ottenere tali elogi dalla loro parte. Che piaccia o no, ha sicuramente lasciato un segno indelebile. Lei sopravvivrà alla Storia, per conto mio. Degli altri, mah, di quelli là resterà pochino.

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    1. Eppure tutto quello che ha scritto dopo, se ti è piaciuto quel primo libro, potrebbe piacerti. Ed è proprio vero, lei sopravvivrà alla Storia, l'odio che le hanno gettato addosso sarà solo un ricordo di questo disprezzo neofascio in cui siamo immersi da qualche anno.

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