martedì 26 aprile 2022

Come si realizza un cortometraggio? La D'Azeglieide.

 


Quello che vedete qui sopra è il cortometraggio realizzato il 17 e 18 aprile scorsi, durante le festività pasquali. Un cortometraggio a carattere storico, richiestomi da mio nipote, studente del Liceo Scientifico quadriennale delle Scienze Applicate Zanelli di Reggio Emilia. 
Alessandro intendeva proporre per il lavoro di gruppo su Massimo D'Azeglio un prodotto diverso dalla solita ricerca o altre amenità piuttosto comuni. Ha pensato a un cortometraggio, possedendo anche l'attrezzatura adatta per realizzarlo, assieme a due compagne di classe - Sky e la Storia, che vedete nel corto. Organizzare a distanza un progetto simile è molto difficile, a maggior ragione con tempi ristrettissimi, ma con due appuntamenti in videochiamata, un paio di pomeriggi di scrittura, due giorni di riprese e uno di montaggio... ce l'abbiamo fatta. 
Ho deciso di dedicare un post a questa esperienza perché il prodotto finale è stato sorprendentemente buono, assai apprezzato a scuola (ovviamente i tre pargoli hanno guadagnato un 10) e da tutti coloro che lo stanno vedendo in questi giorni. Colgo l'occasione per raccontarvi come si realizza un prodotto di questo tipo (ovviamente nel mio piccolo, perché non sono una professionista). 

Una premessa è d'obbligo: il cortometraggio è strettamente legato alla recitazione, alla drammatizzazione, pertanto è materia che ho imparato a destreggiare da sola e con pochi mezzi partendo dalle mie competenze. Nel 2018 realizzai un primo corto a carattere "narrativo", con scene e senza parole. Privo di un testo, sono state le immagini in movimento a "parlare", si trattava del video che precedeva lo spettacolo Finding Anne Frank, raccontato qui
Durante i mesi di teatro a distanza, sono stati molti i corti realizzati dai miei allievi di laboratorio, seguendo direttive precise, partendo da scene note o concetti astratti. Lo scorso anno, poi, a scuola è stato realizzato il grande progetto Colori e forme di Grottaferrata, che mi ha permesso di mettere a punto alcune conoscenze consolidate e osservare alcuni professionisti all'opera. Insomma, un percorso che in sordina nel tempo ha avuto effetti importanti. 

La sceneggiatura.
Regole fondamentali del cortometraggio:
  • deve avere breve durata (15 minuti è la durata più comune e secondo me perfetta)
  • i personaggi devono essere definiti, ben caratterizzati 
  • la storia deve possedere un concept chiaro 
  • il finale deve essere d'effetto 
Come per ogni racconto, anche il cortometraggio non può fare a meno della scrittura, ma si ritaglia modalità del tutto diverse dalla scrittura teatrale. Ho scritto la D'Azeglieide, lo ammetto, non seguendo il metodo di impaginazione "ufficiale" per un corto, semplicemente seguendo il solito metodo. 
Non è corretto, perché la sceneggiatura (e non drammaturgia) di un corto contiene tutti gli aspetti tecnici della regia, oltre a una nomenclatura pertinente il mondo tutto del corto e lungometraggio (il sinonimo di "film"). Per ragioni pratiche e per i tempi ristretti, ho preferito tralasciare la forma.
Con Alessandro ho concordato le tematiche principali del lavoro di ricerca, le chiavi concettuali attorno alle quali si sarebbero sviluppati i dialoghi. La sua prof voleva un approfondimento vero, un lavoro sulle fonti, accuratezza. Sì, ma da questo sviluppare un lavoro che in 15 minuti toccasse i fondamenti del pensiero d'azegliano richiede la necessità di puntare sulla sintesi, su pochi ed efficaci elementi.

L'incontro di un giovane studente dell'epoca attuale con il celebre politico D'Azeglio doveva essere un incontro/scontro, un parlarsi da due epoche nettamente diverse, attorno a parole fondamentali come "repubblica" e "democrazia", concetti che l'uomo del passato rigetta come impraticabili. 
Il dialogo diventa un confronto fra un ieri e un oggi in cui gli effetti del tempo e della Storia hanno ribaltato gli intenti, perché la Storia è fatta di uomini e le generazioni le imprimono direzioni differenti. 
Il parlarsi dello studente e di D'Azeglio deve essere dinamico, con battute che mostrino bilateralmente i due caratteri e i modi. L'ironia è irrinunciabile, perché il corto deve anche strappare un sorriso, catturare l'attenzione giocando con i canoni classici della comunicazione, in buona sostanza "non prendersi troppo sul serio". 
Il comparire della Storia, figura neutra ed equidistante, corregge il tiro, offre spunti nuovi, innalza il discorso a principi senza tempo, affida al giovane studente una "missione civilizzatrice", e soprattutto svela le possibilità dei giovani, il loro ruolo. 
Ho amato moltissimo il personaggio della Storia, una sorta di "musa" onnisciente depositaria di saggezza, dispensatrice di valori senza tempo. 

La caratterizzazione dei personaggi. 
Qui subentra ciò che sappiamo delle regole fondamentali della recitazione, certo non dinamica e "fisica" come può avvenire in palcoscenico, tutta giocata all'interno di una inquadratura e pertanto in certo senso limitata, ma proprio per questo da costruire con dovizia. La location è casa di mia sorella, un casale antico che si presta a far da sfondo alla narrazione. Avendo solo due giorni per realizzare il tutto, gli spostamenti sono ridotti al minimo: una esterna e due stanze in tutto. 
La regia cinematografica si discosta da quella teatrale, ma anche da quella del cortometraggio a mio avviso. Per un cortometraggio, se è vero che valgono le regole fondamentali dell'inquadratura - la "grammatica delle immagini" - questa è altresì il perimetro nel quale devono realizzarsi alcuni fondamenti della caratterizzazione. 
Nello specifico: le prime inquadrature sono due campi lunghi e un campo medio. Seguiamo D'Azeglio lungo il viale e poi fino alla porta d'ingresso, è un modo per introdurre il personaggio dandogli già un carattere, lunga falcata, modi decisi. Poi sempre più da vicino, si arriva al piano medio o mezza figura. 

Massimo D'Azeglio (1798 - 1866)
Fra i due personaggi ho mantenuto quasi totalmente un primo piano, con alcuni primissimi piani a D'Azeglio, ma solo nei momenti più strettamente comici. 
Lo sguardo di entrambi è solo raramente diretto, come a dire che il personaggio che ascolta è "in soggettiva", ossia guardiamo l'altro coi suoi stessi occhi. 
Mai strafare con la soggettiva, diventa ridondante, infastidisce l'osservatore. 
L'inquadratura dal basso non solo offre la possibilità di descrivere la posizione nello spazio (giacché l'altro personaggio sarà seduto, quindi in certo senso guardiamo col suo sguardo) ma infonde al personaggio inquadrato solennità e grandezza. Nelle descrizioni di sé D'Azeglio è sempre inquadrato in questo modo. 
C'è da dire che Alessandro, pur alla primissima esperienza, ha concretizzato perfettamente ogni passo della mia caratterizzazione. Il neofita della recitazione tende a mantenersi neutrale, a basso profilo, io volevo un D'Azeglio orgoglioso, superbo, a tratti nevrotico, con alcuni tocchi di gentilezza e comicità. Ho spillato dalla mia costumeria mantello e cilindro, lui si è occupato del resto, individuando gli abiti giusti per rappresentare un uomo dell'Ottocento. Giudicate da voi, il mio nipotino sedicenne è come si dice in gergo "in parte". :) 
Il giovane studente difetta di pronuncia, non è sempre incisivo, ma Sky ha portato se stessa nel cortometraggio, si è espressa esattamente come farebbe nella sua quotidianità, e questo non dispiace. 
Caratterizzare la Storia è stato difficile in particolare per l'immagine. 
L'idea era che un mezzobusto prendesse a parlare, ho cercato di offrire il più possibile l'idea di una "statua parlante", con inquadratura in primo piano fissa, tanto cerone bianco e un lenzuolo. 
Beh, pochi e semplici mezzi, quelli a disposizione. Mi interessava che emergessero le parole importanti che pronuncia. 


Il finale è il risveglio di Sky dal suo sogno - o dalla "farsa" come la definisce la Storia - fatto addormentandosi sui libri. Un finale romantico, sulle note del Va' pensiero verdiano. 

Gli strumenti. 
L'apparecchiatura utilizzata per questo cortometraggio è avanzatissima, professionale, e ha permesso un prodotto in 4K, in sostanza il massimo della definizione d'immagine. Ma non occorre possedere per forza qualcosa di sofisticato, sia chiaro. 
Un cortometraggio si può realizzare anche con un buono smartphone, ce ne sono diversi che permettono una risoluzione ottimale. Per esempio, il mio Galaxy S8 pure vecchiotto ha una fotocamera da 12 mega pixel e permette di registrare video in 4K. 
Indispensabile realizzare il video su treppiede regolabile perché l'immagine sia stabile. Dipende però da che tipo di regia intendete realizzare, perché ci sono corto e lungometraggi realizzati "a spalla", con camera a mano. Un esempio il celebre e sperimentale The Blair Witch Project fra i prodotti di nicchia, ma perfino Schindler's List fu girato quasi interamente con questo metodo. 
Un piccolo strumento che ho trovato perfetto per questo tipo di lavoro è il monitor di registrazione immagini da fotocamera. Collegato con cavo HDMI all'apparecchio, permette di vedere in tempo reale il prodotto girato, selezionare, archiviare il lavoro. Utilissimo successivamente anche per il montaggio.
Il montaggio, l'ultima, importantissima fase di lavoro, è opera di Alessandro, che destreggia con disinvoltura questo tipo di software, ha attitudine con la selezione immagini e il loro assemblaggio, verifica i tempi, è molto attento a che il tutto abbia una certa fluidità. 

La D'azeglieide è stata per questi ragazzi un'opportunità preziosa, perché ha permesso loro di costruire un progetto concreto e di pregio. Il bello di questi lavori è che restano nel tempo, segnano il passo, sono lì, pronti a essere visti e costituire un ricordo importante. 
Averli aiutati a realizzarlo è stato per me fonte di gioia. 

Vi è piaciuto questo progetto? Conoscete altri tipi di cortometraggio? Che ne pensate di questo tipo di "racconto"? 

18 commenti:

  1. Non posso che fare i complimenti a tutti voi per la realizzazione di questo bel cortometraggio. In soli due giorni avete fatto un lavoro straordinario e l'obiettivo è stato ampiamente raggiunto. Sei stata bravissima nel concentrare in 15 minuti il pensiero essenziale di D'Azeglio confrontato con quello democratico. So che questi lavori non sono affatto semplici, un mio amico realizzava cortometraggi, per cui so la fatica che comportano. Mi è piaciuto molto Alessandro, ha saputo ben incarnare un uomo dell' 800, Sky molto spontanea, perfetta interpretazione dei giovani contemporanei, in qualche punto parla un pò troppo velocemente, però è tipico dei ragazzi di oggi, in un certo senso questo aspetto esalta la differenza tra il mondo di D'Azeglio e quello dei nostri giorni. Brava anche la ragazza che ha interpretato la storia. L'ho percepita come una figura eterea, al di sopra delle parti e portatrice di un grande messaggio. Questi ragazzi ti hanno soddisfatta , si vede. Hanno lavorato bene e se lo meritano il 10. Mi concentro molto sui contenuti perchè non possiedo conoscenze tecniche per poter discutere di realizzazione di cortometraggi. Però nell'insieme, considerando in generale l'audio, la scenografia e le riprese, direi che sono ottime. Non mi sono mai annoiata, anzi sono stata incollata al video senza perdere l'attenzione. Ripeto, sei stata bravissima.

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    1. Grazie, Caterina, di cuore. È vero, ciò che ha stupito è anche il brevissimo tempo impiegato a creare questo bellissimo progetto. Sono lavori-sintesi che devono essere poi anche efficaci, risultare piacevoli e significativi. Grazie per aver commentato ciascuno dei protagonisti, non mancherò di riferire le tue parole. :) Grazie ancora.

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  2. Mi sono proprio goduta questo cortometraggio, e mi sono anche divertita! Complimenti a tutti quanti per aver realizzato quest'impresa non semplice. Molto bravi i ragazzi, specialmente Alessandro (ho notato anche che ha una mimica molto accentuata, come il particolare del sopracciglio alzato!) e anche la ragazza che interpreta la Storia. Bellissima anche la location. Mi è piaciuta molto l'idea e la sceneggiatura, che riesce a toccare i punti più importanti del pensiero di D'Azeglio, assai poco conosciuto da scolari o meno. L'Ottocento è un secolo abbastanza snobbato e con valori considerati superati, invece è il vero crogiolo della politica contemporanea, il secolo dei grandi movimenti nazionalisti e irredentisti, la culla del pensiero socialista e progressista e - perché no? - anche reazionario.
    Ho visto pochissimi cortometraggi, e non ho le capacità tecniche per poter giudicare la realizzazione finale, che mi è sembrata comunque molto professionale.

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    1. Cara Cristina, tenevo molto a un tuo parere, tu che con la Storia vai a braccetto. :) Vorrei che si partecipasse a qualche premio per cortometraggi, magari facciamo un tentativo. Grazie per il tuo apprezzamento e per il commento su ogni aspetto. :)

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    2. Sì, assolutamente dovete partecipare a qualche concorso. Mi sono dimenticata di aggiungerlo nel mio commento.

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  3. Molto bello il tuo cortometraggio, davvero un bel lavoro, un ottimo modo per insegnare la storia

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  4. Ciao Luz, il commento sopra è mio, non so perché ma mi si disconnette l'account Google e compaio come anonimo...Riprendo il commento, trovo che hai fatto davvero un magnifico lavoro e immagino le difficoltà e l'impegno che c'è dietro. Anche tuo nipote e gli altri due ragazzi sono stati molto bravi, Alessandro ha un futuro come attore 😉 Complimenti, un fantastico approfondimento storico con la critica del presente e l'invito ai giovani a un impegno civile che non è mai scontato.

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    1. Alessandro, come scrivevo, è alla sua prima esperienza ma ha scoperto una bella attitudine! Nemmeno me lo aspettavo, ma mi ha stupito come assorbisse ogni raccomandazione e indicazione registica e di caratterizzazione del personaggio. Per me è una grandissima soddisfazione. Probabilmente ne realizzeremo altri. Grazie, cara Giulia, per il tuo commento e apprezzamento.

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  5. Molto simpatico :-)
    Al netto dei meritati complimenti agli attori, non posso fare a meno di evidenziare la cura dei testi, in particolare il linguaggio arcaico e aulico del personaggio D'Azeglio in contrasto col colloquiale contemporaneo.
    Riguardo le tematiche sollevate, eh, ahinoi, anch'io penso che molti dei patrioti che hanno dato la vita per l'Italia se vedessero come è diventata sarebbero pieni di dubbi nel giudicare se il loro sacrificio sia stato davvero ben ripagato.

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    1. Ariano, ti ringrazio infinitamente per il tuo feedback sulla cura dei testi! La drammaturgia è operazione sacra e difficile, averla azzeccata è importantissimo. Il tema è anche sofferto, ho cercato di riunire nei tre personaggi la discussione di valori ancora oggi percorribili. Grazie ancora!

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  6. Questo lavoro è meraviglioso. Da prof posso dire di provare un po' di invidia (e dire che scrivevo che il peccato mi apparteneva poco)? Perché io una cosa del genere con i ragazzi non riuscirei mai a portarla a casa. Questi ragazzi, tuo nipote e gli altri, e i tuoi alunni hanno una gran fortuna.

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    1. E invece sono certa che ci riusciresti perché sei una narratrice di storie. E sei un'osservatrice di anime, del mondo. Considera che si potrebbe cominciare anche con una piccola attività in classe, armati di telefonini. Buttare giù una storia, una scaletta, dei dialoghi. Senza strafare, anche soltanto per capire all'inizio come funziona. A me nessuno lo ha insegnato, mi sono messa in testa di volerlo fare e basta, come è stato per il teatro. Quindi, cara Antonella, sono certissima che tu abbia tutte le capacità di fare un tipo di esperienza simile a questa. Grazie di cuore.

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  7. Sono ammirata cara Luz. Per la tua persistenza nel comunicare ai ragazzi non solo la tua passione per la regia e la rappresentazione, ma per la scelta dei testi e dei dialoghi, efficacissimi. Il D'Azeglio è quanto mai attuale e credo che il rapporto con la Storia da parte dei ragazzi possa essere meglio approfondito attraverso lo strumento audiovisivo, che maneggio poco e male, anche dallo smartphone. Le tue precisazioni sulla regia " a spalla" attraverso due esempi che conosco mi hanno fatto capire anche l'importanza di questa scelta. Una sorta di presa diretta. Arriva dentro, subito. Come questo lavoro. Bravi bravi bravi

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    1. Grazie infinite, Elena. Il "film" è un racconto a tutti gli effetti, poggia su alcuni principi come la scrittura sui propri, far collimare il metodo e la struttura è un lavoro quanto mai stimolante. Esserci riusciti, nel nostro piccolo, ci riempie di gioia e soddisfazione.

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  8. Complimentissimi. Tra l'altro 15 minuti in video secondo me non sono pochi da "riempire", non è come leggere un testo di 15 minuti. Molto bravi.
    A me Sky è piaciuta, l'ho trovata molto naturale.

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    1. Grazie, carissima. Tu che ti intendi di lungometraggi hai l'occhio pure sui corti. :)

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  9. Apperò! Complimenti! Gran bel lavoro di preparazione, tecnica, tecnologia e recitazione.
    Fa impressione pensare che oggi si può girare così un filmato in 4k. Quando girarono Il Signore degli Anelli la bellezza di vent'anni fa, stavano utilizzando allora delle camere professionali in prototipo, con qualità 4k, pensando proprio al futuro riutilizzo. Poi non veniva utilizzata tutta la qualità perché fuori, nei cinema e nei nostri dvd, non erano ancora supportati. Per il ventennio, hanno ripreso quelle immagini e hanno prodotto le versioni in 4k, adesso che possiamo vederle tranquillamente anche a casa. Anzi, adesso possiamo produrne pure noi in 4k, con tanto di software di stabilizzazione dell'immagine (quando non hai il cavalletto ben fisso).
    Davvero, avete prodotto una chicca stupefacente. In soli due giorni poi!!! Standing ovation!!!

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    1. Grazie, Barbara! Una fatica pienamente ripagata dal riscontro che stiamo tuttora ricevendo da chi lo guarda. :)

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