domenica 30 giugno 2019

... e poi loro, la pietra d'angolo.

Questo e il mio ultimo post sono strettamente correlati, me ne rendo conto. 
Dopo aver scaricato la mia insoddisfazione per coloro verso i quali a nulla o a pochissimo è valso l'impegno dell'insegnante, è tempo adesso di gioire per quella percentuale di ragazzi che, a diversi livelli, hanno realmente spiccato il loro primo promettente volo.
C'è bisogno di parlarne, in questo momento così terrificante fatto di disprezzo e becero maschilismo. C'è bisogno di bellezza, di gente perbene e vera, di lotta, di speranza. 
I giovani di cui scrivo non sono solo coloro che hanno terminato bene il loro triennio delle medie, sono anche i giovani che conosco appena, alcuni posso osservare da lontano, di altri mi si raccontano gesta degne di rispetto e ammirazione. 
Sono pietra d'angolo, metafora che mi è balenata in mente ieri, perché nulla è importante come quella sola pietra che sorregge l'intera struttura, e questi giovani così appassionati e belli di una bellezza radiosa diventano esempi e ci consegnano l'immagine di un futuro in cui saranno adulti e saranno "qualcosa" di buono nella collettività.
C'è una cosa molto importante, si chiama stima, è quel sentimento che ci porta a pensare a una determinata persona avvertendo un senso di ammirazione. 
I giovani che stimo e ammiro non sono esseri perfetti, tutt'altro. Possiedono difetti come tutti, hanno fragilità, debolezze, commettono errori, ma di fondo il loro valore non è qualcosa che hanno appreso sul campo, è qualcosa di innato, è quell'intelligenza emotiva che li fa essere e sentirsi integrati, rispettosi verso l'altro, amanti della vita e del proprio progetto di vita. 

Una delle cose più belle cui mi è capitato di assistere è il riconoscere questo aspetto in ragazzi molto giovani, l'infanzia appena alle loro spalle, l'adolescenza come un davanzale sul quale si affacciano timidi, fragranti di paura "buona", quella che li fa essere prudenti ma sempre un passo in là. 
Di alcuni ho assaporato un tono di voce dolce, di altri uno sguardo furtivo, un sorriso accennato. 
Credetemi, è una delle cose più straordinarie e belle che esistano. 
Questo tipo di adolescenti non conoscono "vuoto", perché sono ricchi di un "pieno" in cui si affastellano scenari multicolori. Trasformano la noia in una risorsa, e la fuggono cercando e inventando. Si commuovono dinanzi alla bellezza. Inconsapevoli, riescono a crearla. 

E così... eccone alcuni esempi. 

Chiara, di cui ho parlato qui, che ha in sé un patrimonio di intelligenza e sensibilità. Sempre corretta e solidale, tanto saggia per i suoi anni. Al suo primo anno universitario e attrice di alto valore. 
Federica, che ha appena terminato un anno di studi negli Stati Uniti. È una mia allieva di laboratorio, l'ho conosciuta grazie al teatro, è una ragazza che ha amore a piene mani da dare. 
Alessandro, il mio nipote quattordicenne che ha appena concluso il triennio delle medie con 10/lode, parlando di schiavitù, libertà e diritti umani. Ama visceralmente la musica, suona il piano in un'orchestra jazz, è un tipo sportivo, simpatico, adora tutto ciò che è super tecnologico. 
Moira, della quale ricorderò quei trenta minuti in cui una bambina ha lasciato il posto a una giovane ragazza che all'esame ha parlato di diritti negati alle donne in zone depresse del Sudan, di infibulazione, di spose bambine, che mi ha tenuto testa con signorile intelligenza quando le ho posto la domanda sul perché dovessimo conoscere quelle realtà. 
Sofia, la sua passione per l'arte e il palcoscenico, col suo bagaglio di meraviglie durante gli esami, in cui ci ha portato per mano nella Bellezza, deliziandoci poi con un brano al piano. In queste ore è appena arrivata in Irlanda, dove trascorrerà un mese, giovane virgulto desideroso di conoscere il mondo, fremente di desiderio di scoprire e fare esperienze nuove. 
Matteo, che si è tenacemente costruito oltre la propria timidezza, immergendosi in libri di letteratura e scoprendo nel teatro il suo elemento. Lui che si ferma a parlarmi alla cattedra dopo aver terminato I Malavoglia di Verga, illustrandomene dettagli come fosse un critico consumato e che conosce il cinema d'autore e neorealista come se fosse uscito da un corso universitario. 
Edoardo, figlio della mia amica e blogger Marina Guarneri, un virtuoso del pianoforte oltre che un bravissimo studente di liceo. Ha vinto un concorso importante, ascoltatelo qui

Mi piacerebbe conoscere nei particolari il segreto dell'educazione impartita loro dai genitori, ma posso immaginare cosa abbia funzionato.
Questi ragazzi non sono perfetti, sono speciali. Sono fuori dall'ordinario di tantissimi che purtroppo non hanno ricevuto stimoli giusti. Sì, perché i giovani hanno bisogno di un ambiente familiare sano e propositivo, di genitori che sostengano il tanto che sanno dare e che investano sul loro percorso. 
Genitori bravi nel dosare quel che spetta, che insegnano a far loro apprezzare il sacrificio. Genitori che hanno saputo dire "no", che hanno sostenuto gli insegnanti, impartendo loro il rispetto per cose e persone, concretizzando un sistema il più possibile in equilibrio. 
Noi maestri, quando ci imbattiamo in giovani così, riceviamo un dono. 

Conoscete anche voi ragazzi così speciali? 

15 commenti:

  1. Ma che bello questo post, Luana, carico di positività, in un momento e con degli esempi di ragazzi che allontanano da sentimenti di stima, purtroppo.
    Complimenti a tutti i giovani che hai citato, alla loro capacità di distinguersi dimostrando intelligenza, buona volontà, educazione, talento e grazie per avere inserito in questo gruppo di adolescenti che fanno la differenza mio figlio Edoardo. Lui è inquadrato e caparbio come il padre ed equilibrato e umile come me. Ma il talento nella musica è un dono del buon Dio, noi lo abbiamo solo assecondato.😁

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    1. C'è bisogno di pensare anche a ciò che di buono esiste. Anzi, pensare a questo deve poter aiutare nei tanti momenti in cui, e te lo dico da insegnante, ti cascano letteralmente le braccia.
      Edoardo è una pietra d'angolo che mi piace molto. :)

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  2. Col mio lavoro frequento solo gente grande... Ho conosciuto diversi compagni di scuola di mia figlia, molti sono bravi ragazzi, si vede, però si nota che sono anche molto confusi. Quasi tutti dicono che se ne vogliono andare dalla città in cui viviamo che appare troppo limitata da ogni punto di vista... Purtroppo è vero.

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    1. Per individuare una pietra d'angolo occorre frequentarli, è vero. Moltissimi sono bravi ragazzi, moltissimi sono confusi. Ogni pietra d'angolo serve anche a dare il buon esempio.

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  3. Ci voleva questo post.
    Sì, in un mare di p(i)attume, esistono ancora ragazzi così. Alcuni si perderanno, ovviamente. Ma intanto, osservarli, rincuora.
    Ne conosco anche io, e ho imparato le loro dinamiche. A lavoro ne vedo tantissimi, di ragazzi, e tra questi c'è chi è una pietra d'angolo. Magari nemmeno lo sa, o magari si barcamena per essere sia pietra che pietra d'angolo.

    Moz-

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    1. Questa inconsapevolezza è una delle componenti più tenere di ogni pietra d'angolo.
      Ciò che fanno, il carattere, le loro scelte, sono così spontanee che non si accorgono nemmeno di essere così diversi e speciali. Sono contenta che tu abbia compreso il senso di questo post e sappia distinguere fra i tanti le rare pietre d'angolo. :)

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    2. Certo che ho compreso, certo che li vedo. Non per vantarmene, eh: è una cosa che ho sempre notato. È gente che ha un'aura molto particolare.

      Moz-

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  4. Conosco ragazzi speciali, nonostante un ambiente famigliare difficile e per nulla propositivo, anzi, piuttosto avvilente. Ragazzi che non possono permettersi un corso di teatro o l'insegnante di pianoforte, men che meno un viaggio all'estero. Ma che coltivano con tenacia i loro sogni e spero che il tempo darà loro ragione.
    D'altra parte conosco ragazzi che possono avere tutto questo e molto di più da famiglie più che abbienti, ma quando gli chiedi cosa vogliono fare da grandi, qual è il loro sogno, cosa vogliono realizzare, ti rispondono con noia "non lo so". Avere tutte le porte aperte può essere un terribile handicap. Anche se mi pare impossibile non avere sogni e preferenze, ci dev'essere qualcosa che ti piace più di altro. Fosse pure solo giocare con i videogiochi, dì che ti piacerebbe idearne e costruirne uno!
    E' un peccato che le opportunità di questi non possano essere trasferite agli altri...

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    1. Non sapremo mai quanti ragazzi sono speciali ma la vita non avrà mai dato loro l'opportunità di metterne a frutto il talento. Questa è sicuramente la più grave perdita che una società possa avere. Ho seguito in queste settimane una serie tv in cui un ragazzo adottivo, afroamericano, trova le giuste opportunità perché il destino gli fa incontrare una famiglia che lo accoglie e ne comprende le potenzialità, portandolo a conquistarsi un'ottima posizione, senza rinunciare a voler conoscere le sue vere origini. Possiamo solo immaginare quanti ragazzi che vivono in ambienti familiari problematici o indigenti avrebbero modo di tirare fuori quanto hanno di speciale in ambienti diversi. Una grave perdita questa.
      D'altra parte, come dici tu, sentire quel "non lo so", in particolare a pochi mesi dal termine della terza media quando si chiede a quale tipo di scuola intendono iscriversi... è scoraggiante. E ti assicuro che non serve stimolare al ragionamento, modificare la didattica in funzione di, ecc. Alcuni sono veramente "vuoti" e ti fanno cascare le braccia. Sono quelli che poi fanno tutto molto al di sotto delle loro potenzialità, insomma quelli del saprei fare ma non ne ho voglia.
      Un avvilimento assoluto. E chissà quante migliaia di ragazzi senza nulla vorrebbero stare al loro posto.

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  5. Bellissimo e rincuorante questo tuo post! E sai qual è la frase che, più di tutto, mi ha colpito? "Non sono esseri perfetti." Sì, perché noi pensiamo a questi ragazzi come ai classici "secchioni" con la testa solo china sui libri, invece hanno interessi anche sul lato sociale, e talento da vendere, e lo coltivano; hanno amicizie e le frequentano, sogni e speranze che li aprono al mondo. Nel mio piccolo, noto molti miei compagni giovani dell'università, che sono proprio così, ricchi e pieni di promesse, gentilissimi ed educati. Poi, è chiaro, ci sono anche quelli che non gliene potrebbe calar di meno, e dopo dieci minuti si mettono a guardare i messaggi al cellulare sotto il banco, o a fare i giochetti sullo smartphone. Però quando incontri giovani come quelli che hai descritto, è come ricevere pioggia fresca dal cielo. E complimenti a Marina per il suo Edoardo! :)

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    1. Sì, Cristina, questo è uno degli altri loro aspetti più belli: sono perfettamente amalgamati al resto dei loro compagni. Hanno senso dell'amicizia e non si sentono "diversi", anzi. Forse il lato meno incoraggiante è che non riescono sempre "a dare l'esempio", ossia non suscitano nei loro compagni il desiderio di essere come loro. Forse perché quelli hanno capito che a essere come loro si deve prendere un impegno, ci si deve buttare in esso a capofitto e non ne sono in grado o non se la sentono. Mentre questi vivono "alla giornata", le pietre d'angolo hanno in sé un progetto di vita. Una bella differenza fra gli uni e gli altri.

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  6. Questo è il bello del nostro lavoro. I ragazzi "speciali", non solo le eccellenze, ma tutti coloro che ti fanno capire che il tuo lavoro non è vano e c'è speranza per il futuro.
    L. che ha mille problemi davvero, ma dice che il mercoledì è la sua giornata preferita perché c'è letteratura e poi il laboratorio di teatro (che tiene una mia bravissima collega).
    M. che vede le cose sempre diverse dagli altri e a volte sente il peso di portarsi in dono un sguardo divergente.
    M. per cui quest'anno è stata un'esplosione di scoperte, la danza, la letteratura, l'arte e poi si è girata di colpo e ha scoperto anche esiste l'invidia.
    R. che ha sempre vissuto in una cascina isolata, ora il paese le sembra una metropoli e a volte non sa bene come fare e come portare il peso di una sensibilità non comune
    A. che è sempre ottimista e sorridende, che deve prendere almeno nove anche se è in pieno ramadam che, dice, è una sfida con se stesso.
    S e A, che hanno alle spalle la storia più difficile in cui io mi sia imbattuta e che tuttavia vanno avanti e non si dimenticano mai di dire "grazie"

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    1. Una bellissima carrellata di "pietre d'angolo". In particolare questi ragazzi spiccano in ambienti come quello in cui insegni tu, dove possono esserci anche realtà familiari difficili, o il confronto con culture diverse (da noi c'è qualche famiglia romena, finora mai avuto ragazzi di religione islamica per dirne una). Mi piace perché nell'elenco compaiono attività che fanno emergere il lato più bello, e mi piace perché questi ragazzi trovano nell'arte e nell'espressione di sé proprio quel "quid" che tira fuori il meglio che possano offrire.

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  7. Quando si pensa al lato bello della medaglia mi riferisco proprio a questa parte di umanità che non si scoraggia, non si uniforma e brilla di luce propria che si tratti di dono, di talento, di buona volontà e fa la vera differenza. Sono tutti bellissimi esempi che meritano il vero apprezzamento.

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    1. È importante che questi ragazzi sentano che l'adulto sa apprezzarli e valorizzarli. Il lavoro si concentra su questo. :)

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