mercoledì 9 dicembre 2015

La città incantata

Orbene, finalmente torno a occuparmi del mio angolo virtuale, che mi è mancato moltissimo. Parliamo di cinema. Avete mai visto uno dei film di Hayao Miyazaki? Non si deve essere necessariamente estimatori del cartone nipponico - e di fatto questo stile grafico non mi fa impazzire. Quello che affascina dei suoi film è il perfetto connubio fra intreccio e metodo, e i giapponesi si sa quanto siano scrupolosi sul metodo.
"La città incantata", premiato con l'Orso D'Oro a Berlino nel 2002, è decisamente bello nell'intreccio, che per altro adopera tutti gli espedienti classici della fiaba popolare. Per fare qualche esempio: la bambina prima piena di paure che diventa l'eroina salvifica, l'aiutante nella forma del bambino-drago, la maga che soggioga un intero mondo e che ha un suo doppio, ecc.
Belle anche le ambientazioni, ad esempio mi è piaciuto molto quel mare che compare chissà da dove e sommerge tutto, trasparente, vi si vede la ferrovia sotto. Anche questo un elemento tipico della fiaba, per altro, il mare o un grande lago che rappresenta l'ignoto. Particolare l'elemento del cibo, che torna ossessivamente in ogni snodo. Tipico in tante fiabe popolari anche questo.
In sostanza Miyazaki fa un'operazione abbastanza scontata, e direi scaltra, strizzando l'occhio all'immaginario popolare occidentale che fonde con quello orientale. Direi un'operazione perfettamente concertata, vincente.
Il film in sé non mi lascia completamente "presa". Ci riesce a metà proprio perché sembra un déjà vu solo diversamente combinato. Il disegno manga, come ho scritto, non mi entusiasma con la sua raffigurazione un po' stereotipata. Il tratto è troppo semplice su alcuni personaggi, per diventare barocco in altri. La testona di Chiiro rispetto alle sue gambine, con quello spazio enorme fra naso e bocca non mi piace. La faccetta alla "Terence" di Candy Candy del ragazzo-drago men che meno. E tutti i personaggi che si avvicendano nella fiaba sono troppo da videogame nipponico. Insomma, questo aspetto non mi appartiene proprio.
La trama invece si erge su tutto. Mi piace fin da subito, fin da quando il vento sembra spingere l'intera famiglia all'interno della città, sebbene Chihiro sia restia ad andare, e successivamente la scena in cui i genitori della bambina si trasformano in maiali lascia sgomenti, con il cibo che diventa la chiave di volta che fa mutare ogni direzione.  La colonna sonora bene si accorda al racconto, a tratti ricorda quella di "Eyes Wide Shut" di Kubrick e, per altri, certe sonorità di Ludovico Einaudi.
Il merito di queste produzioni sta in definitiva nell'approfondimento psicologico dei personaggi, e nelle tante allegorie che si nascondono dietro questa storia. L'universo inconscio, le sue pieghe insondate e insondabili, può essere esplorato tramite un racconto animato, solo apparentemente creato per un pubblico di bambini. Miyakaki ne offre una perfetta dimostrazione. 

Avete visto questo o un altro film di questo autore giapponese? Cosa pensate di questo tipo di narrazione?

15 commenti:

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    1. Infatti. Gli americani ne hanno riconosciuto l'indiscusso valore.

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  2. Oltre a questo film ho visto Il mio vicino Totoro, Kiki consegne a domicilio, Il castello errante di Howl.
    La città incantata mi è piaciuto in tutto, disegni compresi. Di serie anime (cartoni animati) ne no viste tante, non solo quelle trasmesse da noi, ma anche (tante) di quelle con audio originale e sottotitoli in italiano e per tale motivo che i disegni li trovo normali. Quando scrivi "sono troppo da videogame nipponico" è vero, ma non è una forzatura, perchè tra i vari stili di disegno c'è anche questo, come fa parte dello stile giapponese il deformed

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    1. Quello che posso "rimproverare" ai giapponesi è che lo stile è diventato comune a tutti i disegnatori. Questo discostarsi dalla realtà e se vogliamo anche l'imitazione di fattezze occidentali.

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  3. La città in cantata è uno dei miei film preferiti, ma non viene spesso accettato visto che non è così chiaro, ha delle scene e dei personaggi strani e non è un genere di animazione proprio per bambini (come potrebbero essere Il mio vicino Totoro o Kiki consegne a domicilio).
    Personalmente l' ho visto molto come una metafora del periodo adolescenziale. La bambina che vede i genitori come maiali, il primo amore, nuovi amici ed esperienze, crisi e infine le figure più importanti che tornano e la maturità raggiunta per affrontare i problemi e una nuova vita. Io l' ho trovato davvero stupendo :)
    E pensare che stavo pensando di scriverci un articolo anche io prima o poi! :D

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  4. Le opere del maestro Miyazaki hanno il pregio di poter essere godute ad ogni età, proprio perché permettono una lettura a più livelli. Il solito limite per noi che conosciamo relativamente la cultura giapponese, ci impedisce di avere chiavi interpretative immediate. Concordo con l'interpretazione del passaggio all'età adolescenziale, suggerita da Anna sopra; in questo contesto i genitori maiali dovrebbero rappresentare la distanza degli adulti dal mondo ancora magico dei bambini. E anche in questo film c'è il tema "ecologico", caro a M. Il personaggio di Senzavolto è complesso, duplice, si colloca tra bene e male.
    Si sarà capito che adoro il genere e il Maestro ^_^ Ti consiglio di recuperare, oltre ai titoli già suggeriti, anche I racconti di Terramare, del figlio Gorō (Miyazaki) (titolo che non piace a molti XD, ma a me sì ^^).

    P.S.: questo è il romanzo che ha ispirato l'anime: Il meraviglioso paese oltre la nebbia, Sachiko Kashiwaba
    Ciao Luz, un abbraccio ^^

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    1. Insomma... sei un'esperta. Devo ancora vedere Il castello errante di Howl, che già nel titolo si rifà a certi scenari epici in stile Calvino. :-)

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  5. Adoro Miyazaki!
    Lo stile di disegno può, ovviamente, piacere o non piacere, ma è abbastanza peculiare anche all'interno dell'animazione giapponese (a livello proprio tecnico La città incantata so che all'epoca usò espedienti particolari per fondere disegno tradizionale a computerizzato senza quasi far notare lo stacco).
    Personalmente ho trovato questo film a tratti troppo barocco, mentre amo tantissimo Mononoke (molto particolare e molto poco occidentale) e Porco Rosso, che è anche un sentito omaggio all'Italia. Trovo tutte le opere di Miyazaki dei bei film, ma questi due sono tra i miei film preferiti in assoluto.

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    1. Ciao, Tenar! Io ero stata attratta dalla locandina de Il castello errante di Howl che poi non ho visto. Scopro invece che in tanti lo conoscono. A proposito di gruppi in cui tutti assieme si legge o guarda qualcosa, io lo scoprii proprio con un gruppo di cinema in cui si decise di vedere questo film per poi commentarlo.

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  6. Io ho visto "Il castello errante di Howl". Mi piacque abbastanza soprattutto per il personaggio di Howl Pendragon che ho trovato affascinante come tutti gli avventurieri biondi, spavaldi e con gli occhi chiari. Ammetto però che il disegno non mi entusiasma in modo particolare, lo trovo sempre piatto e poco espressivo e faccio fatica a distinguere un autore da un altro.

    In merito ai cartoni animati giapponesi, rammento un incontro molto interessante che avemmo a scuola con un docente esperto di cartoni animati sia occidentali sia orientali. All'epoca mio figlio andava alle medie, e quindi la scuola teneva ogni tanto questi incontri sugli argomenti più svariati. Disse che, spesso, nelle storie orientali i cosiddetti demoni non hanno un passato (sono diventati così perché...) e un percorso evolutivo, o persino involutivo, ma nascono così. Probabilmente fa parte della loro cultura!

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    1. Ecco, dici bene, anch'io non distinguo un tratto dall'altro. Questi volti tutti uguali mi allontanano da questi racconti, poi scopri che sono molto interessanti. L'immaginario giapponese è assai variegato e distante dal nostro, occidentale. Noi abbiamo da sempre il bisogno di ricostruire un percorso, vedervi cause ed effetti, invece in queste culture tutto è naturalmente in questo modo.

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  7. Ho trovato magico questo film, e anche "Il castello errante di Howl" mi è piaciuto molto. La grafica è entrata fin troppo nelle nostre teste, a furia di cartoni giapponesi, ma riesco a non farmi disturbare e a godermi il viaggio. Sono in parte un'appassionata, e guardo spesso anime come Naruto o Death Note, dove trovo sempre aspetti interessanti della cultura giapponese.

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    1. Per una scrittrice questi intrecci sono assolutamente interessanti, è proprio così. :-)

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  8. Io ho un bel ricordo de La città incantata e, se ricordo bene, deve essere stato il film che mi ha spinta a vederne altri di Miyazaki. Mi sono piaciuti anche Il castello errante di Howl e Kiki Consegne a domicilio. Tutte fiabe.

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