mercoledì 5 agosto 2015

I giorni dell'abbandono - Elena Ferrante

Incipit: Un pomeriggio d'aprile, subito dopo pranzo, mio marito mi annunciò che voleva lasciarmi. Lo fece mentre sparecchiavamo la tavola, i bambini litigavano come al solito nell'altra stanza, il cane sognava brontolando accanto al termosifone.

Poche volte mi sono imbattuta in libri da leggere "tutto in un fiato" o divorare come piace dire a molti quando un romanzo coinvolge in modo particolare. Un romanzo di diversi anni fa che ancora troviamo nelle librerie, accanto a libri più recenti e decisamente ormai notissimi di questa autrice per molti aspetti controversa.
Su Elena Ferrante, e in generale sui ghostwriters, voglio scrivere in altro momento, mi soffermerò invece su questo abbandono e sulla sua forza prorompente. 
Si sa, quando un romanzo è buono sono due gli aspetti che funzionano all'unisono: il cosa e il come. In questo caso si tratta di una tematica estremamente attuale, la separazione, narrata attraverso uno stile pulito e armonico e direi diretto. Tutto in prima persona, ed è Olga, la protagonista a narrare, generosamente e onestamente, la sua discesa negli inferi.
Olga è una donna del sud, napoletana, trapiantata a Torino, dove ha messo su assieme al suo conterraneo Mario una bella famiglia con due figli e un cane, in un bell'appartamento, con ottimi amici e ogni comodità e agio possibile. Su questo quadro, comunissimo forse ma molto ben progettato e sul quale si è lavorato per decenni, irrompe la tragedia dell'abbandono, mediante il solito cliché dell'uomo quarantenne in bilico fra lo scorrere degli anni e l'età che fa guardare sempre più al tempo trascorso piuttosto che a un futuro da immaginare. Mario perde la testa per una ragazzina figlia di un'amica di famiglia e decide di andare a convivere con lei, lasciando il suo progetto esclusivamente nelle mani di Olga. Ciò può bastare per delineare una breve trama, quello che è interessante è proprio questa discesa negli inferi di Olga, il suo precipitare in un pozzo nero.
Il film tratto dal romanzo
Olga incarna la donna di questo nostro tempo che si trova nell'identica situazione. Una donna che subisce la volontà di suo marito e che perde completamente ogni punto di riferimento, perché ciò che la investe è un vortice in cui è costretta a mettere in discussione tutto, e anzitutto se stessa. Attribuirsi la colpa della sconfitta, vedere l'altro come un vincitore che se ne va, voltando le spalle e volgendo lo sguardo verso una prospettiva di felicità. Lei è una donna ormai verso i quaranta, l'altra è una fresca diciottenne con la quale è impossibile competere. 
Olga perde l'orientamento, trascina i suoi figli nel vortice di squilibrio e non riesce a essere la madre di sempre.
Si identifica con "la poverella", una donna che molto tempo prima, negli anni della sua infanzia, subì la stessa sorte e scelse il suicidio per sfuggire a vergogna e disperazione.
Sono talmente intensi i momenti in cui la vede nella sua stessa casa, immaginandola come una voce-guida che cerca di rimettere le cose in sesto. La disperazione e la rabbia le fanno toccare il fondo e lo choc è totale. Deve per forza accadere qualcosa di scioccante perché Olga cominci a risalire dal baratro in cui si è perduta. Il romanzo quindi offre una prospettiva di salvezza e la narrazione vira improvvisamente verso un mutamento di prospettive. Decisamente nulla è fuori posto in questa storia. 
Ne è stato tratto un film da Roberto Faenza, che non ho ancora visto ma che pare essere stata una trasposizione interessante di questo mirabile "viaggio". Diverse le nomination e vincitore del Globo D'oro per la migliore sceneggiatura, oltre a una menzione speciale per l'attrice protagonista. 

12 commenti:

  1. Mai letto la Ferrante, ma tutti ne parlano benissimo!...
    Non mi sono lasciata catturare dai mille misteri che avvolgono questa autrice (tutte le supposizioni su chi sia in realtà, ecc...). Ma chissà, magari in futuro mi lascerò convincere... :)

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    1. Antonella, non lasciarti "traviare" dal mistero sul suo nome, l'identità, ecc. Leggi e basta, se ti va di farlo. A me è stato regalato, me lo sono ritrovato sullo scaffale dopo un annetto che stava lì. Mi sono detta "troppo clamore su questa scrittrice" ma anche ripromessa che se non mi avesse catturato dopo le prime venti o trenta pagine avrei mollato. Ebbene, catturata. Interessante davvero in questo panorama spesso fatto solo di fumo.

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  2. non ho letto il libro, ma vidi il film e lo trovai irritante, specialmente per l'interpretazione di Zingaretti. meglio la Buy, che pur non amo particolarmente. nulla a che vedere col bellissimo L'amore molesto di Mario Martone, anch'esso tratto da un romanzo della Ferrante, il primo. di Elena Ferrante ancora non ho letto nulla. forse perché mi intriga molto e ho paura di una delusione?

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    1. Uno dei rischi del creare mistero attorno a un autore è appunto quello che suscitare ripulsa in un potenziale lettore. Accostarsi alla Ferrante senza particolari esigenze, solo quelle di una curiosità pura e semplice e poi vedere se ci conquista. Io ho letto solo questo finora di suo, credo che sia una buona storia ben raccontata.

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  3. La Ferrante sarà una prossima lettura, e quasi quasi potrei iniziare da questo romanzo del quale hai scritto così intensamente! Anche il film potrebbe essere adatto per trascorrere una serata agostana (così calda -_-).
    Sulla questione Ferrante-chi sarà mai, in breve dico che non me ne potrebbe importare di meno: i romanzi sono buoni, belli, interessanti, ben scritti? Ecco quello che mi interessa. Il resto sono chiacchiere e capziosità francamente noiose ;)
    Ciao Luz!!! (Se mi vedi poco "in giro" nella blogosfera è unicamente perché subisco - non trovo termine più indicato - pesantemente il clima caldo umido :P)

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    1. Glo, buttati in questa lettura e poi mi dirai. Si legge in una giornata, o due pomeriggi come ho fatto io. Si legge e si va avanti a oltranza, non un attimo in cui l'autrice molli la presa sulla storia. E' tutto affastellato e sapientemente congegnato ad arte. Modernissimo.
      P. S. Pure io soffro intensamente il caldo umido. L'estate? Bisogna solo aspettare che passi... :-)

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  4. Non conosco questa scrittrice... tratta un tema forte comunque inn questo libro. Deve essere interessante davvero. Anche profondo da come ne parli.
    In elenco, dai, Patri.....

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    1. Un elenco che si sta allungando in modo esponenziale! :-)

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  5. Grazie di questo post, non ho mai letto nulla di questa autrice, ma ne sento parlare bene da più parti. Siccome mi fido molto di più dei pareri delle amiche che condividono i miei stessi gusti, lo inserirò nel mio elenco. Avevo visto il film alcuni anni fa, e mi era piaciuto. Non sapevo che fosse tratto da un suo romanzo!

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    1. Sì, se non sbaglio sono due i film tratti da altrettanti romanzi della Ferrante, questo e diversi anni prima L'amore molesto. In effetti, leggendola, si coglie un "senso" di sceneggiatura. Credo che chi lavora poi al trattamento della sceneggiatura per il film abbia un lavoro già ampiamente avviato, proprio perché la Ferrante ha questo tipo di narrazione "filmica".
      Grazie per la fiducia! :-)

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  6. A me i libri della Ferrante non ispirano... Proprio non ce la faccio a prenderli in mano per ora. Tutti ne parlano bene, ma a me le sinossi fanno cascare le braccia. Punto.

    Probabilmente il suo momento arriverà... Non lo so. Mi rendo conto che il mio commento e il mio pensiero sono superficialotti, ma non ci posso fare alcunché al momento.

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    1. Ormai sono rimasta l'unica a living under a rock riguardo alla Ferrante... Guarda un po' qui:

      http://dearauthor.com/features/industry-news/wednesday-news-books-and-their-authors/

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