mercoledì 29 agosto 2018

Chi sono gli scrittori più ricchi al mondo e perché vendono tanto?

Rieccoci a bloggare dopo la pausa estiva (e il ritorno al vecchio e amato template), partendo da questa riflessione.
Lungi da me l'essere venale, la mia innocente ricerca ha seguito il filo rosso di una curiosità stuzzicatami da quella vecchia querelle riguardante la ghost writer Elena Ferrante
Ricordate tutto l'ambaradam del nome, della caccia all'autore, ecc. ecc.? Culminò con la pubblicazione dei redditi della signora sul Sole 24 Ore, con l'indignazione di buona parte degli scrittori italiani. E sì che la nostra aveva suscitato qualche invidia, visto che addirittura il Time l'aveva annoverata fra le persone più influenti al mondo. Forse proprio il successo negli Stati Uniti, costruito a suon di intrecci appassionati e di riserbo sull'identità dell'autrice, scatenò una ricerca finita nello svelamento di nome e guadagni. Un po' squallido, ma tant'è. 
Ebbene, per L'amica geniale, e/o Edizioni dichiarò un bilancio di più di 7 milioni di euro per il 2015 e contemporaneamente Anita Raja, nota per essere solo traduttrice per questo editore, fu compensata dall'editore con il 150% in più rispetto all'anno precedente, il che svelò si trattasse della stessa persona autrice del noto romanzo. L'inchiesta entrò nel merito di acquisto di immobili e quant'altro e diventò piuttosto molesta, mi fermo qui.

I romanzi di Anita Raja pubblicati negli Stati Uniti

Il caso "Ferrante" ci aiuta per certi aspetti a capire che gli scrittori più venduti, celebri e ricercati sono una ristrettissima cerchia. Il loro successo è una combinazione perfetta di elementi, che partono dal talento e vanno fino al saper instaurare relazioni opportune (sorvolo Volo, bisticcio voluto, e le ragioni del suo successo).
Lo scorso anno, la rivista Forbes ha presentato l'elenco degli scrittori più ricchi al mondo. Dai loro nomi chiunque è in grado di capire perché siano arrivati a questi profitti. C'è un dettaglio importante: le cifre che li riguardano comprendono anche i compensi derivanti da riduzioni cinematografiche e merchandising. In sostanza, si tratta di autori i cui personaggi sono diventati icone dell'immaginario globale. Ecco quanto hanno guadagnato fra il 2016 e il 2017:

1. J. K. Rowling, 95 milioni; 
2. James Patterson, 87 milioni;
3. Jeff Kinney, 21 milioni;
4. Dan Brown, 20 milioni;
5. Stephen King, 15 milioni;
6. John Grisham e Nora Roberts, 14 milioni;
7. Paula Hawkins, 13,5 milioni;
8. E. L. James, 10,5 milioni;
9. Danielle Steel e Rick Riordan, 10 milioni;

Sono 11 fra gli scrittori e le scrittrici più venduti al mondo. Quali osservazioni possiamo fare? 

1. In 5 su 11 sono donne. 
J. K. Rowling, regina indiscussa di vendite nel mondo
Qui però dobbiamo doverosamente fare una differenza fra il genio di J. K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter (ne racconto la storia qui), e le altre. Cominciando da E. L. James, la Erika Leonard autrice di una saga ben nota per aspetti del tutto opposti, le Cinquanta sfumature in ogni loro declinazione di colore, intreccio di erotica da più di 100 milioni di copie vendute, fino ad arrivare a Nora Roberts e Danielle Steel che calcano il genere rosa-romantico-sensuale con vendite altissime e diversi adattamenti televisivi. Il genere erotico e rosa insomma attrae e vende, riscuotendo successo in particolare fra lettrici "forti", che riesce a stuzzicare con tutta una serie infinita di combinazioni di intrecci in cui la struttura è sempre identica. Fuori dal coro la Paula Hawking diventata celebre per il thriller psicologico La ragazza del treno, da cui è stato tratto un buon film per il grande schermo. 

2. Giallo e thriller funzionano sempre. 
Ne sono testimoni il prolifico James Patterson, che campeggia al secondo posto, autore e sceneggiatore di numerosi adattamenti per il cinema e la televisione, e il noto John Grisham, l'autore dalle mani d'oro di numerosissimi romanzi che hanno dato per altro notorietà a molti attori, basti pensare a titoli come Il socio, Il rapporto Pelican, La giuria, ecc. Si tratta di scrittori il cui talento coniuga l'ottimo stile a una conoscenza approfondita dei temi trattati. È il segreto del loro successo. 

3. Stephen King è il re indiscusso. 
Sì, perché sebbene occupi il 5° posto, non dobbiamo dimenticare che si trova in questa classifica, senza mai uscirne, da un ventennio. Un caso unico, insuperabile. I libri di King funzionano perché gli ingredienti ci sono tutti: il genere, che oscilla fra thriller, horror e dramma psicologico, lo stile sempre sapientemente sorvegliato e di agevole lettura, l'originalità. Scrivere più di 80 libri riuscendo a tenere testa a un target che ha aspettative enormi senza mai tradirle, per di più attraendo produttori e sceneggiatori per il grande e piccolo schermo... è semplicemente geniale. Punto. 

4. Il fantasy tiene banco.
Nick Riordan, noto in particolare per la saga di Percy Jackson, è l'autore fantasy young-adult più venduto al mondo. Onora un genere celebrato nel XX secolo da Tolkien, che ne fece una pietra miliare della letteratura contemporanea, e portato avanti da autori molto apprezzati in tutto il mondo.

Greg assieme al suo creatore Jeff Kinney

5. Il genere per ragazzi ha un suo riscatto.
Ce lo dimostra Jeff Kinney, addirittura al 3° posto della classifica, autore della famosa saga Diario di una schiappa. Un caso particolare, poiché Kinney è un fumettista e illustratore che dapprima narrò le vicende di Greg la "schiappa" attraverso una serie di strisce comiche, per farne poi un racconto breve, notato e poi pubblicato con grande successo di pubblico. Il segreto di Kinney sta tutto nella semplicità, nella normalità di Greg e l'identificazione del pubblico di lettori con il protagonista. Insomma, la riprova che la leggerezza è spesso la chiave giusta per arrivare al pubblico. 



Scrivere è un mestiere difficile, arrivare a queste vette è un'impresa titanica. 
Cosa pensate del loro successo planetario? 
Siete fra le centinaia di milioni di lettori di questi autori di fama mondiale? 
Io ho letto Rowling, King e Brown, da ragazzina un romanzo della Steel. 

28 commenti:

  1. Non leggo nessuno di questi autori, quindi se sono rimasto uno scribacchino dilettante il motivo è chiaro: non ho preso lezione dai maestri del successo :-D
    Comunque penso che davvero come dici sia necessario un mix di fortuna, bravura e lobbying per arrivare a un successo del genere.

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    1. Uh, stupisce che non ti sia mai imbattuto nella lettura di almeno uno di questi. Vero è che sono per certi versi diventati "commerciali". Alcuni hanno segnato il passo dell'editoria mondiale.

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  2. Quando uno sportivo italiano ha successo all'estero, di norma siamo abbastanza contenti. Invece basta che il successo riguardi gli scrittori, come ad esempio la Ferrante, ecco che il mondo scrittorio medio si indigna per una tale situazione.
    Sulla Ferrante ad esempio, una delle accuse che più mi diverte è questa: Lei è diventata famosa perché furbescamente è rimasta anonima.
    Oddio, ma se la maggior parte degli scrittori ovvero decine di migliaia, sia se pubblicati da editore, sia se l'editore non lo trovano, è e rimane anonima al grande pubblico. E' evidente che prima di diventare famosa la Ferrante ha faticato più degli altri. Semplicemente le sue storie piacevano ai lettori e quando ha raggiunto un grado di notorietà diffuso il fatto d'essere anonima ha alimentato un alone di mistero che sicuramente ha contribuito a formare il personaggio. Ma dopo, a cose fatte l'anonima ha contribuito, il resto se lo è guadagnato legittimamente da sola, con i suoi scritti o con il suo editore.
    Per il resto, se questi scrittori sono diventati multimilionari, posso solo dire beati loro. Di certo, non hanno rubato niente a nessuno, anche se alcuni, possono non piacermi per i loro scritti.

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    1. Riguardo alla Ferrante, credo come te che la concertazione del caso sull'anonimato sia un dettaglio del suo successo. Mi è capitato di leggere "I giorni dell'abbandono" e l'ho trovato veramente avvincente, struggente anche. Rifuggo la narrativa "banale", credimi. È molto brava nel suo mestiere, e del resto vendere in Usa con quei risultati non è certo una bazzecola.

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  3. Ho letto tutta la quadrilogia dell'amica geniale e anche se l'ultimo libro mi è parso meno bello dei precedenti io concordo con il podio che si è meritata. Gli altri li ho letti tutti e credo di nuovo che nel loro raggiungere la vetta abbiano mostrato le caratteristiche giuste nel momento in cui il mercato richiedeva a gran voce "novità" e poi dopo "bis". Che dire, se non che vorrei tanto stare anche in un punto ben più basso ma in quel elenco... Non per pecunia si intende!

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    1. Mi sono fermata a "I giorni dell'abbandono" ma conto di leggere "L'amica geniale".
      Credo sia il libro perfetto per quelle letture al tramonto, d'estate sulla spiaggia. :)

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  4. Ho letto Patterson con piacere, purtroppo anche il primo di Brown, King che ho molto amato sino a un decennio fa, Grisham di cui ho apprezzato alcuni lavori. Credo che il successo, per molti meritato, sia legato anche alla capacità dei loro agenti letterari. Ho letto molti articoli al riguardo, mi sono fatto l'idea che nei paesi anglosassoni ci sia più scouting e desiderio di investire sugli autori, da noi si preferisce "vincere facile", quindi librerie piene di attori, cantanti, politici, veline, giornalisti, tronisti, ex del grande fratello, ecc. Molti autori italiani affermati, parlo di scrittori veri, hanno dovuto comunque ritagliarsi il loro spazio a fatica. Sono contento per coloro che sono riusciti a emergere.

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    1. Credo anch'io che il problema sia tutto nella pessima promozione. Noto che la piccola editoria in Italia abbia molto più senso del "rischio", faccia più affidamento sugli emergenti. La grande editoria non rischia mai, perché come tu dici o si tratta di starlette televisive e tronisti, oppure punta su emergenti attorno ai quali si fa un grande lavoro di costruzione prima.
      La stessa Ferrante, che ribadisco è molto brava, ha avuto comunque l'opportunità di muoversi in un ambiente in cui era già inserita e con il quale ha letteralmente imbastito un grande successo.
      Scrivi "purtroppo anche il primo Brown", a me "Il codice Da Vinci" piacque moltissimo, perché lo collocai nel suo genere, lasciandomi trasportare dalla finzione e dallo stile che dobbiamo riconoscerlo, è accattivante.

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  5. Grisham e Dan Brown ho le collezioni. Mi stupisce che non ci sia Patricia Cornowell che per me è la numero uno.

    Che dire ste cifre fanno sognare.... ma ora torniamo con i piedi per terra che devo andare non ci ho tempo di stare qui devo andare a scrivere un capolavoro ^^

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  6. Credo che ognuno faccia un po' caso a sé. C'è chi ha azzeccato la formula giusta nel giusto momento con una serie per me davvero gradevole, come Harry Potter, ma che non è "il non plus ultra della narrativa", chi ha un indubbio talento come King, chi ha molto fiuto per gli affari come la signora Sfumature e Dan Brown, chi è maestro (maestra) di un genere che vende molto come il rosa. La differenza tra questi autori, si passa da un quasi fumetto per ragazzi all'erotico per adulti attraversando l'horror e le fantasia pseudoreligiose, aumenta la mia sensazione che una ricetta non ci sia. Unica certezza: con cose come "Guerra e Pace" non pare si possa diventare ricchi.

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    1. Eh sì, è certo. Oggi proporre un romanzo storico di quella portata non farebbe breccia in nessun editore. Se nell'Ottocento i "best seller" erano romanzi di spessore, in ogni senso, oggi è l'esatto opposto.

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    2. Non credo lo fossero.
      L'estate scorsa con il gruppo di lettura abbiamo letto uno dei libri più venduti dell'800. "I misteri di Parigi". Ebbene, è una soap opera, in tutto e per tutto e oggi quasi nessuno se ne ricorda più. I libri che restano non sono sempre quelli più venduti.

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    3. Insomma, un fenomeno ormai sedimentato.
      Vero è che il genere trova un suo sviluppo proprio nell'Ottocento con i romanzi di appendice, e credo che per esempio i grandi romanzi russi non fossero adatti a essere pubblicati a puntate, in effetti.

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  7. Conosco solo la Rowling, perché non leggo thriller, né rosa, per cui mi taglio via subito una bella fetta di classifica. D'altra parte pare che gli altri autori non abbiano bisogno di me... Credo che questi successi siano dovuti a un misto di genialità, momento, caso (relativo, perché nel caso non credo) e promozione. Non è una ricetta che si possa replicare facilmente! :)

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    1. ... e non è un caso che tutti abbiano sfondato in Usa, dove c'è un certo fiuto per gli affari.

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  8. direi che sono tutti di lingua inglese, anche la Ferrante che citi è stata tradotta. Scrivere in inglese aiuta, e molto... (così come essere tradotti in svedese aiuta per il Nobel - hai qualche amica/o svedese?)
    Di questi autori ho letto solo qualcosa di Stephen King, molti anni fa, dopo aver visto il film di Kubrick. Mi sono annoiato a morte, sapevo già cosa c'era dietro ogni pagina (ho provato anche con it), venivo dalla lettura di autori come Bulgakov (Il Maestro e Margherita) e sono abituato ad altri livelli di scrittura; infine, ho molto amato I Clown di Fellini e mi spiace molto dell'immagine del clown diffusa da Stephen King e da MacDonald's. La Rowling mi è simpatica, così come Susanna Tamaro. Sono due brave donnine e sono contento che abbiano fatto tanti soldi.
    :-)

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    1. Omg, nessun paragone spero fra Tamaro e Rowling. Sono il giorno e la notte.
      Purtroppo non ho amici svedesi, ma concordo sul fatto che poter tradurre rappresenta un grande passo avanti per offrire maggiori opportunità alla narrativa.
      Mai letto Bulgakov, e ultimamente torna spesso nelle discussioni.

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  9. Non ho ancora letto la Rowling, ma forse inizio prima da Galbraith. Non ho letto né Patterson né Kinney, e nemmeno Grisham e Roberts, semplicemente non ci sono mai arrivata a tiro. Leggo Dan Brown, non riesco a farne a meno, lo leggo veloce e mi diverte. Stephen king ho iniziato a leggerlo tardi, dopo On Writing ho cambiato opinione su di lui (che era pessima). Paula Hawkins mi aspetta sul Kobo, ho voluto lasciar scemare apposta il periodo d'oro per leggerla senza pressione. EL James l'ho letta prima perché qualcuno mi ha tirato la saga in testa minacciando di diseredarmi e poi perché dovevo sapere come andava a finire: sfrondato dei particolari intimi, è e resta una bella storia d'amore. Danielle Steel l'ho letta da adolescente, in biblioteca comunale andavano a ruba!
    Sarà anche vero che 5 su 11 sono donne, ma la Rowling sta in cima con uno pseudonimo maschile, e non credo sia un caso. Solo dopo l'esordio e il successo è venuto fuori il suo viso e la sua femminilità. Potremmo quindi dire che le prime 6 posizioni vanno ad autori maschili o presunti tali.

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    1. La discriminazione sessista è legata a una certa diffidenza ed è difficile se non impossibile da sfatare. Anche E. L. James costretta a usare le iniziali del nome. Ma sarà poi vero che i loro libri hanno avuto questo successo solo perché all'inizio nessuno s'è accorto che sono donne? Mah.

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  10. Bentrovata Luz! Conosco la Rowling grazie a mio figlio che ha letto tutti i suoi libri due volte. Me ne ha parlato così bene che ho provato a leggere il primo Harry Potter e sono rimasta colpita dalla sua scrittura. Merita il successo che ha avuto nonostante io non sia amante del genere. Credo che tutti questi scrittori abbiano raggiunto il successo planetario per merito, detengono quel quid che ha fatto breccia nel cuore pubblico, senza dubbio. Tanto più che non sono meteore ma delle costanti. Bello il template, complimenti!

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    1. Bentrovata, Rosalia! Mi ricordi un particolare importante. Neppure io ho mai prediletto i libri di genere fantasy e la Rowling ce lo ha fatto amare. In qualche modo è un fantasy à la page, molto a contatto con il contemporaneo, credo che sia stato uno degli ingredienti vincenti del suo successo.
      Grazie per aver apprezzato il template. :)

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  11. Bentrovata Luana e complimenti per la copertina del blog, fantastica!
    Hai scritto un'ottima relazione su questo particolare che in effetti rispecchia la nostra società e ciò che siamo. Non ho letto nessuno di questi scrittori ma penso che la Rowling meriti tutti questi premi e guadagni perché con "Harry Potter" ha creato un "mondo" che prima non si era mai visto.

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    1. Hai perfettamente ragione, il suo merito è di aver creato un "mondo", a beneficio di chi ha vissuto l'esperienza di leggere la saga per poi tuffarsi nella trasposizione cinematografica.

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  12. Io ho letto la Ferrante un po' prima che scoppiasse il caso della quadrilogia dell'amica geniale, per la precisione un anno prima, l'avevo scoperta con la lettura del suo libro La figlia oscura e me ne sono innamorata. Degli altri autori ho letto soltanto Daniel Steel alcuni suoi libri, di Sting ho letto On writing in parte, non sono riuscita a finirlo...mi sono arenata dovrei provare a leggere qualche altro libro suo...beati loro che guadagnano così tanto con la scrittura, oltre a essere molto bravi nel loro modo di scrivere sicuramente si sono trovati al posto giusto al momento giusto.

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    1. Io ho letto della Ferrante soltanto I giorni dell'abbandono, credo che non fosse il caso editoriale scoppiato con la serie de L'amica geniale. Quel romanzo mi piacque molto.
      Non capisco perché sia ipercriticata e ritenuta da molti di serie B. Personalmente sono molto esigente come lettrice e la Ferrante è un'ottima narratrice di storie. Mah.

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  13. Dimenticavo ho letto anche La ragazza del treno un bel thriller, ma non ho letto il libro successivo, con 11 o 12 punti di vista dei personaggi non mi ha allettato...

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    1. Forse resterà uno di quei casi per cui un unico romanzo resterà la vetta massima di una scrittrice.

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