mercoledì 6 luglio 2016

A cena con... William Shakespeare

Il meme ideato dalla blogger Marilena offre l'opportunità di un bel confronto e di un po' di studio. Ebbene, qui c'è da invitare a cena qualcuno e io non posso che riservare un posto a tavola al più grande fra i grandi: William Shakespeare.
La mia scelta è obbligata: è il più grande fra i drammaturghi di ogni epoca, è il genio che scandaglia l'animo umano e ne offre rappresentazioni ancora oggi di grande attualità.
Sulle prime avevo pensato di offrirgli qualche manicaretto di cucina contemporanea, magari tratto dal ricettario della mia mamma calabra e del papà siciliano, ma poi ho pensato che la sfida vera sarebbe stata quella di cucinare per Willie pietanze già esistenti alla sua epoca, scelte accuratamente fra quelle che potrebbero piacergli. Solo una domanda mi sono riservata di fargli: Willie, gradiresti anche del pane? E lui, prontamente:
Willie: Nel mio tempo, cara Luz, il pane è alimento importante. Usiamo mangiare pane fatto con grano saraceno, un pane nero che affondiamo in una minestra calda nei giorni d'inverno. Però non disdegniamo il pane di segale. Talmente il nostro giorno è pieno che è importante riempirsi lo stomaco, non badiamo al gusto. 
Pare che il buon Willie apprezzasse assai il cibo, basti pensare solo alle numerose citazioni riferite al cibo disseminate nel suo repertorio drammaturgico, e di fatto la scelta dei piatti inseriti nelle sue opere non è mai casuale. Se si guarda al luogo dove sorgeva il Globe a Londra, e ai reperti di cibo trovati, scopriamo che la compagnia del Bardo usava mangiare certi tipi di frutta secca e uvette. Pare che il pubblico, in piedi durante gli spettacoli, gustasse ostriche pescate nel Tamigi. 
Warden Pie
Nel Racconto d'inverno troviamo la lista della spesa fatta dal Fool per cucinare la Warden Pie, che pare fosse molto gradita all'epoca, fatta con una varietà di pere molto dure, che in assenza di frigoriferi si mantenevano assai bene. Un dolce speziato, arricchito con zenzero, noce moscata e zafferano. 
Ne La bisbetica domata uno dei piatti della festa nuziale è la Jelly Pie, dessert assai apprezzato all'epoca.  Altro dolce molto gradito in epoca Tudor era il Marchpane, l'antenato del marzapane. Pare che durante un banchetto ne fosse stato offerto alla regina uno a forma di torre con dentro veri soldati e artiglieria. C'è da dire però che il piatto più diffuso, o almeno quello che apriva ogni pasto, era il Pottage, una specie di minestra fatta con ossa e frattaglie di carne insaporita con legumi, aglio e
radici, certamente quello che oggi definiremmo "sbobba".
Jelly Pie

Una curiosità: all'epoca non c'era molta distinzione fra dolce e salato e ingredienti come il pepe potevano trovarsi anche nel dessert. 
Viene da chiedersi cosa pensasse il pubblico dell'epoca dinanzi alla ricetta cantata dalle streghe nel Macbeth: filetto di serpente, mummia di fata, bile di capra, dito di bimbo strangolato, pelo di nottola, fegato di bestemmiatore, sangue di babbuino. Gulp!
 
Bene, per te che badi al gusto, caro Willie, mi impegnerò al massimo per renderti la cosa gradita. E sì che la cucina inglese, anche quella tradizionale da secoli, è ricca di carni di manzo e agnello, ma io, non essendo amante di grassi animali, cercherò di presentarti un menu all'altezza delle aspettative che ne contenga quantità limitata. Ecco il mio menu per te, che unisce aspetti della tradizione e innovazioni culinarie (con breve descrizione di ciascun piatto e relativa foto), il tutto innaffiato con della buona birra.

 Rarebit del Galles 
 Antipasto di crostini di formaggio fuso su un letto di pane di segale
 
Chicken Pie
 Pasticcio di pollo e funghi in crosta

 Pies and Cornish Pasties
Fagottini scelti nella variante di patate e formaggio

Salsa Gravy
Indispensabile per innaffiare i Pasties

Yorkshire Pudding 
Contorno fatto di bocconcini di pastella
  
Crumble di fragole
Sfizioso dessert di frutta (ricetta sotto)
 
La ricetta del Crumble di fragole per due
200 g di fragole
mezzo cucchiaio di zucchero di canna
30 g di farina
20 g di burro
20 g di zucchero di canna
20 gr di fiocchi d'avena
succo di limone q. b.
Lavare e tagliare a metà le fragole, cospargerle col mezzo cucchiaio di zucchero di canna e un po' di limone. Lavorare la farina con il burro freddo ottenendo un composto sbricioloso. Unire i 20 g di zucchero di canna e i fiocchi d'avena, amalgamando il tutto sempre con consistenza sbriciolosa. Imburrare una piccola teglia e mettervi le fragole, ricoprirle con il composto sbricioloso e infornare a 190° per 30 minuti. Va servito rigorosamente tiepido. 

Se volete saperne di più, consultate il gustoso libro In taverna con Shakespeare, di Roberto Carretta. 
Ecco il banner per partecipare all'iniziativa. 

http://filafilastrocca3.blogspot.it/2016/06/a-cena-con.html

15 commenti:

  1. Grazie Luz di onorare il mio piccolo gioco con un ospite davvero grandioso!
    E'un'autentica emozione, virtuale ma le emozioni virtuali non sono meno reali!.
    La tua presentazione ha il pregio dell'accurata ricerca storico-filologica umita alla conoscenza profonda del personaggio e della sua epoca, una vera risorsa di informazioni!
    Il menu è gustoso e raffinato come si addice all'illustre ospite.
    Rilancerò il tuo post da Parole di contorno secondo i tempi del gioco( posto una ricetta tra una cena e l'altra per non discostarmi dalla vocazione culinaria del blog)
    Grazie mille ancora, a presto^_^
    Marilena

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    1. Grazie a te per avere non solo ideato ma anche apprezzato questo mio post. Divertente e utile costruirlo!

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  2. Bellissima la parte introduttiva relativa al rapporto cibo-opere! Certamente il menù alla streghe di Macbeth è assai inquietante XD
    Il tuo, invece, è invitantissimo *_* (anche io evito volentieri grassi e carni :P) Posso unirmi a voi??? ^^

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    1. Ma volentieri! Tanto più che con tutto quello che ho cucinato, un terzo commensale ha di che gustare tranquillamente. :-)

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  3. Ciao Luz, seguo da poco il tuo blog, che ho scoperto grazie strani giri qui nella blogosfera. Complimenti! E' davvero originale e interessante, credo che passerò spesso. Bellissima questa rubrica, e l'invito a cena del signor Willie è geniale :-)

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  4. Ma che bello. Proprio vero che i grandi si prestano a ogni tipo di speculazione e possono essere ricondotti a qualunque tipo di argomento. Il buon vecchio Guglielmo è fonte di piacere, sempre. Ogni volta che scrivo qualche riga dei romanzi che ho in stesura alzo lo sguardo sui volumi del Nostro che campeggiano nella mia libreria e chino la testa arrossendo.
    Bel post, divertente e sbarazzino. Aggiungerei molto elegante. Brava Luana e complimenti a Marilena per l'iniziativa.
    Ottimo, ottimo per la scelta dei Pies and Cornish Pasties.

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    1. Grazie, Max, sempre gentile. Mi fa piacere che anche tu sappia quanto sia grande il Nostro.
      Conosci quei piatti? Sei stato in GB?

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    2. Ma che gentile, è veramente un post molto simpatico. Per il resto, purtroppo non sono mai stato in GB, per ora, ma ho assaggiato il piatto che ho citato e la Chicken Pie.

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  5. Non so il caro William, ma io di certo un salto a casa tua per cena lo fareixD Carinissimo post!

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    1. Ah ah ah Ammesso che sappia tradurre quelle ricette in quelle gustose pietanze. :-)

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  6. Ciao Luz
    è giunto per il grande Willie il momento di essere ricevuto con tutti gli onori alla mensa di "A cena con" per gustare il tuo squisito menu.
    Ti ringrazio ancora per la tua partecipazione e per avermi fatto vivere un pezzo di storia del teatro e non solo, in una dimensione gastronomico-giocosa del tutto particolare.
    Grazie mille:))
    Marilena

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    1. Ancora grazie a te e... non perdiamoci di vista. Percepisco in te una persona dolcissima e con la quale si discorre seppure virtualmente assai bene. :-)

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  7. "Talmente il nostro giorno è pieno che è importante riempirsi lo stomaco, non badiamo al gusto."
    Solo uno abituato alla cucina inglese direbbe qualcosa del genere. :P

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