mercoledì 30 dicembre 2015

Tornando a Virginia Woolf

Virginia in uno scatto di Man Ray
Ogni tanto torno a sfogliare i suoi libri, perché a Virginia è bello tornare, anche solo a sprazzi, ricercando i passi accanto ai quali si è lasciato un segno a matita. Torno a riflettere su ciò che la Woolf è stata, sulla sua vivacità intellettuale, la sua passione per la vita - in aperta contraddizione con la scelta di spegnerla annegandosi - e nuovamente sono colta da una certa fascinazione. 
Se volete, soffermatevi dinanzi alle tante foto di famiglia o fra gli amici che la ritraggono nella sua quotidianità, fra quella gioventù gaudente che ha alimentato con la sua ospitale cordialità. Trasudano quella vivacità e quel senso della vita che invidio. Guardate le immagini della sua amica e amante, Vita Sackville-West, e vedrete in quei loro occhi l'affetto tutto femminile che le ha avvinte.
Poi sai bene che sul piano esistenziale la vita di Virginia, dall'infanzia fino alla morte, è stata tutta una violenza ed un caos di cui ha pagato lo scotto - molestie subite nella giovane età dai fratellastri incestuosi, da un padre sottilmente ricattatore e da tutto un crogiolo di scambi/identificazioni entro un contesto duplice: socialmente conformista e allo stesso tempo anticonformista nella mente di Virginia. Scotto pagato anche dal marito Leonard, che nutrì per lei un amore protettivo-paterno, entro il "gioco psichico" dei contrari. Leonard Woolf è stato di certo l'unico vero amore della sua vita,  a fronte di un patto che lui accettò coraggiosamente, un amore gratuito e dedicato senza essere o poter essere completo, viste le scelte sessuali della scrittrice.
In realtà,Virginia, per lo stato psicotico che condizionava  la sua mente, ebbe poco per gli altri, nel
Leonard e Virginia
senso d'un dono gratuito di sé, pur avendo quella grande sensibilità senza la quale non avremmo avuto questa scrittrice dell'intuito originalissimo. Virginia è stata narratrice che ha sperimentato forme di scrittura nuove, per flash intuitivi potremmo dire, capaci di leggere un di più di realtà, piani di essa che la ragione non coglie. Ma andiamo per gradi, cercando di scrivere una definizione dello stile woolfiano.
Si sa, per ogni scrittore esiste un "progetto narrativo" prima di scrivere. Ma pochi sono istintivi in questo, e preferiscono la rassicurante scaletta lungo la quale costruiscono il tessuto della narrazione. Virginia è immediata, procede per "lampi di intuizione" e quindi la sua scrittura risulta ondeggiante fra l'adesso e i pensieri.
Forse non c'è romanzo della Woolf come La signora Dalloway a esprimere questo tipo di narrazione, che poi altro non risulta essere che una dilatazione del tempo. Non più l’immagine classica del tempo, una linea retta, un cammino lungo una strada, la strada della vita narrata – per cui si lascia il passato alle spalle, e il protagonista procedendo non è più quello che era prima, ma è cresciuto e maturo - ma un filo che si arrotola a spirale nella sua coscienza, con i buoni ed i cattivi ricordi
che l’inconscio tenta di nascondere, ma che a volte tornano a galla, con tutte le diverse età e i suoi tanti “io”, e soprattutto con l’infanzia, quella che non lo abbandona mai. 
La prima edizione italiana, del 1946
In questo romanzo pertanto c’è la dilatazione del tempo, l’inconscio freudiano, la frantumazione dell'io, il tema dell'incomunicabilità - alcuni dei caratteri tipici della più alta letteratura del Novecento.
Proprio per questa frammentarietà che non tiene conto della fluidità del tempo quanto piuttosto di quadri narrativi animati da un gioco a scatole cinesi, ricordo di aver finito La signora Dalloway e essermi sentita come "stordita", perché il flusso di coscienza woolfiano è così che ti lascia.

Siete nel novero dei lettori di Virginia Woolf? Cosa pensate di questo particolarissimo stile narrativo?

18 commenti:

  1. Per rispondere alla tua domanda, non sono nel novero dei suoi lettori, e a questo punto sarà difficile che vi entri. Comunque senz'altro sono in piena sintonia con la sua concezione della scrittura... anche il mio modo di scrivere è incompatibile con qualsiasi tipo di scaletta.

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    1. Credo che sia uno dei pochi scrittori/scrittrici che ha fatto dell'immediatezza una sua cifra particolare. Poi è vero che entrava nell'ansia di vedersi apprezzata o meno come scrittrice. Suo marito era un supervisore molto diretto dei suoi romanzi, ma non toccò mai una virgola.

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  2. Ho letto quasi tutta la produzione della Woolf, mi ha incantata *__* Ed è vero che ogni tanto si va a spulciare nei romanzi, ricercando un passo particolarmente significativo ed evocativo. Nel mio caso, il libro che mi ha fatto uscire di senno XD è Le onde: romanzo corale, in cui i sei personaggi, tre maschili e tre femminili, rappresentano la complessità della stessa scrittrice. Con la tecnica da te così ben descritta, si racconta la parabola della vita, quella dei personaggi, quella della Woolf, quella di ogni persona. Le scansioni delle parti in cui è suddiviso il testo sono funzionali a ciò. Penso sia un capolavoro, perfetto e intenso, difficile e meraviglioso!
    Ecco... ora avverto l'impellente bisogno di rileggerlo XD
    Lo stile della Woolf è piuttosto un'esperienza, che fa il lettore per primo su di sé, se è recettivo. Si ha forse la sensazione di perdersi talvolta, del resto ci si avventura in territori ignoti...

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    1. Quanto dovremmo rileggere, Glo??!! :-)
      Anch'io ho adorato Le onde. Ineffabile, semplicemente.

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    2. Adoro la Woolf! *___* E anche per me il romanzo d'eccellenza, che meglio esprime il suo "ondeggiante" stile narrativo è "Le onde". Il fluire della vita e del pensiero (in quanto forma di vita allo stato puro) sono stati impressi sulla carta con una magia tale da impedirne il congelamento, ma dandogli un ritmo che segue quello del nostro sentire. Poetico, profondo, e in qualche modo invasivo, con la sua capacità di entrare dentro l'animo umano.
      Perfettamente d'accordo con la definizione di "esperienza" del lettore! Una di quelle che non ci si può far mancare :)

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    3. Ciao Erica, mi fa molto piacere che tu condivida la mia frase ^_^ E anche che Le onde sia il tuo preferito! Mi ritrovo nella tua esperienza di lettura, totalmente ;)

      P.S.: Ciao Luz, non ho resistito leggendo il bel commento di Erica :D A presto!

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    4. Perdono per la k* sostituita per ben due volte nel nome -_- è l'età...

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    5. Sempre felice di assistere allo scambio fra blogger, cara Glo.
      Bella la tua descrizione, Erika. Mi sono aggiunta ai tuoi "seguaci".

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    6. Ahahah! Ciao Glò, svista perdonata! XD
      Grazie ad entrambe! ^^

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  3. Mai letto nulla.... mi sa che mi sono perso qualcosa....

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    1. Almeno solo il piccolo Una stanza tutta per sé, un saggio sulla condizione femminile dell'epoca, merita l'attenzione di un buon lettore. :-)

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  4. La amo in maniera appassionata... posso dire di aver letto tutto di lei, compresi i Diari. Anch'io trovo "Le onde" un autentico capolavoro.

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    1. Amare appassionatamente una scrittrice... cosa può esservi di più bello?
      Grazie per essere passata, Cris.

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  5. Della Woolf lessi solo La signora Dalloway alle superiori e di fretta per motivi scolastici. E come per tutte le cose fatte in fretta, mi sono rimasti pochi ricordi di questo libro.:-(
    In questo 2016 mi riprometto di leggere qualcos'altro di suo! :-)

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    1. Ciao, Titti. Io credo che esista un tempo adatto a ogni lettura e probabilmente la Woolf è scrittrice per lettori che hanno maturato età ed esperienza. Questa sua complessità contribuisce al suo fascino.

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  6. Mi sono fatta un poco commuovere dalle tue parole.
    Quando si parla di Virginia, mi sento sempre un po' presa in causa.
    Per me è una musa, una di quegli autori che dopo averli letti una volta non ti bastano mai. Vuoi custodirli gelosamente, quasi in modo esclusivo.
    Sono dell'idea che lo stile della Woolf o si ama o si odia.
    Beh, io la amo. In ogni sua sfacettatura.
    Ho iniziato con "La signora Dalloway" in quinta liceo. Non c'è stato quel colpo di fulmine che mi aspettavo, ma mi sono ripromessa di approfondirla. Sentivo che si sarebbe instaurato un bellissimo legame. E infatti così è stato.
    Vorrei scrivere di lei, perchè le devo molto. Prima o poi lo farò, con la paura di sminuire il suo grande genio.

    A presto :)

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    1. Ciao, Claudia, benvenuta. Comprendo la tua reticenza nello scrivere di lei. Io stessa sento ogni volta di stare mettendo assieme banalità delle quali la stessa Virginia probabilmente avrebbe sorriso. Ma è lo scotto da pagare con tutti i grandissimi e ineffabili.
      Grazie per essere passata.

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    2. ... aggiungo: fallo, scrivi di lei. Ti leggerò volentieri.

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