mercoledì 4 dicembre 2019

Il potere della musica nel racconto.

Eccomi al termine di un lungo "travaglio scrittorio", che mi ha tenuta occupata fra ottobre e novembre. Ho ultimato due copioni, uno riguardante Anna Magnani, l'altro è Notre Dame de Paris
Spossata e sollevata, posso adesso passare a un'ulteriore fase di questo processo creativo. 
Non tutti sanno che una parte fondamentale di ogni mio progetto teatrale è costituito dalla... musica.
Mi spiego meglio. A volte succede che proprio una musica ispiri il racconto, il che è già di per sé straordinario, oppure dopo averne scritto ogni passaggio non resta che completare la scena del corredo di musiche che andranno a costituire un parte per me fondamentale.

Mi capita di assistere a spettacoli teatrali in cui emerge la poca cura nei riguardi di questo ingrediente fondamentale. Commedie o drammi in cui rare volte una melodia ha solleticato il mio udito e mi ha meglio introdotto in ciò che viene rappresentato.
Invece io ritengo che il regista di uno spettacolo non possa trascurare questo aspetto. Certo, come si suol dire, ci vuole orecchio. E tanta tanta pazienza e passione. Questo perché la ricerca di brani per uno spettacolo teatrale è lunga, a volte può estendersi per diversi pomeriggi senza arrivare a nulla che piaccia davvero. 

Nelle migliaia di ore trascorse su You Tube, ho potuto conoscere un universo che ignoravo totalmente, il che, anche quando non trovo nulla, è consolante, perché diventa occasione di conoscenza. Non sapevo esistessero compositori di talento, alcuni dei quali penso rappresentino il genio contemporaneo. Dalla musica pop, ai musicisti che reinterpretano brani classici in chiave moderna, fino ai grandi compositori di colonne sonore, il campo d'azione è vastissimo. 
La musica, anche questo tipo di musica, ha un potere evocativo enorme
Moltissimi spettatori dei miei spettacoli hanno menzionato le musiche nei loro apprezzamenti, molti ne hanno chiesto titolo e autore, insomma, via via ho sempre più compreso che la musica occupa un ruolo fondamentale in ogni spettacolo. 

Nel mio lungo percorso di ricerca, ho conosciuto compositori come Dario Marianelli, Yann Tiersen, Max Richter, Olafur Arnalds, Johann Johannson, Shigeru Umebayashi e molti altri. Ciascuno con le proprie caratteristiche, scrivono musica potente, adattissima al mio tipo di teatro. 
Poi ho ricevuto conferma del genio di Hans Zimmer e di Danny Elfman, per dirne due che adoro letteralmente. Così come mi è piaciuto riscoprire Howard Shore, Michael Nyman, Alan Menken, John Williams, Luis Bacalov, John Barry e ovviamente il nostro Morricone, insomma tutti i grandi compositori di bei film che ho tanto amato. Nella ricerca infatti a volte mi perdo e vago malinconica fra vecchie note. 

Come sarebbe stata la scena in cui la giovane attrice Anna immagina di incontrare Anne Frank, se non avessi usato quel determinato brano? O come non servirsi del brano perfetto per la scena in cui Anne viene per così dire "risucchiata" dalla Storia, varcando riluttante la soglia di una porta che la conduce verso il suo destino? Serviva un crescendo, dopo estenuante ricerca, lo trovai. 
E il momento in cui il Piccolo Principe dice addio al pilota e si allontana? Lì c'era un dramma da raccontare, la morte, e trovai un violino che sembra perdere una nota. Così come anni prima il momento in cui le compagne di scuola piangono la morte di Jane Perry, nel remake de L'attimo fuggente, lì trovai un brano di Morricone perfetto. 

La musica, esattamente come accade nel cinema, si ritaglia un ruolo primario anche nel teatro, diventa supporto al racconto, sottolinea la drammaticità di una sequenza, aiuta lo spettatore a salire idealmente sul palcoscenico e a prendere parte emotivamente alla scena. 
Ecco perché ritengo sia un dettaglio irrinunciabile.
Qui trovate il meglio di un gigante: Hans Zimmer.



Quali colonne sonore in particolare vi piacciono, escludendo il musical? 
Vi è mai capitato che un brano ispirasse la vostra scrittura? 

28 commenti:

  1. "Vi è mai capitato che un brano ispirasse la vostra scrittura?". Si. "Cuore di cane" di De Gregori (cantata da Fiorella Mannoia). Mi ha ispirato proprio la chiave narrativa per un pezzo di un romanzo (uno di quelli mai finiti). La descrizione delle sensazioni di un momento cruciale della vita del protagonista cadenzate e in contrappunto con la canzone (che in contemporanea lui ascoltava in macchina)

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    1. C'è da prendere quel romanzo dal cassetto e dargli una possibilità! :)

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  2. "Quali colonne sonore in particolare vi piacciono, escludendo il musical?" mi sa che sono troppe... ovviamente tutto il Morricone in Simbiosi con Sergio Leone, praticamente tutte le colonne sonore di Piovani per i film dei Fratelli Taviani (e ancora Morricone per il loro "Allonsanfan"). E Poi Nyman nei film di Greenaway, ma sopratutto, sempre Per Greenaway, le musiche di Wim Mertens e Glenn Branca per il suo "Il ventre dell'architetto" (e capirai che per me, anche una storia di architetti e architettura ambientata a Roma, quel film è una specie di malattia :-) )

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    1. Diversi sono nomi nuovi per me, provvederò ad ascoltarli. Ho amato il Piovani di "La vita è bella", Nyman travolgente in "Lezioni di piano". Ascolterò Mertens e Branca.
      Grazie per aver apprezzato, siete fantastici.

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    2. Wow, il Nyman di "Prospero's Books". Musiche che ispirano molto per il palcoscenico.

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  3. Di colonne sonore originali apprezzo soprattutto quelle di Philip Glass (in particolare "Hamburger Hill" e "Kundun"). Parlando a titolo di ispirazioni personali, i brani "On the run" dei Pink Floyd e "All apologies" dei Nirvana occupano un ruolo importante all'interno di due miei racconti.

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    1. Notevole il Glass di "Kundun". Forti anche i due brani che citi.

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  4. Io non mi considero molto musicale, ma ogni racconto/romanzo ha una sua colonna sonora. Ciò che ascoltano i personaggi, canzoni che mi evocano particolari sensazioni o colonne sonore per determinate scene. Per la produzione sherlockiana, ad esempio, mi sono fatta una cultura sulle composizioni per violino del primo '800 tedesco e ascoltare i brani citati da Doyle ha cambiato completamente la mia percezione del personaggio. Nella mia testa, però, "la canzone di Holmes" è una canzone italiana che solo io associo a lui.
    Immagino che scrivendo per il teatro l'aspetto musicale diventi importantissimo

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    1. Mi piace questo aspetto della tua costruzione di Holmes. Hai colto il fatto che se Conan Doyle lo ha reso un estimatore di quella musica, ciò avrebbe potuto farti capire meglio il personaggio.
      Sono curiosa di conoscere quella canzone italiana. :)

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  5. Hai citato dei grandi. La colonna sonora è fondamentale per uno spettacolo. Cosa sarebbero i film de Il Signore degli Anelli senza Howard Shore? La storia c'è tutta, certo, ma quale differenza nel modo di percepirla per lo spettatore!

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    1. Ricordo di aver visto un documentario sul potere della musica nella narrazione filmica. Provando a eliminare il celebre motivo dalla celeberrima scena dell'assassinio nella doccia in Psyco, ebbene, la scena non veniva più percepita con la stessa spinta emozionale.

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  6. per me è stato importante Stanley Kubrick, che mi ha aperto porte che non avrei mai trovato da solo: Odissea nello spazio, Arancia meccanica con Beethoven e Rossini... Tra i libri, mi incuriosiva sapere cosa cantava il dottore in "Cuore di cane" di Bulgakov, l'ho trovato subito e mi è piaciuto. Per rock, blues, jazz, invece ho dovuto fare tutto da solo; però oggi con youtube mi diverto a cercare i brani citati nei libri, prima non era possibile trovare tutto.

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    1. Credo che Kubrick abbia azzardato una mossa che poi si rivelò azzeccatissima, perché bisogna avere grande fiducia nel potere della musica classica per farne dettato musicale di un film come Odissea nello spazio. Ma penso anche alla celebre scena dell'attacco al villaggio in Apocalypse now, con la Cavalcata delle Valchirie di Wagner. Contaminazioni di grande successo.

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  7. Con Hans Zimmer con me sfondi una porta aperta. C'ho la cassetta di Rain Man. In gita a Parigi ho comprato il cd di A spasso con Daisy che qua non si trovava. E quella del Re Leone? Stupenda. Ora che ci penso, ho anche quella e che mi viene voglia di risentire.
    E Danny Elfman e il suo Batman? Musica epica. La scena in cui Batman entra nella batcaverna e c'è la musica di Elfman è qualcosa di meraviglioso. Mi gasa a mille.

    Di recente ho scoperto Olafur Arnalds le cui opere sto ascoltando in questi giorni.

    Comunque sì, la musica è fondamentale. Fondamentale veramente.
    In Green Card, non so quante volte ho guardato il finale con la faccia di Depardieu che era veramente intensa e c'era la canzone Eyes on the prize. Non so quante volte ho visto quel finale per via di quella combinazione di cose.
    Proprio Green Card, che alla fine non è che sia un capolavoro di film, certo è gradevole e non è anonimo, però nemmeno da stracciarsi la vesti, ma grazie alla musica, la sua qualità si alza non di poco. Mozart, Enya con tutto quel verde della fotografia sono secondo me una combinazione vincente.

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    1. La colonna sonora di Re Leone credo sia un capolavoro assoluto. La bellezza sta nell'accordare l'epicità del racconto con gli scenari aperti della savana. La musica sa concretizzarsi in forme, in tal caso. Anni fa parlai con un collega di musica che sapeva a menadito tutto lo scibile in colonne sonore e mi fece una lectio magistralis sulle note de Lo squalo, diventate celebri assieme alle scene, insomma sul perché il compositore avesse scelto "quelle" due note e non altre. Rimasi rapita dal racconto.
      Bello il film Green Card, romanticissimo, Depardieu affascinante, non so perché non mi sia rimasta impressa la colonna sonora. Mi ricordo però la scena della sua sonata al pianoforte, durante una festa fra amici, in cui il protagonista spiazza tutti manifestando sensibilità musicale e poetica.

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    2. Non sai quanto ho riso per quella scena della sua esibizione al piano! Era bella e divertentissima insieme. Poi quei dettagli: il vaso che trema sul piano, la padrona di casa che sussulta...geniale!

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  8. Mi sono innamorata de Il signore degli anelli (la cavalcata di Arwen con Frodo inseguiti dai cavalieri neri), di Twilight (le canzoni dei Paramore e gli scores di Carter Burwell, come la trasformazione di Bella al quinto film) e di Outlander (Bear McCreary e la danza al cerchio di pietre, o il recupero anche storico di vecchie ballate scozzesi) proprio per le loro colonne sonore. Credo che i libri avrebbero avuto minor impatto su di me senza la musica. Allo stesso modo, tu lo sai, i Seether mi hanno ispirato un'intera serie (nella mia testa/appunti credo almeno 10 racconti). :)

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    1. Se penso ad Outlander, ricordo che mi innamorai della sigla iniziale della prima serie, di cui poi si fece una riscrittura e fu modificata un po'. Bellissimo il canto, sulle note di vecchie ballate scozzesi, quei tamburi, note che riportano a memorie ancestrali che sembriamo possedere senza sapere come e perché.

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  9. Ho scritto un romanzo, L'amore che ci manca, l'unico pubblicato con una piccola casa editrice, la cui colonna sonora è costituita dalla canzoni che più ho amato nella mia vita dai cantautori italiani come Guccini e Vecchioni ai Pink Floyd e a Ligabue. La storia si prestava bene ed è stato un percorso lungo alcune tappe importanti della mia vita. La musica ispira molto la scrittura.

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    1. Mi ricordi un passaggio del mio romanzo: scrissi la scena della battaglia di Little Big Horn ascoltando incessantemente Farewell, un brano tratto dalla colonna sonora di "Balla coi lupi". Quelle note perfette mi fecero letteralmente "vedere" la scena.

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  10. Amo alla follia Hans Zimmer, specialmente la colonna sonora di "King Arthur", ma anche "L'ultimo samurai". Riagganciandomi al tuo post sul teatro, anche nello spettacolo "Il Diavolo nella Torre" c'è una colonna sonora bellissima che non ho scelto io, ma il regista. Si tratta di una musica strumentale molto evocativa e drammatica con un suono di campane, moderna e antica nello stesso tempo. Per quanto riguarda i miei romanzi, di rado sono stata ispirata da una musica o una canzone, perché non ho nessun talento in merito, ma mi è capitato spesso di scrivere con una colonna sonora in sottofondo. Ho menzionato sempre nelle fonti anche la musica perché la considero importantissima. Per il primo romanzo della saga crociata, "La terra del tramonto", c'è molta musica del deserto, ad esempio.

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    1. Avevo intuito che nello spettacolo derivato dalla tua drammaturgia ci fosse una musica particolare, evocativa. Proprio in queste storie dalle tinte forti, con una forte aderenza alla Storia, è assolutamente necessario che per ogni scena ci sia una musica adatta. Quindi immagino che il regista abbia fatto ottime scelte.
      Non vedo l'ora di leggere il tuo ultimo romanzo. :)

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  11. Ciao Luana, questo post, che leggo dopo la riemersione dall'ormai consueto semi-letargo invernale, mi ha preso molto, per vari motivi: 1) Sono un appassionato di colonne sonore e il mio blog ha una rubrica aperiodica dedicata, giunta al dodicesimo post, chiamata Incantesimi cinemusicali; 2) Per un periodo della mia vita ho pensato che da grande avrei fatto il musicista, o più esattamente il compositore; 3) Ho scritto musiche per il teatro. E chissà, se avessi continuato, forse oggi rientrerei nella lista di nomi che hai presentato nel post. Ma dopo un decennio di tentativi di fare il grande salto, dal semiprofessionismo (o semidilettantismo) al professionismo, ho deciso che ne avevo abbastanza e che era tempo di ripiegare su altre passioni. D'altronde, in quel periodo, non esisteva neanche questa cosa degli you-tuber, che mi avrebbe forse reso tutto più facile. Si vede che non era destino...

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    1. Ciao, Ivano! Non sapevo di queste tue prerogative, mi dispiace che tu abbia rinunciato. Sono certa che non sia mai tardi per fare conoscere le proprie opere d'ingegno, tu ci potresti provare seriamente, perché no. A volte si tratta semplicemente di guardarsi attorno e magari trovare una Compagnia teatrale di livello che cerchi musica d'autore, ti garantisco che se ne possono trovare. Devo cercare la tua rubrica. :)

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    2. La rubrica la conosci sicuramente già, perché è la prima che ho aperto nel blog e non si è mai davvero interrotta. Ma anche la faccenda della musica doveva esserti nota perché ne ho parlato a più riprese nel blog, ogni volta che pubblicavo una delle mie composizioni per lo spettacolo su Rimbaud, ed è successo almeno in tre occasioni.

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    3. Allora effettivamente la conosco già, mi sfuggiva il fatto che avessi composto delle musiche.

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  12. P.S. In bocca al lupo per i tuoi due progetti :-)

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