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domenica 2 novembre 2025

Cogli l'attimo!

"Sono salito qui sopra per ricordare a me stesso di guardare le cose da angolazioni
diverse. E il mondo appare diverso da quassù".

Sono sparita da questi schermi da settimane, qualcuno se ne sarà accorto, anche perché ho potuto partecipare a singhiozzo anche sui blog altrui. Non ricordo di aver vissuto un mese di ottobre più pieno di quello appena trascorso. 
Se è ormai assodato che ottobre per noi insegnanti è il mese più impegnativo per la programmazione dell'anno scolastico - fra consigli di classe, collegio docenti, incontri dipartimentali, primi colloqui coi genitori, presentazione della progettazione annuale e tanto altro - è pur vero che per quanto mi riguarda tutto ciò si è incastrato fra impegni di ben altra natura, impegni teatrali. 
Oggi è domenica, il prossimo sabato, fra sei giorni, sarò in scena con uno spettacolo fra quelli più amati in tutto il mio panorama di produzioni. 
Si tratta di Foglie d'erba nell'edizione 2025, dopo nove anni dal primo debutto e pertanto tanto tempo trascorso da uno dei più grandi successi del mio teatro. Per chi avesse la curiosità di sapere da dove tutto ciò è cominciato, vada a questo post del 23 dicembre 2016. 
Quando scrissi quel post si era agli inizi di quella strada, non sapevo ancora che nel 2017 lo spettacolo avrebbe vinto premi in rassegne teatrali di pregio, Premio Corvo d'Oro a Guidonia (Migliori attrici non protagoniste) e a Ischia, dove riportammo il Premio Aenaria Migliore gradimento del pubblico. 
All'epoca curai drammaturgia e regia, alla guida di un gruppo di nove interpreti fra i quali quattro magnifiche ragazze che letteralmente conquistarono il cuore del pubblico. 

Il nuovo Foglie d'erba è stato suggerito, come allora, dalla passione di alcune mie ragazze di laboratorio ormai di lungo corso, pronte e desiderose di vivere un'esperienza un po' più "strong" rispetto al consueto spettacolo di fine anno. L'idea mi è balenata in mente del tutto casualmente: ci trovavamo, un anno fa, in un cinema per vedere il nuovo film di Francesco Gheghi, stavamo chiacchierando del più e del meno e... mi sono detta perché no? 
A guardarle già me le vedevo, nelle loro uniformi a quei banchi e in quelle scene così profondamente belle (e difficili). "Vi piacerebbe se mettessimo in scena Foglie d'erba?".
Ma non voglio andare oltre, perché dedicherò un post a questa esperienza dopo lo spettacolo. 
Per ora, posso solo dirvi che mi viene facile immaginare quanto attende sul palcoscenico. Le prove fitte fitte a giugno, poi da metà settembre fino a questa settimana, i tanti momenti in cui abbiamo vissuto dubbi e incertezze, ansie, paura di non riuscire a rendere del tutto quelle scene... Da regista, e interprete di un Keating al femminile - ebbene, sì! - non sono stati pochi i dubbi durante tutto il percorso di costruzione dello spettacolo. Poi avviene quel non so che, spingi le ragazze a dare/fare/rendere di più, ancora oltre e più in là, ben oltre quello che immaginano sia già corretto e possa andare bene. 

Il segreto è lì. È un copione già scritto. Prima sfiduciate, anche un po' arrabbiate perché sei esigente oltre ogni immaginazione, ma ci sta. Nella mia scuderia non ci sono sconti, devono seguire quella strada lì, quella mia visione che so, con la loro bravura e sensibilità possono imboccare e poi... senza che neppure se ne accorgono avviene il miracolo. Una metamorfosi
Quando, durante la scalata, cominciano a scorgere la vetta, si trasformano, conquistano fiducia ed esplorano, padroneggiano. L'armonia fra tutte è magnifica. E se lo è in questa fase, posso immaginare cosa avverrà dinanzi alle platee. 
Hanno sedici anni, è un'età bellissima per vivere un'esperienza come questa. Le mie attrici del vecchio Foglie d'erba sono giovani donne adesso, ma lo ricordano come una delle cose più potenti che abbiano vissuto sul palcoscenico e fuori. E lo stesso accadrà a loro. 
Questa volta, dicevo, sarò in scena. Mi sono ritagliata la parte del leggendario professor Keating in veste femminile, ma non c'è forzatura alcuna. In questi panni mi sento a mio agio, perché porto molto di me stessa nel personaggio. 
Ne scrissi in questo post due anni fa, chi avrebbe immaginato che un giorno lo avrei interpretato? 

Mi fermo qui e rilancio con una domanda: "cogli l'attimo", cosa pensate di questo principio? Ne avete fatto esperienza?

19 commenti:

  1. Penso che sia un principio per certi versi rischioso ma importante. Purtroppo, a causa del mio temperamento eternamente titubante, la mia vita passata è costellata di attimi che col senno di oggi avrei dovuto cogliere ma che non ho colto. Ho molti rimpianti in questo senso ma va bene lo stesso, ho avuto comunque la fortuna di vivere molte cose belle. Alla fine va bene così.
    Lieto di leggerti dopo la lunga pausa forzata e un grosso in bocca al lupo per il nuovo spettacolo, professoressa Keating :-)

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    1. Cogliere l'attimo richiede non solo una certa dose di coraggio ma anche di prudenza, sono parole dello stesso Keating. Un po' tutti noi abbiamo perso occasioni, ma poi importante è aver saputo controbilanciare con ottime altre cose. Grazie, Andrea!

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  2. Cosa penso del principio "Cogli l'attimo"? Che è una cosa che tutti dovremmo mettere in atto, perché la vita non ce ne offre molte di occasioni importanti da cogliere. Allo stesso tempo penso anche che tutti noi, chi più chi meno, guardando dietro di sé troverà occasioni non colte per i più disparati motivi e proverà rimpianto per esse. Eppure anche la nostalgia per qualcosa che poteva accadere e non è accaduta non ha solo connotazione negativa: ci stimola anche a riflettere e arricchisce il nostro mondo interiore, gli dà profondità.
    Quanto al tuo prossimo lavoro, ti faccio i miei complimenti ed auguro a te e ai tuoi ragazzi la giusta gratificazione per l'abilità e l'impegno che ci metterete. Per come ti ho imparata a conoscere, non ho dubbi sulle tue e loro capacità.

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    1. Parole come "rimpianto" e "nostalgia" sono parte del vocabolario di ogni vita. E va bene così, conta l'aver saputo arricchire la propria vita di altro senso. E soprattutto conta continuare a fare progetti, come questo folle che sto per affrontare. Grazie, Stefano!

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  3. Verremo a vederti e sono già emozionato, e anche queste scelte, apparentemente semplici e non impegnative, fanno parte della fiosofia del cogliere l'attimo, determinare priorità, dedicarsi un ritaglio.

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    1. Sììììì, ci vedremo sabato!! Però stavolta facciamo in modo di immortalarci in una foto insieme! Emozionatissima anch'io... come raramente lo sono stata in questi miei progetti teatrali. :)

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  4. Sarebbe L'attimo fuggente quindi? Bellissimo! Sai che leggendo questo post mi hai messi una voglia pazzesca, nell'ordine: di fare teatro, di vedervi at teatro, di scrivere per il teatro e di avere 16 anni e fare teatro🐵
    In bocca al lupo per la prima!

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    1. Sì, si tratta proprio de L'attimo fuggente, ma ne saprò scrivere poi la trama che mi sono inventata attorno al celebre film. Vale avere 16 anni per fare teatro ma anche 99, te lo assicuro! Pensa che la madre di una mia amica fece teatro fino ai 90 anni, una tempra e uno spirito invidiabili. :) Grazie, Davide!!

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  5. Ciao, Luz! Ma che meraviglia! 😍 Se potessi, verrei di sicuro a vederti\vedervi! Intanto attendo il tuo racconto, spero, qui da te. 😉 Abbraccio enorme.

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    1. Racconterò, già pregusto quel racconto. Grazie, Pia!

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  6. merda, merda, merda!
    (e aspetto il resoconto della serata)
    massimolegnani

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    1. Sì, come al tempo delle carrozze dinanzi ai teatri, a palate! Grazie, Massimo. :)

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  7. Bellissimo film, un ricordo indelebile per noi che lo abbiamo visto. In bocca al lupo per la tua trasposizione teatrale.
    Il "carpe diem" spesso me lo sono lasciato sfuggire, ahimè.

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    1. L'ho amato moltissimo. Pensa, mi ricordo la sera che lo vidi assieme al mio fidanzato storico in un cinemino del paesello al sud. Rimasi folgorata dalla storia, mi commosse immensamente. Chi avrebbe immaginato sarebbe diventata la storia più importante da narrare in palcoscenico in tutti questi anni?

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  8. Che bello, Luana! È stato anche lo spettacolo del nostro primo incontro, ricordi? Ero così contenta di venire a conoscerti! E poi ne scrissi, naturalmente, non potei (come nelle altre volte) farne a meno.
    Riuscirai a emozionare ancora, ne sono certa. Un grande in bocca al lupo a tutta la squadra e al suo capitano!😉

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    1. Sì, era il Teatro Smaldone sulla Prenestina! Io sostituivo il ragazzo che fa lo studente demotivato al quale il prof racconta L'attimo fuggente. Questo progetto adesso ne è una versione nuova e più "fresca", una sperimentazione che non mi vede solo alla regia ma in prima linea! Grazie, Marina!

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  9. All’epoca il film mi folgorò, il mitico professor Keating è una delle figure, per me, più belle della storia del cinema. Un film che ha lasciato una traccia indelebile come alcune sue frasi iconiche. “Cogli l’attimo” è il mio motto da moltissimi anni, ho imparato a vivere il momento (o almeno provarci) dopo la morte improvvisa di mia madre. Avevo 31 anni e quella mancanza improvvisa mi ha insegnato a non rimandare mai la felicità perché non sappiamo mai quello che può accadere nella vita. È una filosofia niente affatto facile da mettere in pratica però, perché non dipende solo da noi.
    In bocca al lupo per la tua interpretazione a teatro, una bella sfida ma tu sei già parecchio “keating” sei già nella parte da tempo. Io ti vedo così

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    1. Come rispondevo ad Ariano, anche io ne rimasi folgorata. E concordo, quanta bellezza nel personaggio di Keating, quanta audacia e sfrenato amore per la letteratura e per i giovani!
      Comprendo quel tuo cambiamento dopo la perdita dolorosa. Ogni dolore in fondo diventa foriero di una saggezza nuova. Grazie, Giulia!

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  10. Cara Luz, ti scrivo mentre probabilmente stai fremendo dietro le quinte per cominciare lo spettacolo che hai molto amato e che ti vede protagonista. Sono ammirata dalla tua arte. Merda merda merda a te e alle tue e tuoi sedicenni. Facci sapere

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