Ho terminato la visione di questo film con la certezza che esista ancora un cinema in grado di dirci qualcosa. Un cinema autoriale, di contenuto, ma anche ardito, spiazzante come può esserlo ogni film a firma Lanthimos.
Di questo regista, sceneggiatore e produttore avevo visto The lobster e La favorita, opere che ha reso riconoscibili, originali nella misura in cui la sua visione diventa scena, narrazione. Dei due apprezzai maggiormente il secondo, con una straordinaria Olivia Colman nei panni della regina Anna di Gran Bretagna, ruolo che le valse l'Oscar.
Lì una fragrante Emma Stone era la Abigail della scalata sociale che la pone "favorita" della regina e Lanthimos la sceglie nuovamente per questa produzione, Povere creature!, Leone d'Oro alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, quattro premi Oscar (Migliore attrice, scenografia, costumi e trucco) e due Golden Globe, oltre a numerosi altri premi e candidature.
A questa rubrica, il cinema, dedico poco spazio.
Mi capita ormai raramente di vedere film che mi fanno venire voglia di scrivere. Il mio entusiasmo per Povere creature! mi dà la giusta energia per mettere insieme alcuni aspetti del film, con tutti i limiti del mio non essere un critico esperto. Non sono un critico esperto ma scrivo messe in scena, narrazioni destinate allo spettacolo, e il primo aspetto che ho apprezzato è proprio la storia, l'intreccio.