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venerdì 31 maggio 2024

Sogno di una notte di mezza estate - Laboratorio 2023/2024



È trascorso un anno da quando scrivevo: "Mettere in scena Shakespeare affidando a questi ragazzi - a chi vorrà continuare e a coloro che arriveranno di nuovi - un'opera straordinaria, onirica, caleidoscopica, immensa. Senza lasciarsi distrarre dal facile hanno bisogno di molta più esperienza, ma invece portandoli in questa Arcadia nella quale in pochi osano addentrarsi". 
Ed eccoci qua, siamo stati in quella Arcadia ed è stato meraviglioso. 
Gli anni passano, le esperienze teatrali si accumulano, tanti progetti si stanno avvicendando, tanti ragazzi e ragazze salgono sul mio ideale vascello e solcano assieme a me mari anche insidiosi. Poi, ogni anno, approdiamo in porti in cui attende il trionfo, e questa volta, al terzo spettacolo dopo la grande e devastante pandemia, è accaduto qualcosa di diverso dai due precedenti. 
Il disegno era ambizioso e la sfida è stata raccolta da un ciurma più matura, cresciuta rispetto allo scorso anno. Le leve più promettenti dello scorso anno sono rimaste, hanno continuato a voler fare teatro, a esse si sono unite nuove leve che sono state una rivelazione. 
Due ritorni, due allievi di diversi anni fa, Gioele e Federica, oggi 21enni, mi hanno affiancato durante il laboratorio sostenendolo e coadiuvandomi nel mio lavoro con i ragazzi ogni venerdì, sia nel periodo propedeutico da settembre a dicembre, che in quello delle prove da gennaio a maggio. 
Ho introdotto Gioele e Federica anche nel cast dello spettacolo finale, sono stati quel tocco che ci voleva, un tocco di quella generazione culminata nel 2019 nell'ultimo grande spettacolo prima del Covid. 
Poi nuovi arrivi, tutti particolari, fuori dall'ordinario. Due ragazze che sono anche mie alunne, Emma ed Elena e poi lui, Alessio, un mio ex alunno ora alle superiori che ha inaspettatamente incantato la platea. 
Saranno le immagini dell'ormai irrinunciabile Alessandro Borgono a raccontarvi qualcosa di ciò che è stato. 

Perché mettere in scena il Sogno?
Sogno di una notte di mezza estate, di William Shakespeare, è un'opera scritta sul finire del 1500. Ne scrissi
una recensione diversi anni fa, la trovate qui. Una recensione dettata da un'esperienza diretta, uno spettacolo con la Compagnia adulti allestito e messo in scena mesi prima, rimasto da dimenticare, ma perlomeno seguito dai successi che caratterizzarono gli anni dalla fine del 2016 al 2019. Del Sogno mi era rimasto dunque quel ricordo, ma anche il senso di un'opera ricca, monumentale, che avrei voluto realizzare nuovamente prima o poi. Non avrei immaginato, allora, di affidarla ai ragazzi e alle ragazze della mia ciurma di allievi otto anni dopo. L'idea sorge come sempre sul finire del laboratorio, ma è anche vincolata al ritorno o all'arrivo di allievi in grado di sostenere ruoli così complessi. Dal testo all'azione, tutto nel Sogno è una sfida, anche renderlo comprensibile alla platea, il che non è sempre così scontato. Il linguaggio rispondente ai valori d'epoca elisabettiana, le scelte stilistiche della messa in scena, il riferimento alle fonti classiche, tutti elementi che possono scoraggiare dallo scegliere questa straordinaria opera come spettacolo finale di un laboratorio teatrale per giovanissimi

Il testo era pronto, risaliva al 2016. Non ho effettuato tagli o riduzioni alla drammaturgia messa in scena fra adulti allora. Lanciare una sfida è questo, senza sconti o semplificazioni. 
È possibile solo se, da maestro di laboratorio, senti di poter affidare un testo completo anche a chi incontrerà una certa difficoltà nel memorizzare e lavorare sulle caratterizzazioni. Non dimentichiamo mai che questi giovanissimi sono alunni di scuola, si muovono fra compiti e altre attività non meno impegnative. Hanno la forza di portare a termine qualsiasi cosa perché spinti da passione, desiderio. Componenti imprescindibili per fare teatro e farlo a questo livello di preparazione. 
Eccovi alcune immagini di Alessandro Borgogno a testimoniare la forza di ciò che è stato. 


All'inizio dello spettacolo, un simbolico ballo fra i 4 giovani innamorati


La Compagnia dei guitti 


L'elfo e le fate giungono a prendere posto nel bosco fatato


La lite di Titania e Oberon


Titania, sotto incantesimo, si innamora di Bottom tramutato in asino


I quattro giovani innamorati in preda al caos di filtri d'amore...


... e finalmente, in seguito, la loro riconciliazione


La Compagnia dei guitti inscena la farsa "Piramo e Tisbe"


La mia fantastica ciurma agli applausi finali




E poi guardate quassù, sono assieme a Lisa Bertinaria, la mia punta di diamante della Compagnia adulti in questa fase, proprio la straordinaria interprete che ha vinto il Premio alla migliore attrice giovane nello spettacolo su Anna Magnani e che in questo periodo si trasforma in un magnifico Pinocchio
Sapete bene che mi piace contaminare, e questa volta ho portato nel racconto shakespeareano un elfo tolkeniano, Luthièn, voce narrante ma anche a chiusura dello spettacolo colei alla quale ho affidato parole importanti. Ho scritto un monologo a suo tempo, per lei, perché donasse un ulteriore valore al nostro Sogno.

LUTHIEN    Il mondo è cambiato. Lo sento nell'acqua, lo sento nella terra, lo avverto nell'aria. Molto di ciò che era si è perduto, perché ora non vive nessuno che lo ricorda. Generazioni di uomini hanno popolato il mondo, sono vissute in pace fino a quando il fratello ha levato il pugnale sul fratello. Da allora, le ere si sono avvicendate fra guerre e pace. Gli uomini hanno amato le loro donne fra i mandorli in fiore, nei bambini era custodita l’innocenza, i vecchi chiudevano i loro occhi circondati da amore. Poi una nuova era è arrivata. L’uomo ha versato il sangue della donna, i bambini correvano nel frastuono di parole vuote di senso, i vecchi giacevano nella greve solitudine. Verranno nuove ere, ma prima l’uomo dovrà affacciarsi sull’orlo del baratro e guardarvi dentro, restare in bilico e poi esserne inghiottito. È nel precipitare che l’uomo comprende, quando tutto è perduto guarda indietro e comprende, e spera che non sia tardi per trovare un appiglio nella caduta. In questo… è il migliore degli esseri. Trova soluzioni prima che l’ultima fiammella di speranza si spenga nelle tenebre. Ma vuole arrivare all’ultimo istante, deve cadere nel pozzo nero dei propri errori. E allora… non disperdete il tempo che vi è concesso. Amate. Porgete la mano al vecchio e ascoltatelo, avrà molto da insegnarvi. Custodite i piccoli, mostrate loro la rugiada del mattino e il cielo quando il giorno volge al tramonto. Camminate fianco a fianco con l’uomo o la donna che avete scelto. Amatela, amatelo, senza sentirvene padroni. Coltivate la bellezza, sempre. La bellezza è nella vita, in ogni sua forma e possibilità. E voi siete la vita. (esce) 

Il sogno e la magia, l'amore e il potere, ma poi anche il teatro nel teatro, la rappresentazione teatrale come dono ai sovrani, benché risulti poi una messa in scena più comica che tragica e malgrado il debordante, inesauribile ed egocentrico Bottom scardini puntualmente i piani narrativi, tutti elementi che si mescolano in questa opera senza tempo. 
È stato meraviglioso assistere questi ragazzi e ragazze da dietro le quinte, curandone le luci e alcuni effetti visivi - abbiamo una macchina professionale per il fumo. Siamo orgogliosi di essere ogni volta all'altezza delle aspettative, di accogliere le emozioni e gli abbracci del pubblico dopo, a fine spettacolo. 
E soprattutto la mia gioia si mescola a quella delle famiglie che esprimono la propria emozione per un talento inaspettato, per quella particolare "trasformazione" del proprio figlio o figlia in scena. 

Delle due messe in scena - si è tornati da quest'anno ai due giorni di spettacoli, anche questo è un ottimo segno di ripresa - la seconda è stata una "congiunzione di astri" particolare, come ho detto dal palcoscenico. 
Le mie ex allieve, ora al terzo anno di Accademia d'arte drammatica di Napoli, Gaia e Claudia, quelle magnifiche ragazze con le quali, ancora bambine, iniziò tutto ben undici anni fa, mi hanno fatto una sorpresa.
Sono venute a vedere lo spettacolo e abbiamo avuto l'opportunità di riabbracciarci e dirci molte cose importanti. Claudia ha preparato per tutta la ciurma dei piccoli messaggi da sorteggiare, piccoli cartigli su cui ciascuno di loro ha trovato una citazione dalle opere di Shakespeare. 
E come non ricordare che proprio loro, lo scorso anno, sono state nel Sogno allestito dall'accademia? 
Coincidenze? No. La vita mi ha insegnato che non esistono coincidenze laddove sentiamo che l'universo sta dicendoci qualcosa, dunque non è un caso che attorno al Sogno io abbia rivisto loro, le mie indimenticabili ragazze oggi quasi 22enni. 
Gaia e Claudia rappresentano quel "dove" in cui ha avuto inizio il mio laboratorio ragazzi esterno alla scuola, quello spazio tutto nostro nel quale in tanti anni ho costruito assieme a loro tanta bellezza. 
Non aggiungo altro, mi hanno promesso un'intervista per il blog. 


Assieme a Claudia Moroni e Gaia Piatti

Chiudo con quello che ormai è diventato una tradizione: a maggio mi coglie sempre il baluginio di un'idea, quello che voglio portare in scena il prossimo anno. Ebbene, non lo avrei creduto, ma questa ciurma è pronta e lo sarà anche molto di più fra un anno per un progetto ancora più ambizioso. 
È lo spettacolo che iniziò a provare la ciurma di quattro anni fa, quella manciata di prove interrotte dalla pandemia quando tutti chiudemmo. Tenacemente quel gruppo continuò assieme a me, a distanza, a provare, ripetere, memorizzare. Poi ricominciammo a settembre fra mille problemi e ancora provammo e provammo fino ad arrivare alla fine del progetto, alla sua interruzione, alla stanchezza, all'uscita di ragazzi e ragazze spossati e ormai demotivati. Fu un danno enorme, in particolare per quelli che avrebbero voluto portare a termine il tutto, ma non ci fu speranza. 
Si tratta di Notre-Dame de Paris. Non il musical né la sua versione Disney, ma proprio la drammaturgia che scrissi dopo avere attraversato le pagine del grande Victor Hugo. 
Sarà possibile? Non lo sapremo fino a settembre, perché tutto dipenderà dal ritorno di alcuni elementi ai quali affiderei con la massima fiducia i ruoli maggiori. Il tempo ce lo dirà. 

Intanto ci godiamo questo successo, questa straordinaria armonia e la certezza di essere stati all'altezza di questo indimenticabile spettacolo. Sempre fiera di questi giovanissimi che ho il pregio di guidare. 
Al prossimo anno di laboratorio! 
Si ringrazia Alessandro Borgogno per le immagini dello spettacolo. 

Edit: Marina Guarneri ha dedicato un post allo spettacolo, lo trovate qui. 💗

19 commenti:

  1. Complimenti a te e ai tuoi ragazzi. Una passione vissuta in gioventù, anche se non necessariamente diventerà una professione con cui guadagnarsi da vivere, lascia bei ricordi e emozioni che - quelli sì - saranno molto importanti quando si diventerà inevitabilmente adulti.

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    1. Lo credo anch'io, sono esperienze che segneranno in modo positivo e indimenticabile il loro percorso di vita. :)

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  2. Ho letto tutto con grande interesse.
    Un laboratorio prolifico oltre che importante e bello. Le foto sono meravigliose!!! 😍😍😍
    Grazie Luz, attendo ciò che farete a Settembre, non vedo l'ora.
    Ti abbraccio fortissimo, ciao!

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    1. Spero di potervi dare ottime notizie. Grazie, Pia. :)

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  3. Sono sempre esperienze belle e importanti da condividere e quindi grazie per questo post con queste belle foto. Brava e bravi tutti coloro che hanno collaborato.
    Auguroni per la prossima esperienza.

    Un salutone e alla prossima

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  4. Sei circondata da bellezza. E' una gioia leggerti. Aspetto la tu prossima sfida (tutti testi semplici, eh ;D)

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    1. Non c'è niente da fare, non mi piace vincere facile. :D Pensa che c'era una mezza idea di fare La famiglia Addams, ma si può andare verso una cosa così dopo aver toccato Shakespeare? Magari in un futuro, adesso mi va di ritentare quella corazzata lì. :)

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  5. Ho guardato questa Carogna su Fb, parrebbe un bel progetto! Perché non lo riprendi? L'improvvisazione è parte integrante del mio laboratorio nella fase propedeutica che va da settembre a dicembre. Scatena tutto il loro talento e a volte genera delle dinamiche davvero sorprendenti. È una tecnica che aiuta molto a imparare. Grazie per le tue parole, Filippo, sono davvero orgogliosa di questo progetto per ragazzi che ogni anno si rinnova e prende nuova forma. :)

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  6. E che dire, cara Luana! Io non me ne perdo una, perché so di trovare sempre bellezza è qualità. Ma dirò di più nel post che sto preparando. Anche quello è un “ dopo” che non posso disattendere.

    Marina
    (di nuovo in modalità Anonimo, in questi giorni! )

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    1. Davvero? Che bello! Un post anche su un mio spettacolo del laboratorio è davvero bellissimo e inaspettato. :D Arrivare al pubblico, ai miei amici cari, a coloro che giustamente hanno alte aspettative, è una sensazione stupenda. Fin d'ora ti dico grazie per tutto il tuo sostegno. :)

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  7. Ho chiuso il blog per la pausa estiva
    passa una bella estate e ci rileggiamo
    dopo la prima settimana di settembre

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  8. Qualcosa di fantastico davvero, ti leggo con gioia e leggera malinconia.. proprio in questi giorni saremmo dovuti andare in scena anche noi, ma le vicissitudini della vita non assecondano sempre i nostri programmi. E dispiace anche, dopo Pinocchio, non aver potuto assistere allo spettacolo sulla Magnani e a questo Sogno che sembra davvero splendido.. ma ci rifaremo Lulù ed io, affrontando caparbiamente ogni difficoltà, e contiamo di assistere alle vostre nuove performances, perché traspare l'amore e la passione dal vostro fare teatro, dal tuo insegnarlo e conosciamo sulla nostra pelle l'ebrezza dell'esibirsi su un palcoscenico, il brivido e l'eccitazione. A presto e ancora complimenti!

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    1. Ricordo che avevi parlato proprio di questo fine settimana, noi ci stavamo organizzando, non saremmo mancati. Ma sono certissima che sia solo rimandato, questo bellissimo ritorno a teatro si farà e io non vedo l'ora di applaudirvi. :) Grazie, Franco.

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  9. La fatica, come pure la gioia e la soddisfazione, traspaiono non solo dalle tue parole ma anche dalle immagini. E' la fine di un lungo percorso e la conquista del traguardo. Peccato che non abbiamo tutti la possibilità di assistervi, chissà in futuro.
    Sono molto curiosa: come mai hai affidato quel monologo proprio a Luthièn, dal romanzo postumo di Tolkien "Beren e Luthièn" (che mi pare lei abbia i capelli neri), e non a Dama Galadriel, da "Il Signore degli Anelli", versione cinematografica di Peter Jackson, a cui risale la frase nel prologo del film (mentre le parole in origine dovrebbero essere di Barbalbero-Treebeard nel romanzo)? C'è un qualche altro riferimento che la mia memoria non recupera? (dovrei tornare a leggere Tolkien, lo so)

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    1. Grazie, Barbara!
      Il nome Luthièn è per me un ricordo del passato, risalente ai tempi dei forum. Non ho letto quel romanzo di Tolkien ma ricordavo questo nome per essermici imbattuta quando misi in piedi una sezione fantasy nel mio forum. Una delle partecipanti si diede questo nome, seppi solo più tardi che era pure in un titolo di Tolkien stesso. Galadriel invece è ben nota e sapendo di dover affidare la parte alla mia Lisa, piccolina di statura, non volevo creare il facile confronto che il pubblico avrebbe fatto con la Galadriel cinematografica, la portentosa Cate Blanchett.
      La parrucca platinata avrebbe fatto quell'effetto ricercato ma io stessa non sapevo che la Luthien descritta da Tolkien fosse con capelli neri. A prescindere avrei voluto quel capello e quella veste totalmente bianchi (con orecchie elfiche ben visibili).
      Riguardo alle parole del monologo (non so se ti riferisci a quelle), sono di mia invenzione. Volevo creare un effetto sul finale che portasse il pubblico verso una riflessione sui temi più importanti di questo presente alquanto vessato dalla scelleratezza umana.

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