Carissimi e carissime, entriamo nel vivo con gli incipit in gara! Complice il periodo non proprio felice per le pubblicazioni sui blog, ne sono giunti solo sei - fortuita coincidenza, due per ogni foto proposta! - ma ce li faremo bastare.
Secondo quanto annunciato nel nuovo regolamento, gli incipit in gara sono qui di seguito elencati senza rivelarne l'autore/l'autrice, per mantenere il più possibile neutralità nel voto.
Gli incipit sono pubblicati con riferimento all'immagine che ha ispirato la scrittura.
Raccomando a TUTTI i partecipanti di inviare la propria doppia preferenza e raccomando a tutti coloro che leggeranno, partecipanti e non, di diffondere il post e invitare a inviare il proprio voto a tutti coloro che avranno il desiderio di eleggere l'autore/l'autrice dell'incipit migliore.
❗❗❗Modalità di voto: inviate
due preferenze (1° e 2° posto) indicando NUMERO FOTO E NUMERO DELL'INCIPIT PRESCELTO,
entro le ore 9 di venerdì 4 luglio. Email:
libriavela@gmail.com
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Eccovi gli incipit in gara:
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Foto 1 |
FOTO 1
INCIPIT 1
Sono qua, immersa ancora una volta sempre negli stessi pensieri, nelle stesse considerazioni, e cioè che il mio primo libro, quello che l'editore mi ha pubblicato due anni fa, è stato un successo al di là di ogni previsione, apprezzato dalla critica come mai si sarebbe sperato, e poi amato dal pubblico in un crescendo che si è tradotto anche in un notevole quanto inatteso successo di vendite.
E fanno ormai due settimane che gli ho mandato il mio secondo lavoro, quel manoscritto che ha assorbito tutto il mio tempo, tutta la mia attenzione e le mie energie per tre lunghe stagioni, autunno inverno e primavera, ed è secondo me di gran lunga migliore dell'altro. Non solo più organico e coinvolgente, ma per certi versi anche più significativo e profondo, se pur con tratti qua e là d'ironia, oltre che stilisticamente senz'altro più rifinito. Però la lettera di risposta che continuo ad aspettare non arriva... da giorni ormai non faccio che arrovellarmi sul perché di questo silenzio.
Non ho smesso di rimuginarci sopra neanche prima, quando per cercare di distrarmi sono uscita in giardino col cane e ho colto le rose di cui mi è sempre piaciuto circondarmi anche in casa, ma ancora non le ho messe nei vasi perché da più di una settimana... è più forte di me, a quest'ora non riesco a far altro che sedere vicino all'unica finestra da cui si scorge la strada, ad aspettare l'arrivo del postino. Ormai non dovrebbe tardare... mi dico che stavolta di sicuro, graziaddìo, mi porterà la risposta dell'editore. Anche se poi m'impongo di non illudermi, di non lasciarmi andare ad aspettative che la realtà ha fin qui inaspettatamente e anche crudelmente disatteso. Ma perché, non posso smettere di domandarmi, perché... visto che secondo ogni logica la mia nuova fatica non può che venire accolta da chi di dovere persino con gratitudine, destinata com'è ad una pubblicazione di prevedibile successo.
Questa risposta deve arrivare, deve. Perché scrivere è l'unico insperato appiglio che la vita inaspettatamente, incredibilmente mi ha offerto.
Altrimenti... se non sarà oggi, sarà domani o dopodomani, ma so che deciderlo sarà un attimo... andare all'altro lato del giardino, quello in ombra dove tanto ci piaceva trattenerci, in silenzio, oppure a discorrere, a volte pacatamente a volte vivacemente, o a ridere, una volta anche a piangere...
Sarà un attimo, dopo tanto tempo, tornarci... abbandonarmi sulla tomba di G., e non rialzarmi più.
INCIPIT 2
Si svegliò
con il primo sole del mattino. I raggi, timidi, si aprirono un varco in
mezzo ai mobili e la stanza, per qualche minuto, godette ancora della
fissità della notte, prima di lasciare entrare il nuovo giorno. I
pensieri l’avevano tormentata a lungo e avevano scavato dentro di lei un
tunnel talmente profondo da non consentirle di vedere la luce, nemmeno
quella che le accarezzava il viso dal taglio verticale della tenda
lasciata un po’ aperta. Si alzò malvolentieri e, dopo avere gettato
un’occhiata distratta al lato vuoto del letto, si trascinò fino al
bagno, si guardò allo specchio con la stessa scarsa attenzione con cui
si era accertata dell’assenza del marito, indossò la vestaglia e a passi
misurati andò nella camera da pranzo.
Se
solo gli avesse detto come stavano veramente le cose! Se solo avesse
trovato il coraggio di affrontare una situazione che l’aveva esasperata
al punto da indurla in errore! Era solo colpa sua? Non ne era sicura, le
colpe sono un carico diviso a metà. I fogli della lettera giacevano
ancora sparpagliati sullo scrittoio.
“Soltanto tu mi capisci!”, disse al cane che le scodinzolava dietro, assecondando il suo passo stanco.
Si
sedette davanti alla finestra con il fedele amico sulle gambe e con gli
occhi chiusi provò ancora una volta a immaginarsi lontana da quella
strada desolata in cui si era smarrita. Sapeva cosa fare e lo avrebbe
fatto presto.
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Foto 2 |
INCIPIT 1
La brezza era leggera. I quattro pescatori avevano recuperato da poco la
ragazza su uno scoglio distante quasi un miglio dalla riva. Lei non
aveva detto una parola fino a quel momento. Era muta o la sua mente era
assente? Forse entrambe le cose. Ora era lì, seduta di fianco alla
barca. Sembrava guardare qualcosa che solo lei poteva vedere. I
pescatori la scrutavano, cercando di carpirne il mistero. Con quei suoi
lunghi capelli biondi e la pelle diafana, aveva un che di aristocratico
ma allo stesso tempo quei caratteri rimandavano a qualcosa di arcano.
Ecco: sembrava proprio una mitologica ninfa.
Non potevo farci nulla. Solo fuggendo, nascondendomi in posti impensabili, avrei potuto avere un breve momento tutto per me.
Mi
piaceva tanto il mare e, dietro quella piccola barca, potevo bagnarmi e
fingere di tuffarmi libera in quelle limpide acque. Mi piaceva
soprattutto quel pizzicore sulla pelle che solo il suo sale mi faceva
provare.
Ma dovevo stare attenta; potevo farlo solo con i vestiti
addosso, abiti che indossavo e che dovevano coprirmi bene per non
destare scandalo.
Era difficile per me, ma sognavo il giorno in cui mi sarei liberata da questa pesante imposizione.
Oggi
l'aria vibrava, offuscata da una lieve nebbiolina di brina salata. Era
bellissimo essere lì. Non volevo tornare a casa, dove mi aspettava il
lavoro domestico, affidato alle donne da generazioni.
Sentivo i capelli, ribelli più che mai, seguire quel vento che li scuoteva violento ma pacato allo stesso tempo. Improvvisamente
sentii un calpestio di sassi di cui era coperto il suolo fino al mare.
Mi girai spaventata. Chi era e cosa ci faceva lì? Mi chiesi, sobbalzando
in cuor mio. Dovevo stare calma, ma...
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Foto 3 |
INCIPIT 1
I romanzi d'amore mi hanno sempre lasciato indifferente, persino quando ero fanciulla.
Sognare
l'amore, l'uomo ideale, il principe che farà della sua donna la sua
principessa... No, pura illusione. I miei genitori andavano d'accordo e
formavano una bella coppia, eppure non sono arrivati al matrimonio dopo
infinite peripezie: hanno assai più banalmente obbedito ai propri
genitori (eh sì, i miei nonni erano vicini di casa e avevano deciso che
il loro secondogenito e la loro terzogenita erano ben abbinati. In
realtà qualcosa del genere gli era venuto in mente anche per i
primogeniti, ma a zia Marianne piaceva di più il farmacista del paese, e
forse le piaceva anche il benessere economico che può permetterle. Zio
Paul immagino che un pensierino ce l'aveva fatto, tuttavia non credo che
sia emigrato in America per la delusione. Penso che cercasse
l'avventura, almeno in base a come me lo hanno sempre descritto mamma e
papà).
Certo, vendere fiori mi costringe a fingere di
crederci. "Sì signore, un mazzo di rose farà sospirare la sua Jeanne, va
sul sicuro! Le consiglio un bouquet che alterni le bianche e le rosse,
l'amore puro e il sogno della passione, vedrà che ne sarà estasiata". In
realtà penso che se Jeanne ha un minimo di cervello dovrebbe cercare di
capire se ha a che fare con un uomo che ha la testa sulle spalle o con
un pupazzo, non valutare il suo "l'amore".
Quando mi chiedono
se un giorno mi sposerò resto sempre sul vago. Mia sorella Claudine fa
sempre battute su Étienne che "tutte le volte" gli chiede di me e spesso
passa di qui a salutarmi.
Ci scherzerà sopra ancora di più
quando saprà che lui l'altro giorno mi ha proposto di andare insieme
alla serata danzante del comitato di quartiere e io gli ho detto di sì.
Ma solo per curiosità, sia chiaro! Dai tempi della scuola non ho più
partecipato a feste danzanti e avevo voglia di riprovare l'energia della
quadriglia. Potrei andarci anche con un altro, eh, mica per forza con
lui! Però, ecco, lui è stato il primo a chiedermelo e allora io premio
la sua celerità, non amo perdere tempo.
Insomma, Claudine non si faccia strane idee! Andrò al ballo con Étienne, ma senza alcun secondo fine oltre a ballare.
Oddio,
eccola! Glielo devo dire subito? Sì, è meglio. Anche se poi lei...
Accidenti, perché mia sorella riesce sempre a mettermi in imbarazzo?
INCIPIT 2
Nicole
sapeva bene che
i profumi della Provenza erano parte della sua vita: da quello aspro dei pini
marittimi a quello pungente del rosmarino selvatico e, soprattutto, quello
inebriante dei fiori che crescevano spontaneamente nei campi. Era un profumo
che le si incollava addosso, alle mani, ai vestiti, e che ora, più che mai,
rappresentava la sua unica speranza di futuro.
L'eco delle nuove serre,
dove i fiori venivano coltivati con una cura quasi maniacale per essere poi
venduti in sontuosi ma ciclostilati e impersonali negozi, iniziava a farsi
sentire anche nei più remoti villaggi, Nicole sapeva che non avrebbe mai potuto
permettersi nessuna attività del genere.
Ma c'era qualcosa che quelle serre non potevano replicare: l'anima viva di un
fiore appena colto, la sua imperfetta perfezione.
Decise di arginare quel mercato algido e invece di continuare a vendere
fiori dalla sua veranda, come da anni ormai, si aggirava per il centro
storico col suo carrettino
e coi suoi fiori freschissimi appena colti, illuminava le strade con la
sua mercanzia e con quel sorriso di quasi imbarazzante dolcezza, sfidava
quel progresso automatizzato cercando una minima possibilità di dire
la sua in un mondo che catalogava
tutto, ormai, secondo canoni esclusivamente commerciali, la poesia era
un optional non contemplato,
ma la sua iniziativa, per quanto minima e che mai avrebbe potuto dare
fastidio
ai colossi della modernità che imponevano la loro legge, stava
comunque generando invidie e malumori...
Buon voto a tutti/e!
Un pizzico di pubblicità anche sul mio blog. Grazie infinite Luz!
RispondiEliminaHo visto e te ne ringrazio molto. :)
Eliminamannaggia, ma hai già chiuso le iscrizioni? appena rientrato mi ero messo a scrivere, pensavo di mandartelo a fine mattinata. peccato, sarà per il prossimo giro.
RispondiEliminaora mi leggo i racconti degli altri
massimolegnani
Mi dispiace! Nel post del 26 giugno era stata segnalata chiaramente la scadenza al 1° luglio. Mi dispiace veramente molto e il tuo brano mancherà. Però magari mi invento qualcosa per settembre, perché queste tre foto sono davvero troppo belle per lasciarle là senza i partecipanti storici. :) Ti aspetto comunque per il voto!
EliminaIo non avrei niente in contrario, anzi, sarei contenta se Massimo potesse inviare il suo testo pur al di là del termine di scadenza. Naturalmente con l'accordo di tutti i partecipanti.
RispondiEliminaSaluti
È già difficile così inseguire tutti per il voto, credimi. Però riproporrò le tre foto più in là, sono troppo belle e particolari oltre ad avere un innegabile valore storico.
EliminaTi ringrazio Siu ma non si può fare: aggiungendomi a cose fatte il mio brano non risulterebbe anonimo come i vostri! E poi la colpa è mia, la prossima volta starò più attento :)
RispondiEliminaGrazie ancora per la tua disponibilità
massimolegnani
Un fuori gara dopo la pubblicazione sarebbe ottimo! Mi incuriosisce sapere quale immagine sceglieresti
EliminaCiao Luz ! Ho letto sul blog di Pia ed eccomi qui a votare. Voto , se ho ben capito cosa devo fare : foto 1 , incipit 2 - Foto 2, incipit 1. Saluti.
RispondiEliminaAndava inviata via mail ma va bene ugualmente. Grazie per aver votato!
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