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martedì 1 luglio 2025

Scripta Ludus #4: gli incipit in gara

Carissimi e carissime, entriamo nel vivo con gli incipit in gara! Complice il periodo non proprio felice per le pubblicazioni sui blog, ne sono giunti solo sei - fortuita coincidenza, due per ogni foto proposta! - ma ce li faremo bastare.
Secondo quanto annunciato nel nuovo regolamento, gli incipit in gara sono qui di seguito elencati senza rivelarne l'autore/l'autrice, per mantenere il più possibile neutralità nel voto. 
Gli incipit sono pubblicati con riferimento all'immagine che ha ispirato la scrittura. 
Raccomando a TUTTI i partecipanti di inviare la propria doppia preferenza e raccomando a tutti coloro che leggeranno, partecipanti e non, di diffondere il post e invitare a inviare il proprio voto a tutti coloro che avranno il desiderio di eleggere l'autore/l'autrice dell'incipit migliore

❗❗❗Modalità di voto: inviate due preferenze (1° e 2° posto) indicando NUMERO FOTO E NUMERO DELL'INCIPIT PRESCELTO, entro le ore 9 di venerdì 4 luglio. Email: libriavela@gmail.com


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Eccovi gli incipit in gara:


Foto 1

FOTO 1

INCIPIT 1
Sono qua, immersa ancora una volta sempre negli stessi pensieri, nelle stesse considerazioni, e cioè che il mio primo libro, quello che l'editore mi ha pubblicato due anni fa, è stato un successo al di là di ogni previsione, apprezzato dalla critica come mai si sarebbe sperato, e poi amato dal pubblico in un crescendo che si è tradotto anche in un notevole quanto inatteso successo di vendite.
E fanno ormai due settimane che gli ho mandato il mio secondo lavoro, quel manoscritto che ha assorbito tutto il mio tempo, tutta la mia attenzione e le mie energie per tre lunghe stagioni, autunno inverno e primavera, ed è secondo me di gran lunga migliore dell'altro. Non solo più organico e coinvolgente, ma per certi versi anche più significativo e profondo, se pur con tratti qua e là d'ironia, oltre che stilisticamente senz'altro più rifinito. Però la lettera di risposta che continuo ad aspettare non arriva... da giorni ormai non faccio che arrovellarmi sul perché di questo silenzio.
Non ho smesso di rimuginarci sopra neanche prima, quando per cercare di distrarmi sono uscita in giardino col cane e ho colto le rose di cui mi è sempre piaciuto circondarmi anche in casa, ma ancora non le ho messe nei vasi perché da più di una settimana... è più forte di me, a quest'ora non riesco a far altro che sedere vicino all'unica finestra da cui si scorge la strada, ad aspettare l'arrivo del postino. Ormai non dovrebbe tardare... mi dico che stavolta di sicuro, graziaddìo, mi porterà la risposta dell'editore. Anche se poi m'impongo di non illudermi, di non lasciarmi andare ad aspettative che la realtà ha fin qui inaspettatamente e anche crudelmente disatteso. Ma perché, non posso smettere di domandarmi, perché... visto che secondo ogni logica la mia nuova fatica non può che venire accolta da chi di dovere persino con gratitudine, destinata com'è ad una pubblicazione di prevedibile successo.
Questa risposta deve arrivare, deve. Perché scrivere è l'unico insperato appiglio che la vita inaspettatamente, incredibilmente mi ha offerto.
Altrimenti... se non sarà oggi, sarà domani o dopodomani, ma so che deciderlo sarà un attimo... andare all'altro lato del giardino, quello in ombra dove tanto ci piaceva trattenerci, in silenzio, oppure a discorrere, a volte pacatamente a volte vivacemente, o a ridere, una volta anche a piangere...
Sarà un attimo, dopo tanto tempo, tornarci... abbandonarmi sulla tomba di G., e non rialzarmi più.


INCIPIT 2
Si svegliò con il primo sole del mattino. I raggi, timidi, si aprirono un varco in mezzo ai mobili e la stanza, per qualche minuto, godette ancora della fissità della notte, prima di lasciare entrare il nuovo giorno. I pensieri l’avevano tormentata a lungo e avevano scavato dentro di lei un tunnel talmente profondo da non consentirle di vedere la luce, nemmeno quella che le accarezzava il viso dal taglio verticale della tenda lasciata un po’ aperta. Si alzò malvolentieri e, dopo avere gettato un’occhiata distratta al lato vuoto del letto, si trascinò fino al bagno, si guardò allo specchio con la stessa scarsa attenzione con cui si era accertata dell’assenza del marito, indossò la vestaglia e a passi misurati andò nella camera da pranzo. 
Se solo gli avesse detto come stavano veramente le cose! Se solo avesse trovato il coraggio di affrontare una situazione che l’aveva esasperata al punto da indurla in errore! Era solo colpa sua? Non ne era sicura, le colpe sono un carico diviso a metà. I fogli della lettera giacevano ancora sparpagliati sullo scrittoio.
“Soltanto tu mi capisci!”, disse al cane che le scodinzolava dietro, assecondando il suo passo stanco.
Si sedette davanti alla finestra con il fedele amico sulle gambe e con gli occhi chiusi provò ancora una volta a immaginarsi lontana da quella strada desolata  in cui si era smarrita. Sapeva cosa fare e lo avrebbe fatto presto.


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Foto 2

INCIPIT 1
La brezza era leggera. I quattro pescatori avevano recuperato da poco la ragazza su uno scoglio distante quasi un miglio dalla riva. Lei non aveva detto una parola fino a quel momento. Era muta o la sua mente era assente? Forse entrambe le cose. Ora era lì, seduta di fianco alla barca. Sembrava guardare qualcosa che solo lei poteva vedere. I pescatori la scrutavano, cercando di carpirne il mistero. Con quei suoi lunghi capelli biondi e la pelle diafana, aveva un che di aristocratico ma allo stesso tempo quei caratteri rimandavano a qualcosa di arcano. Ecco: sembrava proprio una mitologica ninfa.


INCIPIT 2
Non potevo farci nulla. Solo fuggendo, nascondendomi in posti impensabili, avrei potuto avere un breve momento tutto per me.
Mi piaceva tanto il mare e, dietro quella piccola barca, potevo bagnarmi e fingere di tuffarmi libera in quelle limpide acque. Mi piaceva soprattutto quel pizzicore sulla pelle che solo il suo sale mi faceva provare.
Ma dovevo stare attenta; potevo farlo solo con i vestiti addosso, abiti che indossavo e che dovevano coprirmi bene per non destare scandalo.
Era difficile per me, ma sognavo il giorno in cui mi sarei liberata da questa pesante imposizione.
Oggi l'aria vibrava, offuscata da una lieve nebbiolina di brina salata. Era bellissimo essere lì. Non volevo tornare a casa, dove mi aspettava il lavoro domestico, affidato alle donne da generazioni.
Sentivo i capelli, ribelli più che mai, seguire quel vento che li scuoteva violento ma pacato allo stesso tempo. 
Improvvisamente sentii un calpestio di sassi di cui era coperto il suolo fino al mare. Mi girai spaventata. Chi era e cosa ci faceva lì? Mi chiesi, sobbalzando in cuor mio. 

Dovevo stare calma, ma...

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Foto 3


INCIPIT 1
I romanzi d'amore mi hanno sempre lasciato indifferente, persino quando ero fanciulla.
Sognare l'amore, l'uomo ideale, il principe che farà della sua donna la sua principessa... No, pura illusione. I miei genitori andavano d'accordo e formavano una bella coppia, eppure non sono arrivati al matrimonio dopo infinite peripezie: hanno assai più banalmente obbedito ai propri genitori (eh sì, i miei nonni erano vicini di casa e avevano deciso che il loro secondogenito e la loro terzogenita erano ben abbinati. In realtà qualcosa del genere gli era venuto in mente anche per i primogeniti, ma a zia Marianne piaceva di più il farmacista del paese, e forse le piaceva anche il benessere economico che può permetterle. Zio Paul immagino che un pensierino ce l'aveva fatto, tuttavia non credo che sia emigrato in America per la delusione. Penso che cercasse l'avventura, almeno in base a come me lo hanno sempre descritto mamma e papà).
Certo, vendere fiori mi costringe a fingere di crederci. "Sì signore, un mazzo di rose farà sospirare la sua Jeanne, va sul sicuro! Le consiglio un bouquet che alterni le bianche e le rosse, l'amore puro e il sogno della passione, vedrà che ne sarà estasiata". In realtà penso che se Jeanne ha un minimo di cervello dovrebbe cercare di capire se ha a che fare con un uomo che ha la testa sulle spalle o con un pupazzo, non valutare il suo "l'amore".
Quando mi chiedono se un giorno mi sposerò resto sempre sul vago. Mia sorella Claudine fa sempre battute su Étienne che "tutte le volte" gli chiede di me e spesso passa di qui a salutarmi.
Ci scherzerà sopra ancora di più quando saprà che lui l'altro giorno mi ha proposto di andare insieme alla serata danzante del comitato di quartiere e io gli ho detto di sì. Ma solo per curiosità, sia chiaro! Dai tempi della scuola non ho più partecipato a feste danzanti e avevo voglia di riprovare l'energia della quadriglia. Potrei andarci anche con un altro, eh, mica per forza con lui! Però, ecco, lui è stato il primo a chiedermelo e allora io premio la sua celerità, non amo perdere tempo.
Insomma, Claudine non si faccia strane idee! Andrò al ballo con Étienne, ma senza alcun secondo fine oltre a ballare.
Oddio, eccola! Glielo devo dire subito? Sì, è meglio. Anche se poi lei... Accidenti, perché mia sorella riesce sempre a mettermi in imbarazzo?

INCIPIT 2

Nicole sapeva bene che i profumi della Provenza erano parte della sua vita: da quello aspro dei pini marittimi a quello pungente del rosmarino selvatico e, soprattutto, quello inebriante dei fiori che crescevano spontaneamente nei campi. Era un profumo che le si incollava addosso, alle mani, ai vestiti, e che ora, più che mai, rappresentava la sua unica speranza di futuro.

L'eco delle nuove serre, dove i fiori venivano coltivati con una cura quasi maniacale per essere poi venduti in sontuosi ma ciclostilati e impersonali negozi, iniziava a farsi sentire anche nei più remoti villaggi, Nicole sapeva che non avrebbe mai potuto permettersi nessuna attività del genere.
Ma c'era qualcosa che quelle serre non potevano replicare: l'anima viva di un fiore appena colto, la sua imperfetta perfezione.
Decise di arginare quel mercato algido e invece di continuare a vendere fiori dalla sua veranda, come da anni ormai, si aggirava per il centro storico col suo carrettino e coi suoi fiori freschissimi appena colti, illuminava le strade con la sua mercanzia e con quel sorriso di quasi imbarazzante dolcezza, sfidava quel progresso automatizzato  cercando una minima possibilità di dire la sua in un mondo che catalogava tutto, ormai, secondo canoni esclusivamente commerciali, la poesia era un optional non contemplato, ma la sua iniziativa, per quanto minima e che mai avrebbe potuto dare fastidio ai colossi della modernità che imponevano la loro legge, stava comunque generando invidie e malumori...


Buon voto a tutti/e!

10 commenti:

  1. Un pizzico di pubblicità anche sul mio blog. Grazie infinite Luz!

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  2. mannaggia, ma hai già chiuso le iscrizioni? appena rientrato mi ero messo a scrivere, pensavo di mandartelo a fine mattinata. peccato, sarà per il prossimo giro.
    ora mi leggo i racconti degli altri
    massimolegnani

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    1. Mi dispiace! Nel post del 26 giugno era stata segnalata chiaramente la scadenza al 1° luglio. Mi dispiace veramente molto e il tuo brano mancherà. Però magari mi invento qualcosa per settembre, perché queste tre foto sono davvero troppo belle per lasciarle là senza i partecipanti storici. :) Ti aspetto comunque per il voto!

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  3. Io non avrei niente in contrario, anzi, sarei contenta se Massimo potesse inviare il suo testo pur al di là del termine di scadenza. Naturalmente con l'accordo di tutti i partecipanti.
    Saluti

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    1. È già difficile così inseguire tutti per il voto, credimi. Però riproporrò le tre foto più in là, sono troppo belle e particolari oltre ad avere un innegabile valore storico.

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  4. Ti ringrazio Siu ma non si può fare: aggiungendomi a cose fatte il mio brano non risulterebbe anonimo come i vostri! E poi la colpa è mia, la prossima volta starò più attento :)
    Grazie ancora per la tua disponibilità
    massimolegnani

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    1. Un fuori gara dopo la pubblicazione sarebbe ottimo! Mi incuriosisce sapere quale immagine sceglieresti

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  5. Ciao Luz ! Ho letto sul blog di Pia ed eccomi qui a votare. Voto , se ho ben capito cosa devo fare : foto 1 , incipit 2 - Foto 2, incipit 1. Saluti.

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    1. Andava inviata via mail ma va bene ugualmente. Grazie per aver votato!

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