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sabato 14 giugno 2025

Controllare la narrazione e altre amenità via chat

Trovo il tempo di dedicarmi un po' al blog oggi lanciandovi una riflessione. 
Partiamo da una cosa che noto da diverso tempo e vediamo se capita anche a voi. 
Chat di gruppo, dolente nota di whatsapp, ne ho per tutti i gusti. 

Scuola: chat di istituto, chat di dipartimento, due chat di CdC (che sta per "consiglio di classe"), chat del gruppo coordinatori di classe, chat di logistica gestione del giornale di istituto condivisa con le maestre, chat temporanea dei docenti partecipanti ai camposcuola.  Non pensate siano esagerate, sappiate che per come è diventato complesso il nostro lavoro tutte queste chat sono ormai necessarie, in tanti momenti perfino fondamentali. 
Teatro: chat coi ragazzi del laboratorio, chat coi genitori dei ragazzi del laboratorio, chat di gruppo per Pinocchio e Magnani, chat per il nuovo progetto in scena a novembre.
Poi, due chat di famiglia, una chat cugini, due di amiche fisse con cui esco abitualmente.

Nelle chat di gruppo le dinamiche sono particolari, specie se ne fanno parte molte persone, ma non fanno eccezione anche i piccoli gruppi. Intanto è necessario stare sempre molto attenti a quello che si scrive, doppiamente attenti se si pensa che magari potresti scrivere in un gruppo quanto è destinato a una sola persona. Stare attenti a esprimere sempre al meglio un parere, dare una risposta appropriata, insomma rispettare una certa etichetta virtuale, un tempo si chiamava netiquette
La netiquette impone il rispetto dell'altro, è la sua base, poi c'è tutto un florilegio di regole non scritte riguardante il comportamento nel linguaggio via chat. 
Non avete bisogno di una lezione su questo, ne sono certa. 
Toccherò invece un altro tema, quello delle dinamiche del gruppo, in particolare fra colleghi, ma potrebbe riguardare anche gruppi raccolti attorno a un interesse. 

In una chat di gruppo a me capita a volte questo: faccio riferimento a un traguardo, un progetto, al suo risultato, per esporne i dati o evidenziare un lavoro.
Condividerne i dati significa soprattutto mettere a parte il gruppo di un particolare aspetto che li ha riguardati tutti o quasi, anche indirettamente. Magari anche solo in riferimento a conoscenze comuni, quindi in sostanza di loro pertinenza e interesse. Un esempio: nella chat scolastica può trattarsi anche del giornale di istituto, dell'annuncio della sua pubblicazione ufficiale sul sito web della scuola. Essendo io la referente del progetto e occupandomi della redazione, è una cosa che mi riguarda da vicino, ma poi diventa uno strumento di condivisione di attività e articoli di alunni di ogni classe. 
Pubblicato il link, non credo che tutti lo vadano realmente a vedere, o semmai lo scorrono distrattamente. Nel gruppo di solito coloro che se ne dichiarano entusiasti lo testimoniano subito, apponendo un cuoricino al messaggio oppure l'emoticon dell'applauso o ancora la faccina con gli occhi a cuore. Altri scrivono messaggio in risposta con i classici "bellissimo, Luana, complimenti!" e ancora "lavoro stupendo!". 
È un modo anche simpatico di animare la chat generale, con una cosa bella, un bel risultato su cui si gioisce tutti insieme. 
Poi, puntualmente, arrivano un paio di messaggi privati, cioè inviati direttamente a me e non scritti nella chat di gruppo. Ecco, questo è uno dei fenomeni più strani cui mi capiti di assistere. 

M'è venuta la curiosità di esplorare il "fenomeno" chiedendo a ChatGpt (perché demonizzare a prescindere? a volte può darci risposte molto utili).
Ho digitato: Cosa spinge l'utente di una chat di gruppo a non manifestare pubblicamente approvazione ma a riservarla a un "tu per tu"? 

Eccovi il report:

1. Riservatezza e discrezione
Alcune persone preferiscono i rapporti uno a uno, evitando di esporsi pubblicamente anche per un semplice complimento.
Potrebbero voler evitare che il loro messaggio venga percepito come "leccapiedismo" da altri colleghi.

2. Clima del gruppo
Se nella chat condivisa non è usuale fare complimenti o manifestare apprezzamenti, la persona potrebbe non voler rompere quel "equilibrio".
Magari teme che un messaggio positivo venga frainteso o generi ironie o commenti sarcastici.

3. Gelosia o dinamiche interne
In certi casi, un conoscente, amico o collega può apprezzare il tuo lavoro ma non volerlo mostrare pubblicamente per non alimentare tensioni, invidie o competizioni.

4. Strategia relazionale
Farti un complimento in privato può essere un modo per creare o rafforzare un rapporto personale, più diretto, o magari tenersi aperta una porta per collaborazioni future.

5. Incertezza o insicurezza
Magari non è sicuro che il suo giudizio sia condiviso dagli altri, e quindi lo esprime solo a te per non rischiare una figuraccia.

Preciso che solo due componenti del gruppo scelgono di scrivere in privato, mentre gli altri si complimentano apertamente. L'IA risponde che è significativo — e suggerisce che la motivazione è personale, non legata al clima del gruppo. Si arriva a questa risposta, che poi è forse la sola realmente plausibile pensando a determinati componenti del gruppo.

Insicurezza o rivalità
In alcuni casi, il messaggio privato è un modo per controllare la narrazione: si fanno i complimenti, ma senza rinforzare la tua immagine pubblicamente davanti agli altri. Può esserci dietro un sottile senso di competizione, anche se ti apprezzano.

A voi la parola, vi capitano situazioni molto simili a questa, su Whatsapp o su un altro tipo di piattaforma social? A cosa imputate la ragione del messaggio diretto in via privata?

16 commenti:

  1. L'unico gruppo di cui faccio parte è uno composto da parenti residenti in città diverse, quindi ci capita raramente di incontrarci di persona e il gruppo è un modo per mantenere i contatti. Però ammetto che ci si limita a saluti e foto di viaggio. Sono capitate anche situazioni più pratiche, diciamo economiche, e in quel caso anche chi non posta quasi mai di colpo ha avuto una partecipazione molto attiva alla discussione.

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    1. Ecco, capitano anche cose come queste. Non ho citato per esempio l'indifferenza verso una foto, una battuta, un passaggio particolare. Eppure è segno di educazione di base manifestare perlomeno un "aver letto" attraverso i mille modi permessi da icone e brevi risposte. Poi in certe chat si svegliano attorno a una sciocchezza qualunque, mentre si sono tralasciati messaggi di certo contenuto e importanza (questo noto in particolare nelle chat di famiglia ma poi un po' ovunque).

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  2. Non ho mai demonizzato Chat GPT e nemmeno l'IA, bisogna conoscerle e usarle bene e impedire che il loro utilizzo faccia danni, personali o sociali. In questo caso le risposte che ti ha dato mi paio di "buon senso", ed è forse questo il limite più vistoso della GPT, il fatto che non abbia un'intelligenza creativa ma che tutto ciò che dice è già stato detto, riflettuto, in un altrove che lei è in grado di scovare (la mia GPT è femmina!) Detto questo, ho sentito solo parlare delle mefistofeliche chat di mamme che si scambiano dettagli sull'andamento scolastico dei figli, per fortuna aggiungo. Non faccio parte di gruppi WA o altro se non per lavoro e le regole che ci siamo dat3 sono chiare: si pubblica, si comunica, ma non si discute, se non per sommi capi e con brevi battute che vengono poi approfondite altrove. Mi pare sano, io stessa sono tra quell3 che non si allargano nelle conversazioni di gruppo dunque mi sa ben così. Non saprei dirti come mai i messaggi in privato: forse si intende costruire con te una relazione più approfondita, per qualche ragione. Di solito quando ricevo messaggi in privato su questioni pubbliche lo scopo è questo. E' un atto di fiducia, quando non viene usato per tentare di manipolarti. Ma siamo grandi abbastanza...

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    1. Io sono stata tentata di demonizzarla ma anche di pensarne davvero male quando diventa un folle strumento in mani di studenti sprovveduti (che non sanno neppure cancellare dai testi che presentano le stesse domande della "macchina"), per il resto può essere utilissima. Nel mio mestiere per compilare scartoffie è addirittura ormai necessaria.
      Purtroppo a volte le chat di gruppo sfuggono di mano, come avviene nel caos di chat di genitori (me ne raccontano delle belle), ma il più delle volte è strano come rappresentino molta parte della persona che scrive, il suo atteggiamento, l'ansia o la volontà di mascherare, ecc.

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  3. Può esistere il caso di un legame più particolare che lega due o più membri di una medesima chat, in quel caso giusto e comunque normale che si particolareggino determinate critiche/elogi/dinamiche in via personale senza coinvolgere il resto della chat, questo poi diventa ancor più doveroso e sacrosanto quando si debba parlare male di qualcuno in particolare.. ahahah.. in chat meglio evitare il pubblico ludibrio..ahah

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    1. Ecco, mi fai venire in mente quando ci si sposta uno a uno per commentare qualcosa delle chat di gruppo e se ne dicono peste e corna ah ah ah E non sai le volte che avverto: attenta/o a non scrivere nell'altra chat per sbaglio! Sai che disastro, altrimenti... XD

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  4. Io non ho il cellulare e non faccio parte di nessuna chat di gruppo: per mia fortuna. Pensa che l'altro giorno un signore che abita nel mio palazzo, incontrandomi mi ha detto di non avermi mai visto nella chat del condominio. Non so se ridere o piangere! La chat del condominio? Esiste pure questa. E' proprio vero: farci del male è forse la cosa che ci riesce meglio.

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    1. Ah, Pino. Io mi sono trasferita da cinque anni in un quartiere di villini e la prima cosa che ho fatto con slancio è stata aggregarmi alla chat "condominiale". Ero assolutamente convinta di essere circondata da personcine a modo, signori. Invece non hai idea di quali dinamiche possano generarsi e quali antipatie e ripicche da bambini con il pollice in bocca e minacce in via pubblica per ragioni di siepi e lavori in corso. Un continuo triste saggio di sconcezze. E io che credevo di aver fatto un salto di qualità. Altro che signori. :(

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  5. Ho fatto parte di gruppi whatsapp in passato, soprattutto durante la scuola dei ragazzi, gruppi di classe, gruppi sportivi... ma, in effetti, a parte qualche notizia interessante, era tutto un buongiorno, buona serata, auguri, du palle! :) Adesso sono rimasta in contatto con i vecchi compagni di liceo, ma con scarso interesse da parte mia e con i miei cugini, ma niente di che. Credo che il messaggio personale nasca, spesso, dal tipo di rapporto che si ha con la persona: farle i complimenti in pubblico sarebbe come un mescolare il proprio augurio a quello di tutti e invece, magari, si ha voglia di fare arrivare il messaggio con un calore o un affetto diversi. A me capita con i compleanni: quando arriva quello delle persone cui tengo di più, non mi aggiungo mai agli auguri dei compagni di classe nella chat collettiva, preferisco mandare messaggi personali. Sì, forse anche per timidezza: non mi va di svelare i miei sentimenti in pubblico. Poi tutte le ragioni espresse dall'IA sono valide, credo che tu possa capire a quale categoria di motivazioni appartenga la persona che ti contatta in privato. ;)

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    1. Io in generale cerco di mantenere una certa presenza nelle chat di gruppo. A ben pensarci sono tutte chat in cui si verificano dinamiche particolari, positive o negative che siano. Nelle chat di teatro tengo sempre a segnalare il compleanno degli allievi perché gli auguri di tutti sono una cosa bellissima, è come una piccola "festa" virtuale di quel giorno e ci si sente gratificati, contenti. Sembrerà una cavolata, ma sono iniziative che servono a mantenere vivi i contatti e a generare positività. Nelle chat di amiche, poche e buone intendo, eh, quando mi arrivano gli auguri a parte non mi piace molto, mentre il resto del gruppo lo sta facendo appunto in gruppo. Rispetto la volontà altrui, e apprezzo ugualmente il gesto, ci mancherebbe, ma non posso impedirmi di domandarmi "cosa le ha impedito di non scrivere appresso alle altre i propri auguri? è strano". Forse in fondo è solo un modo superficiale di utilizzare le chat. Per me sono "gruppi umani" con comportamenti precisi, ma non sono io a inventarlo, è la stessa sociologia dei comportamenti delle comunità umane a dichiararlo.
      Quanto alla categoria cui ti riferisci in chiusura di commento... ci hai preso, immagino. :)

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  6. Ecco un altro motivo per non avere WhatsApp et similia... :)
    Non tanto le chat di gruppo, ma l'impatto psicologico che ogni singola minima azione fatta da/in/per quella chat ha sull'utente. In questo caso tu hai sentito la necessità di chiedere (a ChatGPT perché è uno strumento a portata, ma avendo la possibilità l'avresti chiesto magari a un amico psicologo o sociologo - ci sono specializzazioni anche sulle nuove tecnologie) il motivo di questa particolare azione. Curioso che ChatGPT abbia escluso dalle possibilità quella che, banalmente, viene considerato l'ovvio nelle chat di aziende private strutturate (e non solo per noi informatici): evitare che dopo ogni contenuto significativo ci sia un'ondata senza fine di "Ok", "Bravo", "Congratulazioni", "Auguri!", "Dove?", "Non ho capito", "Non vedo niente", "Ma come si apre?" + emoji e gif ingombranti a non finire. Semplice praticità e focus sui contenuti, altrimenti la chat diventa troppo verbosa.
    Non ho WhatsApp perché sostengo il diritto alla disconnessione fuori dall'orario di lavoro (e infatti in nessun contratto c'è obbligo di smartphone e/o di installare WhatsApp per le comunicazioni d'ufficio ;) ), non l'avrei installato nemmeno se avessi avuto come prole un'intera squadra di calcio, non ce l'ho nemmeno per il condominio, così l'amministratore è costretto a scrivere mail chiare e concise.
    Sulla netiquette (che è addirittura uno standard RFC del 1995, mi ricordo che all'epoca dovevi confermare di averlo letto prima di entrare in rete!) ho oramai poche speranze. I nuovi social hanno rivoluzionato tutto, e non in meglio come si sperava.

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    1. Eh, Barbara, mi ricordo che tu non bazzichi su WhatsApp e altro. Ultimamente ho eliminato dal telefono Telegram, perché di fatto non la usavo minimamente. Se ne può fare tranquillamente a meno. Purtroppo non potrei fare lo stesso con la chat più diffusa. Un tempo, come si faceva? Mi ricordo per esempio che per il teatro utilizzavamo le mail, ma oggi sarebbe pensabile? Mi ricordo una comunicazione lenta, a volte funestata dal ritardo nelle risposte mentre avevi bisogno di comunicare un'urgenza. Se mi penso senza WhatsApp nella settimana degli spettacoli mi chiedo davvero come farei a tenere sotto controllo le millemila cose da fare prima e durante lo spettacolo. Un tempo se ne faceva a meno, oggi sarebbe impensabile, sarebbe come tornare al carro evitando l'automobile, guarda. Insomma, da un punto di vista strettamente logistico la salvo in pieno. Per il resto, reperibilità e polemiche, hai perfettamente ragione.

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  7. Confesso che odio i gruppi whatsapp, a parte un paio di gruppi di amici a cui ho aderito volentieri che servono per scambiare informazioni e tenerci in contatto, gli altri sono gruppi in cui sono stata inserita mio malgrado da colleghi di lavoro. Sono tutti gruppi silenziati che leggo solo quando ho tempo e non sempre rispondo, lo faccio solo se ha un senso. Un gruppo whatsapp (ristretto) del mio ufficio fu creato ai tempi della pandemia per poter comunicare in modo veloce, senza mandare una mail o collegarsi a teams, allora fu molto utile. Secondo me se c’è una vera utilità si tollera, come sempre la virtù è nel mezzo.

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    1. Sono d'accordo con te, Giulia. È quando sfugge di mano che il mezzo diventa esecrabile, quando diventa il mezzo di adulti che hanno comportamenti da "mocciosi" o quando si esagera a farlo diventare un prolungamento delle ore di lavoro.

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  8. Grazie al cielo io pochissime chat di gruppo e praticamente inattive. C'è stato un tempo in cui queste dinamiche mi mettevano una grande ansia e pressione addosso, specialmente quando ero più giovane. Adesso non ho paura di eliminarmi dal gruppo alla prima occasione utile se tale gruppo non mi interessa o non mi è utile. Preferisco avere conversazioni private 1 a 1 piuttosto che stare nel marasma di queste convenzioni sociali.
    Fortunatamente la mia cerchia di amicizie e di conoscenze si è ristretta a tal punto che non ho più questi problemi 🤣

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    1. E fai benissimo. Se non ci sono impegni da gestire o gruppi di lavoro non ha senso restare incastrati in questi luoghi caotici. :)

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