È inevitabile: questo post è anche e soprattutto sulla scuola. Parte da uno scritto di Alec Ross passatomi da un'amica e riguarda lo stato del nostro essere lettori in Italia.
Stamattina, assieme ai ragazzi di terza, ho concordato di dedicare un'ora a settimana in classe all'attività di lettura silenziosa. Lo stesso ho fatto in seconda.
Una specie di biblioteca tutta nostra in cui l'aula diventa tale, noi ci portiamo dietro il libro che stiamo leggendo in quel determinato periodo (per quanto mi riguarda uno dei libri che sto leggendo, dedicandomi a scuola in particolare alla saggistica nei ritagli di tempo e nelle ore buche) e riponiamo il resto per chinarci su quelle pagine e immergerci nella narrazione. Perché la cosa diventi anche "attiva", ciascuno è autorizzato a interrompere la lettura altrui se si imbatte in un passaggio particolare che suscita emozione. Lo si legge e lo commentiamo assieme. Saranno momenti di condivisione importanti.
Fondamentalmente voglio puntare sulla ricerca di emozioni, su un approccio "emozionale" alla narrativa. [Si vede che sto ultimando un master sull'Intelligenza Emotiva? Ne scriverò]
Sapete come hanno reagito i ragazzi dinanzi alla proposta? Con entusiasmo. Non con semplice partecipazione, ma con entusiasmo. In terza e in seconda. Adorano l'idea di un'ora di lettura silenziosa, un anello che va a congiungersi con il lavoro di lettura di un libro al mese.
Sui miei canali Teams circola un elenco di 80 libri suggeriti e corredati da asterischi indicanti il livello di difficoltà e il valore formativo. Loro attingono da lì e fanno il loro lavoro di piccoli lettori che crescono.