mercoledì 7 giugno 2023

Il metodo Sellerio.


Cari aficionados, i miei impegni vanno scemando ma, fino a quando non ne sarò libera del tutto, non posso ancora lanciarmi in alcuni post che penso di preparare entro giugno. 
Attingo dunque al vademecum sui libri, di cui ho parlato qui e qui proponendovi un altro argomento interessante. Cosa rende una casa editrice longeva e sempre sulla cresta dell'onda?
Facile a dirsi per corazzate come Einaudi, Mondadori, Rizzoli, un po' meno per le case editrici di modeste dimensioni, magari fondate da una famiglia e in una regione in cui non è così facile restare sul pezzo e sopravvivere agli scossoni della sorte.
Ne è un esempio virtuoso l'editore Sellerio
Fondata da Enzo ed Elvira Sellerio nel 1969 a Palermo, questa casa editrice continua a rispondere a un metodo inaugurato al suo nascere che potremmo sintetizzare così: restare fedele a se stessa. 
Stesso indirizzo di allora, Via Siracusa 50 che oggi ha preso il nome dei due imprenditori dell'editoria, portata avanti dai figli della coppia tenendo fede ai principi dei genitori; grafica identica, inclusi carta e font, stesse collane, categorico rifiuto di pubblicare quel tipo di libri che chiamiamo "varia" (libri di gente della tv, cantanti, ecc.) 
È uno di quegli editori definibili come "indipendenti", un suo omologo potrebbe essere Adelphi per dimensione e fedeltà al progetto originario. 
Un dettaglio non da poco: non supera le 50/60 pubblicazioni all'anno. 

Sellerio deve la sua popolarità essenzialmente a due grandissimi autori del Novecento: Leonardo Sciascia (oggi pubblicato da Adelphi) e Andrea Camilleri. Pensate al successo editoriale di tutta la serie di Montalbano e non solo, di cui ha l'esclusiva, e ne trarrete alcune conclusioni importanti quanto a fatturato. 
L'eredità dei Sellerio fondatori è stata accolta e abbracciata dal figlio Antonio, che dopo una laurea in Economia alla Bocconi entra a far parte del progetto rispettandone tutte le caratteristiche. 
Se Antonio Sellerio ha aperto alla narrativa americana contemporanea e ad alcuni autori coreani, è stato certo di poter ampliare il panorama dell'offerta senza tradire il progetto. 
Un punto fermo è non lasciarsi troppo distrarre dalle flessioni del mercato. Come in tutte le imprese ci sono momenti molto favorevoli e piccoli e grandi momenti di crisi. Tollerare questi ultimi tenendo la barra a dritta, senza lasciarsi lusingare dalla possibilità di cambiamenti che amplierebbero il fatturato fa parte del progetto in sé. Facile passare a narrativa di consumo, aprire ad autori che attirerebbero un pubblico di massa, ma Sellerio tiene fede al suo proposito di puntare sulla qualità dell'offerta. 
Sellerio resta fedele alla veste tipografica e per ogni progetto editoriale c'è un grandissimo studio, un grande impegno. Uno degli aspetti più ammirevoli è anche quello di puntare su autori nuovi, pensare e poi realizzare una strategia per il loro lancio. 

I miei libri Sellerio

Il genere che ha reso celebre Sellerio è senz'altro il giallo e la collana di gialli La memoria è il suo fiore all'occhiello. Sceglie di pubblicare, oltre a Camilleri, autori come Bolano, Malvaldi, Lucarelli, Montalban (ora pubblicato da Einaudi), Manzini, Carofiglio e molti altri, ciascuno con quella particolare caratteristica di essere giallisti, sì, ma con quella nota letteraria che rende eleganti racconto e stile. 
L'obiettivo di Sellerio si allontana dalla semplice logica di mercato, non si punta sulla crescita esponenziale, su altissimi numeri di fatturato, non ci sono azionisti in questa impresa, i proprietari rispondono a se stessi. 
E pertanto, mentre la stragrande maggioranza degli altri editori invece perseguono lo scopo di raggiungere risultati ben diversi aumentando di conseguenza il numero delle loro pubblicazioni - e come è noto immettendo sul mercato anche narrativa scadente pur di creare "movimento" - Sellerio continua a navigare nelle sue acque tranquille. Puntare su narrativa di qualità rispondendo alla domanda dei lettori fedelissimi e creandone di nuovi. 
È una visione "artigianale" che non cede alla lusinga del guadagno a discapito della qualità. 

Un libro Sellerio lo si riconosce subito. Anche questo fa parte del lavoro "artigianale", la carta è fra le più costose sul mercato, con grammatura molto alta - proviene dalle cartiere Miliani di Fabriano - il formato piccolo rimane necessario per contenere i costi di produzione. 
Se ne avete almeno uno sui vostri scaffali, prendetelo e guardatelo bene. Ha la sovracoperta "stampata a torchio su carta Roma fabbricata a mano e interamente di cotone, come le banconote, e l'illustrazione a colori incollata". Ogni dettaglio di questa "confezione" è un'esclusiva Sellerio. 
Un libro siffatto dovrebbe costare molto di più, invece Sellerio si mantiene su prezzi competitivi, anche bassi, riducendo il margine di guadagno rispetto a qualsiasi editore ma fornendo un prodotto rispettoso del lettore. Trovo che sia un aspetto davvero onorevole. 

Nella mia libreria campeggiano in tutto sette libri di questo editore, non sono tantissimi. 
Ciascuno è però un esempio di narrativa d'eccellenza, fra i migliori in mio possesso.

Vi piace questo metodo? Possedete dei libri di questo editore? 

28 commenti:

  1. Sono andata a contarli: i miei Sellerio sono una ottantina, 44 della storica collana La memoria, che non annovera solo gialli, 13 della collana Il divano, e gli altri di altre collane più recenti. Certamente Sellerio è tra i miei editori preferiti. E grazie a Sellerio ho scoperto libri e autori che non conoscevo e che mi sono piaciuti molto, prime fra tutti Laura Pariani e Luisa Adorno. Sulla veste grafica non spendo una parola in più di quello che hai detto: è magnifica. E il piacere di tenere in mano la carta dei libri della Memoria e del Divano? Mmmmmh!

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    1. Accidenti, sono tanti! Segno che sei particolarmente affezionata a queste collane tanto bene fedeli alle origini. Un lettore Sellerio sa esattamente cosa cercare e cosa troverà. È una gran bella cosa.

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    2. in wishlist ne ho un'altra quarantina, alcuni non più disponibili, specialmente tra quelli editi nei primi tempi di attività di Elvira. ma prima o poi li troverò usati sul sito del Libraccio, scommettiamo che entro il 2025 li avrò presi tutti? ma intanto almeno altrettanti se ne saranno aggiunti e starò punto e daccapo. come mi piace la vita di lettrice!

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  2. Io ne ho due: uno è nel formato classico che ben descrivi, di Giorgio Fontana e l’altro è quello che hai tu (avendolo acquistato insieme a PLPL) di Stassi, in un formato direi normale. Stimo molto questa casa editrice, se non altro perché è sicula e ha saputo imporsi nel mercato editoriale con un suo taglio ben specifico e una sua “bella presenza”, che la rende unica (come Iperborea con quel formato scomodissimo, ma originale). Il perché ne ho pochissimi è semplice: non amo moltissimo il genere, non mi piace per niente Camilleri, dunque non sono invogliata a cercare l’opera d’arte. Mi accosto alla casa editrice quando so già che libro voglio acquistare, per esempio voglio leggere “una vita come niente”, nella mia wishlist da un po’.

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    1. "Una vita come tante" è un poderoso romanzo che non so se riusciresti ad amare. Diciamo che è il grande spettacolo del dolore. Un estremismo che mi ha affascinato e non mi lascia pentita. Certo però questa autrice mi ha deluso immensamente nel successivo e non penso di tornare a leggere niente di suo.
      Quel Camilleri è un regalo di un'amica fedelissima al mio teatro, una lettrice assidua che mi consiglia spesso di affacciarmi a questo autore. Io ho adorato quest'uomo tanto geniale quando umano, quindi lo leggerò. Vorrei scoprire un nuovo autore da amare. :)

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  3. Ho dimenticato di firmare: il commento sopra è il mio.
    Marina ;)

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    1. Sì, penso di averlo capito. :)
      P. S. Ho scritto "un'amica fedelissima al mio teatro" senza spiegare perché: ci vediamo solo in occasione dei miei spettacoli e mi porta un dono, spesso di tratta di libri. Ci siamo ripromesse di andare insieme al Cimitero Acattolico di Roma a vedere le tombe dei poeti. Se vorrai aggregarti, sei la benvenuta!

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  4. Sellerio ha una grande storia in Italia e non solo da noi. Ne ho alcuni, ma un libro Sellerio che mi era piaciuto molto (ma poco conosciuto) è "Orizzonte Perduto" di James Hilton pubblicato nel 1933 (da cui Frank Capra nel 1937 ha tratto un film omonimo.

    È un viaggio di alcune persone nella mitica Shangri - La ai confini con il Tibet, lo consiglio se lo trovi è interessante e alquanto misterioso. Poi ho alcuni libri del grande Camilleri.

    Un salutone, buon fine settimana e alla prossima

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    1. Mi piace questo suggerimento e me lo voglio segnare. Se ti è rimasto impresso, allora è un romanzo che merita di essere letto. Vorrei appunto scegliere qualcosa di questo editore, che ahimè pratico pochissimo. Ma prima devo dedicarmi anche alla lettura di quello che possiedo già.

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  5. Cose impagabili di Sellerio al di là dei contenuti comunque di livello: sono fortemente identitari e questo mi piace parecchio, si riconoscono e spiccano, tipo più i vent'anni fa risposero a una mia proposta per una pubblicazione, fu un no, ma diamine ai tempi degli invii cartacei mi risposero con una lettera. Grandi. Sandra

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    1. Anche in ciò hanno dimostrato grande eleganza. Sono stupita, perfino con una lettera. Grazie, Sandra, è un valore in più di cui non sapevo.

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  6. Sono più un adelphiano, però la "politica" editoriale è simile come hai scritto, e certamente la Sellerio è un altro editore di "letteratura pura" come Adelphi. Però non sono un appassionato di gialli perciò non ho mai letto i celeberrimi romanzi di Camilleri con Montalbano.

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    1. Io vorrei tentare di leggerlo, magari cominciando proprio dal librino che mi è stato regalato. :)

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  7. Beh, a dirla tutta anch'io ho molti libri Adelphi accumulati negli anni più di altri editori (Sellerio incluso). Mi piace molto la loro linea editoriale (anch'io penso che Sellerio sia sulla stessa linea) ma mi piace anche il design dei loro libri. Gli Adelphi si contraddistinguono in tutto.
    Un salutone

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    1. Idem, anche per me il confronto Sellerio - Adelphi quanto a possesso di libri non si pone. Sellerio è senz'altro molto più di nicchia. Non dimentichiamo poi il potenziale di acquisto dei diritti da parte di Adelphi, che sarà ben maggiore.

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  8. Dopo Diceria dell’untore il nome della casa Sellerio si salda in qualche modo con la vena dei nuovi scrittori italiani. Sellerio, nel suo piccolo, contribuisce a riprendere l’esportazione della cultura italiana all’estero. Accanto a Bufalino, sono richiestissimi i diritti di traduzione di scrittori che la casa editrice va scoprendo. Antonio Tabucchi, Maria Messina, Luisa Adorno, sono i nomi più interessanti. Ed è indicativo che non di inediti si tratti. Ma di scrittori caduti nel dimenticatoio, che Sellerio scopre e rilancia. Segno che gli anni Ottanta sono proprio la stagione della piccola editoria che esercita una funzione di svecchiamento, contro la pigrizia e il letargo dei giganti dell’editoria. E di questa stagione, la stagione della nuova generazione di narratori italiani, assieme a un paio di altri, Sellerio è protagonista e traino.

    Luz, corrisponde al vero questa recensione?

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    1. Non si può negare che Sellerio, probabilmente proprio per il suo potenziale di acquisto dei diritti, punti verso nuovi autori (che rispondano perfettamente alla linea editoriale) oppure al recupero di autori caduti nel dimenticatoio. E questo deve farci riflettere. Ci sono moltissimi autori che meriterebbero di essere pubblicati (e quindi scoperti) e altri riesumati dall'oblio nel quale sono caduti.

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  9. Adoro Sellerio, grazie per questo post. Ho conosciuto questo editore per caso, vent'anni dopo la nascita della casa editrice, al Salone del Libro e parlai con il fondatore, presente allo stand e molto cordiale. Per simpatia comprai il primo Camilleri, allora ancora sconosciuto. Me ne innamorai subito e, come mi accade, li comprai tutti. Ho smesso vent'anni dopo. Ho controllato, pensavo di non avere altri autori invece ho scovato due Alicia Giménez-Bartlett, sempre di Sellerio. La carta e la copertina sono splendide. Speriamo che i costi contenuti non siano sulla pelle dei lavoratori...

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    1. Non credo, pare che siano virtuosi in tutto. Sellerio fa stampare in cartiere prestigiose, poi il loro ufficio è unico e costituito da poche persone, alcune svolgono più funzioni. Insomma, fanno e continuano a fare in maniera onorevole, come volevano i genitori fondatori.
      Che bello averli incontrati molto tempo fa...

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  10. Il tuo blog mi piace molto, ora fa parte del mio Blogroll pubblico su https://www.zeropoesie.com/

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  11. Conosco Sellerio perché ho letto tutti i romanzi di Gianrico Carofiglio e molti erano di Sellerio, gli ultimi invece sono Einaudi. Li ho letti tutti in eBook però, non leggo quasi più libri di carta, ti confesso però che il formato del libro di carta di Sellerio lo trovo molto scomodo, una volta un’amica mi prestò un romanzo (credo fosse di Camilleri) che poi non lessi (pur apprezzando molto il Montalbano televisivo). Mi piace molto la politica seguita dalla casa editrice Sellerio, grande stima per il loro modo di essere. Di Sellerio ho letto anche gli eBook di Manzini e Malvaldi, forse anche altri che ora non ricordo.

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    1. Forse trovi scomodi quelli più piccoli, quello che equivale ai miei libri di Barbero e Camilleri. Gli altri sono davvero molto comodi, in formato lievemente più grande. Io devo ancora scoprire tanto di Sellerio, vedremo nei prossimi mesi. :)

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  12. Ho tantissimi libri Sellerio, sia del formato piccolo tradizionale che di un formato un po' più grande. Non li ho contati, ma penso che siano almeno una ventina. Ho tutti i romanzi di Malvaldi, per esempio. Sellerio è una casa editrice ancora vecchio stile, come hai scritto, con un tocco di raffinatezza che ormai si è perso per la strada. Pensa che moltissimi anni fa, quando ero alle prime armi, proposi un mio romanzo a Sellerio. Mi rispose Elvira Sellerio con una lettera gentilissima in cui diceva che la casa editrice si trovava in un momento di difficoltà e doveva operare delle scelte editoriali, ma comunque si capiva che la lettera non era un "copia e incolla" (dico così, anche se allora si usava la macchina per scrivere). Già allora le case editrici cominciavano a non rispondere più agli autori che inviavano manoscritti...

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    1. Come leggevo più sopra, anche a Sandra risposero con una lettera. Che eleganza di modi. Mi piace questo modo di rispettare i lettori e di instaurare un contatto perfino con chi tenta una pubblicazione. Mi chiedo quale tuo romanzo tu abbia proposto, lo hai poi pubblicato comunque?

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    2. Sono passati tantissimi anni, ma sono quasi sicura di aver proposto Il Pittore degli Angeli. L'ho pubblicato poi su due piattaforme per il self-publishing: prima lulu e poi sono passata su amazon. L'ultimo "editore" con cui ho pubblicato non mi faceva nemmeno gli auguri per Natale, pensa che differenza di stile.

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  13. Sellerio lo sto scoprendo ora, nel senso pratico. Ho iniziato a leggere i romanzi della serie I delitti del BarLume di Malvaldi (adoro la fiction televisiva, mi guardo e riguardo le puntate). Sono ora al quarto romanzo. Sono nel formato più piccolo e devo dire che li trovo comodi, li infili in borsa senza problemi, riesci a tenerli aperti con una mano, non ti pesano sul naso se leggi disteso. La carta interna è sicuramente di qualità, ma la sovracoperta deficita un po'. Ne ho preso un paio usati da Libraccio e la sovracoperta è quella che soffre di più, specie nella piega dell'aletta. Pensa comunque che nel mio immaginario Sellerio, con quelle copertine blu e scelte editoriali concrete, è un editore top di gamma. Altro che medio-piccolo. Per me sta proprio sopra agli altri! :)

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    1. Sì sì, infatti "medio-piccolo" è inteso esclusivamente in termini di quantità e dimensioni della CE, quanto a qualità certo campeggia fra i migliori. Trovo anch'io che ci sia una certa fragilità nella sovracoperta. Libri preziosi e al contempo anche delicati. Adoro il libro che puoi leggere tenendolo anche con una mano, è il motivo per cui preferisco sempre la brossura. :)

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